GALILEO, GINNY, MUFFIN,  POLPETTA
  QUATTRO CANI DELLA PET THERAPY DI ANTROPOZOA
  VINCITORI DEL 53 ESIMO "PREMIO FEDELTA'"
Saranno premiati il 16  agosto a San Rocco di Camogli  Lavorano con bambini e nonni in ospedali, scuole, centri anziani e per disabiliChi  sono e alcune storie dei 4 vincitori
  Lavorano con bambini e nonni in ospedali, scuole, centri anziani e per disabiliChi  sono e alcune storie dei 4 vincitori 
Galileo, flat di 7 mesi; Ginny labrador di 8 anni; Muffin  e Polpetta, entrambi meticci di  barboncino di 3 anni. Sono i "cani dottore" dell'Associazione Antropozoa (con sede in Toscana) ai  quali è stato assegnato il 53 esimo premio internazionale "Fedeltà del  cane" che sarà consegnato sabato 16 agosto a San Rocco di Camogli, nel  giorno della festa patronale. 
Organizzato  dall'associazione per la valorizzazione turistica locale con il patrocinio  della Regione Liguria, della Provincia di Genova, dell'Ente Parco di Portofino  e del Comune, il premio è stato attribuito ai quattro cani, ma si estende –  nelle intenzioni dell'organizzazione - a tutti i cuccioli che l'associazione  Antropozoa Onlus impiega ormai da oltre 15 anni nella pet therapy sia per i bambini che per gli anziani, in particolare  malati di Alzheimer. 
Con  Antropozoa lavorano in maniera continuativa e costante in ospedali, case di  riposo, centri di salute mentale, scuole. Sono loro insieme ad altri cuccioli  sempre di Antropozoa i "cani dottore" così preziosi e costantemente presenti  all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. 

 
La carta d'identità dei cani premiati nel  racconto di FRANCESCA MUGNAI, una  delle massime esperte di pet therapy in Italia, con formazione psicologica,  educativa e cinofila e presidente di Antropozoa Onlus: 
Muffin è un meticcio di barboncino di 3 anni  è un cane molto morbido  e gentile. Si  avvicina  con gioia a tutti i più  piccoli. Ama stare in braccio ed essere coccolato 
Ginny è un labrador di 8 anni. Generosa, entusiasta nella collaborazione, sa essere  relazionale in maniera molto semplice e pulito. Ha una profonda intesa con chi  ha sofferenza e percepisce sempre perfettamente lo stato d'animo dell'altro.
Polpetta è un meticcio di barboncino di 3  anni . È sicuro di sé, ama il contatto con gli altri, in particolare i  bambini e strappa sorrisi  a tutti. Ama le coccole. Il suo difetto  maggiore è che appena vede avvicinarsi una mano amica, si sdraia in terra a  pancia in su per farsi fare i grattini. Ed è difficile farlo rialzare 
Galileo è un Flat di 7 mesi. È  un cucciolotto buffo: giovane d'età, da  subito ha manifestato una predisposizione al contatto con gli esseri umani, in  particolare i bambini. 
  E' molto curioso, infila il musetto dappertutto e quando vede una pozza d'acqua  (spesso di fango) non riesce a trattenersi e si lancia dentro, schizzando  chiunque gli stia intorno
I 4 cani sono  "esperti" di pet therapy, sia per i bambini che per gli anziani, in particolare  quelli con Alzheimer. 
Ginny per la  sua grandezza fisica lavora molto in reparti di  neurochirurgia e o neurosensoriali, adatta per la riattivazione motoria dopo  interventi importanti oppure con bambini che hanno caratteristiche depressive,  malattie psichiatriche, problemi di iperattività. 
I  cani piccoli come Polpetta e Muffin sono capaci all'occorrenza di stare in  collo ai bambini o di salire sui letti. 
Fanno  sorridere, procurano emozioni positive e di tranquillità, fungono da  'rompighiaccio', attirando l'attenzione del bambino anche solo con lo sguardo,  laddove non può esserci un'interazione fisica.   
Nella  stessa seduta, spesso i cani di taglie diverse vengono condotti insieme. Con  i grandi è possibile lavorare sulla riabilitazione motoria, mentre quelli  piccini suscitano simpatia, coccole, sono utili nell'accrescere l'autostima e  diminuire le paure.
  I loro amici a due zampe, grazie anche alla fisicità simpatica di natura, li  accarezzano, danno loro da mangiare, li accudiscono e fanno obbedire a semplici  ordini, entrano in contatto con il linguaggio non verbale dell'animale. Questa  esperienza ha vari riscontri positivi: migliora la qualità della vita, la  socializzazione, l'autostima e accelera la guarigione. Per questi pazienti,  significa anche trascorrere qualche ora in un ambiente diverso, nella natura,  senza barriere e incamerare ricordi che avranno effetti benefici su di loro per  molto tempo.
COME VENGONO SCELTI I CANI PER LA  PET THERAPY
Non  è tanto la razza (anche se alcune sono predisposte per natura)  a far propendere verso un cane della pet  therapy, quanto il carattere dell'animale nonché le caratteristiche del  soggetto con cui deve relazionarsi. 
Per  esempio in un reparto oncologico, dove il clima è di paura e il bimbo vive un  blocco delle emozioni, è importante attivare una relazione che lavori sugli  aspetti depressivi. Il cane 'ideale' dunque deve avere caratteristiche di  calma, leggerezza, contenimento, deve far sorridere e procurare emozioni  positive e di tranquillità. 
In  una rianimazione-terapia intensiva dove il bimbo è allettato in mezzo a  macchinari e a medici vestiti tutti in un certo modo, è necessario rompere uno  schema di quotidianità sempre uguale. L'animale rappresenta una diversità, deve  colpire l'attenzione facendo esercizi sorprendenti. 
Il  cane della pet therapy deve avere in sé caratteristiche diverse, deve saper  fare molte cose ma allo stesso tempo essere campo e contenuto. 
Il  cane dunque viene scelto in base alle caratteristiche e in base al percorso che  deve fare in ospedale. 
A  livello di razza, sicuramente i labrador sono tra i più adatti perché sono cani  da riporto e per istinto hanno la generosità e l'entusiasmo nella  collaborazione, sanno essere relazionali in maniera molto semplice e pulita,  elemento fondamentale quando si opera in un contesto di grande sofferenza,  paura e perdita delle coordinate della quotidianità come in un ospedale  pediatrico.
  Anche i cani più  piccoli come i meticci sono molto adatti perchè mostrano  una duttilità mentale e una resistenza psicofisica maggiore.
  In ospedale, per esempio, per il tipo di interazione con i piccoli  pazienti è importante presentare tipologie e tipicità fisiche e caratteriali  diverse in base alle esigenze dei reparti e dei pazienti. I cani piccoli sono  capaci all'occorrenza di stare in collo ai bambini o di salire sui letti,  mentre quelli di stazza più grande possono portare i piccoli a fare una passeggiata nei  corridoi. 
Alcune  storie dei cani premiati (nel racconto della dott.a Francesca Mugnai)
In  alcuni reparti come l'oncoematologia  i nostri  cani e gli operatori che li seguono hanno il difficile compito di accompagnare  i bambini nelle ultime ore della loro vita. Per alleviare la loro paura  parliamo dei cani, raccontiamo le loro storie e ci facciamo raccontare le  storie vissute dai bambini
R., una bambina di 4  anni affetta da leucemia, aveva uno splendido rapporto con un  labrador, Cannella, conosciuto durante le fasi di ricovero e di chemioterapia  in ospedale. Quando R. tornava a casa dopo lunghi ricoveri ripeteva con i suoi  gerbilli gli esercizi e l'attività di accudimento provati con il quattro zampe  in ospedale. 
Un altro esempio: A.,  16 anni, affetto da osteosarcoma, durante la degenza nel reparto di  oncoematologia, trascorreva insieme alla sua mamma e allo specialista in pet  therapy interi pomeriggi con Muffin e a parlare  della scelta del cucciolo che avrebbero preso dopo la fine del percorso di  cura. 
O ancora L.: 12 anni,  ricoverato in rianimazione, durante il ricovero in ospedale ascoltava, insieme  al suo papà che con premura lo assisteva, lezioni di "canologia" per poi al suo  rientro a casa riapplicarle con l'amatissimo pastore tedesco. 
S., una bambina di 6  anni ricoverata in neurochirurgia dopo un delicatissimo intervento, si  rifiutava di tornare a camminare. Lo ha fatto solo quando Polpetta ha perso il suo biscottino e lei, per aiutarlo,  istintivamente si è alzata dal letto ed è andato a cercarlo. 
Tutte  storie in cui l'elemento animale unisce nella dimensione del tempo della cura  tutta la famiglia, anche in momenti della vita molto complicati. I cani hanno effetti benefici anche  per i genitori, soprattutto in situazioni disperate per i loro figli:  permettono di vivere un momento di distrazione.
Molte  persone anziane e malate che raggiungiamo negli istituti di cura e che si  rifiutano di camminare per paura del dolore, si alzano per accompagnare Ginny a fare una piccola passeggiata  nel corridoio. 
I  ragazzi con disturbo dello spettro autistico sorridono meno, hanno difficoltà  di socializzazione o a interpretare l'espressione e il tono della voce altrui,  vivono in un mondo tutto interiore. Necessitano di tanto affetto e di una  educazione specifica. Trovano grande beneficio nello stare in particolare con Galileo: con lui e con gli altri  animali della fattoria fanno ottimi esercizi che hanno risultati positivi anche  nella vita familiare.
Il  piccolo T., 8 anni, con DSA, ha avuto un rapporto speciale con il cane che ha  inaugurato la pet therapy all'ospedale Meyer di Firenze: Quelo, un meticcio.  Quando il cagnolino è morto, T. ha chiesto di dedicargli una strada, "Via  Quelo": da un rapporto di amore e amicizia unico tra un bambino speciale che  vive di affetti e di relazioni speciali e un cane speciale che ha lasciato un  ricordo che mai nessuno potrà cancellare. 
  
  
ANTROPOZOA ONLUS
Antropozoa da  oltre 15 anni collabora in maniera continuativa e costante sia nel panorama  regionale che extraregionale con strutture pubbliche e private, ospedali, case  di riposo, centri di salute mentale, scuole e Università, con progetti e  interventi che prevedono l'ausilio degli animali. Il gruppo Antropozoa è  costituito e collabora attivamente con professionisti specializzati con  conoscenza ed esperienza nel campo delle scienze psicologiche educative e  riabilitative e specialisti del mondo animale.
È l'unica  associazione in Italia a lavorare in modo costante e continuativo in una  struttura sanitaria pubblica, ossia l'AOU pediatrica Meyer di Firenze. Qui gli  animali entrano in ogni reparto, inclusi i più delicati come l'oncoematologia e  la rianimazione.
  
  
Antropozoa opera  con circa una ventina di cani, di diverse razze e molte altre specie animali,  quali asini, caprette altri animali da fattoria e sta ultimando la  realizzazione di una 'therapy farm" a Castelfranco di Sopra (Ar).
  
  
Il principio  caratterizzante il "Modello Antropozoa" è che l'operatore è l'attivatore e  facilitatore insieme e con all'animale di dinamiche relazionali complesse  e strategiche, in cui si realizza il cuore dell'intervento di pet therapy.
  
  
L'associazione  ha ricevuto in questi anni importanti riconoscimenti scientifici. Nel 2002 ha vinto a Stoccolma,  al Congresso Internazionale IAHAIO, il premio "The Best Poster" sull'attività con  gli animali condotta nel reparto di Oncoematologia dell'Ospedale Meyer. Ha partecipato come relatore al convegno internazionale  quadriennale sulla pet therapy a Chicago A giorni è  prevista l'uscita dell'edizione italiana del libro "Attachment to pets" di Turner et al., il primo libro scientifico sulla pet therapy edito da Hogrefe per il  quale la presidente di Antropozoa Francesca  Mugnai si è occupata della cura della traduzione e dell'integrazione sulla  pet therapy in Italia. La presentazione del libro sarà il 30 ottobre a Palazzo Medici Riccardi a Firenze preceduta da una lectio  del prof. Dennis Turner e della  professoressa Andrea Beetz, massimi  esperti internazionali di pet therapy.
 Nella foto, Francesca Mugnai con i 4 cuccioli premiati e due immagini di Polpetta e Galileo, utilizzabili citando Antropozoa. 
Nessun commento:
Posta un commento