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martedì 30 giugno 2015

Saldi. Istruzioni per l'uso

Roma, 30.06.2015. Iniziera' a giorni la stagione dei saldi. Certamente nelle numerose offerte che hanno caratterizzato questi mesi, gli sconti non sono un novita'. Per fortuna e meno male. Perche' vuol dire che i consumatori, con il comportamento del non-acquisto, hanno cominciato a far valer il loro potere, convincendo i commercianti che, se vogliono vendere, devono prima di tutto avere prezzi concorrenziali. I saldi comunque rappresentano un appuntamento, in modo particolare per l'abbigliamento.
Il decalogo che segue elenca una serie di accorgimenti -prima, durante e dopo l 'acquisto- che possono aiutare, vista la frenesia che spesso attanaglia il consumatore desideroso di "fare l'affare", a non prendere la tradizionale fregatura:
PRIMA DI SCEGLIERE L'ACQUISTO
1) Non fare acquisti, se non indispensabili, prima dell'avvio dei saldi. Nei giorni pre-saldi sarebbe opportuno fare un giro per i negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato;
DURANTE L'ACQUISTO - PREZZI
2) Non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualita' della merce di riferimento (dopo non si potra' rivendicare il cambio di un prodotto perche' il negozio a cento metri piu' in la' vende lo stesso ad un prezzo dimezzato);
3) non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale. Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che produca da se' e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche piu' ampie;
4) ricordarsi che prezzi tipo "49,90" euro vuole dire "50,00" e non "49,00".
DURANTE L'ACQUISTO - PAGAMENTI
5) Le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perche' siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat. Si puo' chiedere di usufruire di questa forma di pagamento, e in caso di diniego segnalarlo all'istituto di credito, che potrebbe anche annullare la convenzione con quel commerciante.
DURANTE L'ACQUISTO - QUALITA'
6) Guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di piu', quelli sintetici meno. La percentuale di composizione puo' variare notevolmente e incidere sul costo finale;
7) I capi d'abbigliamento riportano l'etichetta con le modalita' di lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di cio' che e' indicato: la sua esperienza puo' servire a prevenire spiacevoli sorprese dopo che si e' portato il capo d'abbigliamento in lavanderia;
8) Essere pignoli. Di un capo verificare se e' di pura lana vergine o di lana. La seconda lana puo' essere riciclata, la prima no. Di un capo di cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie;
9) diffidare dei capi d'abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o colori: e' molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato solo per l'occasione e quindi con un finto prezzo scontato;
DURANTE E DOPO L 'ACQUISTO
10) Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo "la merce venduta non si cambia": esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perche' difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide. Ricordarsi che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: per cui se si e' sbagliata la taglia o si e' semplicemente cambiato idea, e' solo la disponibilita' del commerciante che puo' ovviare al problema, ma non c'e' un diritto del consumatore.


Primo Mastrantoni, segretario Aduc

HEALTHNET, LE BUONE PRATICHE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DI VITA DEGLI ANZIANI



Brindisi, 30 giugno 2015. Si chiama HealthNet, l'innovativo modello di assistenza socio-sanitaria che prevede l'utilizzo di una piattaforma digitale per monitorare da remoto i pazienti ultrasessantacinquenni che vivono nel territorio di Brindisi.

La rete integrata di servizi socio-assistenziali per la gestione delle prestazioni ambulatoriali e domiciliari è stata realizzata da Liferesult Srl, Sabacom Srl e Cadan Srl, in risposta alla manifestazione di interesse dell'ASL di Brindisi (utente finale) e con l'aiuto del CNR-IAC (laboratorio di ricerca), attraverso il bando Living Labs SMARTPUGLIA 2020 - Supporto alla crescita e sviluppo di PMI specializzate nell'offerta di contenuti e servizi digitali, cofinanziato dall'UE.

Il progetto, presentato oggi presso la Sala Convegni dell'ASL di Brindisi, ha visto la partecipazione di Giuseppe Pasqualone, direttore generale ASL di Brindisi, Cosimo Consales, sindaco di Brindisi, Francesco Surico, direttore generale di InnovaPuglia S.p.A., Giuseppe Romano, consigliere regionale, Rosa Maria Capozzi, CNR-IAC e responsabile scientifico progetto, Paolo Casacci, LifeResult, coordinatore progetto, Carmelo Tommasi, project manager Cadan, Francesco Ciliberti, project manager Sabacom, Fabiano Amati, consigliere regionale, e di Giuseppina Scarano, responsabile ufficio stampa ASL Brindisi, che ha moderato l'incontro.

HealthNet consentirà ai cittadini anziani del territorio di Brindisi - secondo l'ISTAT, al 1° gennaio 2015 gli ultra ultrasessantacinquenni nella sola provincia di Brindisi sono oltre 85 mila e oltre 830 mila in Puglia - di effettuare prenotazione online di visite e prestazioni ambulatori, consentendo di monitorare i tempi di attesa e di accedere all'intera offerta sanitaria presente sul territorio, e di servizi domiciliari, favorendo la permanenza dell'anziano nella propria abitazione e riducendo la necessità di ricoveri ospedalieri e il numero di posti letto occupati nei nosocomi, e migliorando la gestione della malattia.

Un modello tecnologico che consentirà, ai soli operatori autorizzati, di visualizzare sia la cartella clinica elettronica che informazioni cruciali sul paziente - esiti di analisi, esami e di valutazioni mediche, terapie in corso, piani terapeutici attivi e particolari condizioni di fragilità -. Tale innovativa piattaforma di gestione di dati di pazienti con fragilità - dal nome Includo - è la vera punta di diamante del progetto HealthNet.

Tra le poche realtà tecnologiche a livello nazionale, la soluzione 'made in Puglia' Includo permetterà di coordinare e gestire efficacemente e proattivamente le attività di operatori sanitari e sociali coinvolti nel percorso di recupero del degente anziano e, allo stesso tempo, di monitorare le debolezze e le spese ad essa legate.

Questo consentirà alla rete informatica dell'azienda sanitaria - e quindi i servizi ambulatoriali e ospedalieri - di interfacciarsi agevolmente con quella di associazioni di volontariato e organizzazioni sociali.

In tale contesto, durante l'incontro di oggi, è stata promossa l'attività di Living Lab, laboratorio innovativo che mira a sensibilizzare e coinvolgere onlus e cittadini volontari brindisini in attività di assistenza agli anziani non autosufficienti al fine di favorire loro una migliore qualità di vita e un invecchiamento attivo, vitale e dignitoso in una collettività solidale qual è la comunità di Brindisi.

«L'anziano - ha dichiarato Rosa Maria Capozzi, CNR-IAC e responsabile scientifico del progetto HealthNet - deve essere non più l'oggetto di una pianificazione socio-sanitaria ma il protagonista della promozione della salute. Da qui parte il concetto di 'community care', la comunità intesa come la collaborazione strettissima tra professionisti pubblici - medici, specialistici e infermieri -, e assistenti sociali, psicologi, volontari e care-giver - familiari, vicinato e altre figure non sanitarie - a sostegno del degente anziano. Con lo scopo di garantire l'integrazione tra assistenza sanitaria e sociale e, tra sfera pubblica e privata, al fine di conciliare una migliore prestazione socio-sanitaria e un contenimento dei costi.»

HEAD e Maria Sharapova presentano la nuova collezione di borse da tennis con controllo climatico


HEAD e Maria Sharapova presentano la nuova collezione di borse… da tennis
MASSIMA FUNZIONALITA' E LOOK ACCATTIVANTE


Bregenz/Austria, 30 giugno 2015. HEAD e la grande stella del tennis Maria Sharapova presentano la quinta collezione di borse porta racchette HEAD Maria Sharapova. Piena di stile quanto pratica, questa collezione abbina il gusto personale della superstar del tennis alle tecnologie innovative applicate ai prodotti HEAD come il controllo climatico CCT+ per proteggere le racchette dalle temperature estreme rispondendo così a tutte le esigenze delle giocatrici moderne.
Ideata in stretta collaborazione con Maria, la borsa unisce diverse idee e suggerimenti proposti dalla campionessa. Oltre al design e alla gamma di colori, la borsa si distingue per una combinazione di materiali esclusivi, tra cui le chiusure lampo di qualità premium e la decorazione impunturata.
Il risultato: look, durata e qualità ai massimi livelli. Inoltre, un nuovo logo Maria Sharapova in 3D e un logo HEAD in rilievo posizionato sul fondo in pelle sintetica PU, distinguono questa borsa da tutte le altre.
L'attuale n. 2 della classifica WTA inaugura la "Maria Sharapova Racquet Court Bag" per la prima volta a Wimbledon. Realizzata in pelle sintetica PU e nylon Oxford per ottenere leggerezza e un profilo sportivo, questa borsa possiede anche molti requisiti tecnici. 
Uno dei due scomparti principali, che può contenere fino a sei racchette, è dotato della tecnologia di controllo climatico CCT+ per proteggere le racchette dalle temperature estreme. Una sacca porta scarpe separa le calzature dal resto della borsa, requisito necessario soprattutto quando si gioca su campi in terra rossa. 
Un'ulteriore tasca in mesh, due tasche frontali, la tracolla staccabile e regolabile e la borsetta removibile, soddisfano le esigenze di ogni giocatrice. 
Dopo tutto, chi meglio di una campionessa come Maria può progettare una borsa da tennis?
Accanto alla Maria Sharapova Racquet Court Bag, la nuova collezione di borse da tennis Maria Sharapova di HEAD comprende anche la Maria Sharapova Racket Combi Bag  che consente alle giocatrici di essere pratiche e alla moda sia dentro che fuori dal campo.
La nuova collezione è già disponibile presso rivenditori selezionati di tutto.
Maria Sharapova Racquet Court Bag euro 120
Maria Sharapova Racket Combi Bag euro 90



SU HEAD TENNIS
HEAD TENNIS, una parte di HEAD NV, è produttore e distributore globale di attrezzature per il tennis di brand premium oltre che di calzature ed equipaggiamento per atleti a tutti i livelli competitivi. Dal lancio avvenuto alla fine degli anni '60, quando il fondatore di HEAD Howard Head first introdusse la racchetta da tennis in alluminio, i prodotti chiave della divisione hanno conquistato posizioni di mercato top grazie alle vendite e alla fama. Molti dei tennisti ai primo posti attuali nelle classifiche ATP e WTA, inclusi Novak Djokovic, Andy Murray, Richard Gasquet, Tomas Berdych, Maria Sharapova e Sloane Stephens, fanno parte della famiglia dei tennisti HEAD.

Latte in polvere, Scanavino (Cia): no allarmismo, pericoloso per il "made in Italy" agroalimentare

Il presidente della Cia Scanavino: sbagliato diffondere notizie superficiali che mancano del necessario approfondimento. Il latte in polvere è vietato nella produzione dei formaggi Dop e, comunque, per gli altri prodotti resta l'obbligo di indicarne un eventuale utilizzo tra gli ingredienti.

 

            Il polverone mediatico che si sta creando intorno al divieto di utilizzare il latte in polvere per i prodotti lattiero-caseari "rischia di innescare preoccupanti allarmismi tutti a svantaggio del made in Italy agroalimentare". Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino, commentando la vicenda della lettera con cui la Commissione Ue ha richiamato l'Italia a correggere la legge n.138 del 1974.

            "Sarebbe opportuno che tutte le organizzazioni di categoria facessero chiarezza sulla questione e richiamassero alla razionalità, anziché spaventare i consumatori con paure spesso infondate -prosegue Scanavino-. È bene chiarire innanzitutto che il latte in polvere non può essere utilizzato, a prescindere, per la produzione di prodotti a denominazione di origine protetta. Parmigiano, Grana Padano, Mozzarella di bufala, Pecorino, Asiago, Provolone e tutti gli altri 50 prodotti caseari 'made in Italy' restano estranei a questa vicenda".

            Sono queste le produzioni che utilizzano gran parte del latte trasformato e dove i disciplinari non prevedono il latte in polvere. Per gli altri prodotti, qualora anche le prossime riunioni a Bruxelles dovessero tradursi in un nulla di fatto per l'Italia, resta l'obbligo di indicare un eventuale utilizzo di latte in polvere tra gli ingredienti.

            "Certamente -continua il presidente della Cia- si può e si deve discutere riguardo alle modalità con cui gli ingredienti sono indicati sulle etichette dei formaggi e sulla possibilità di incidere per modificare la normativa europea. Ma cosa ben diversa è l'atteggiamento e l'azione di alcuni preoccupati unicamente a diffondere allarmismo. Eppure quelli che oggi infondono paure sono gli stessi che hanno sostenuto il progetto per il polverizzatore del latte nel Nord Italia. Se ci fosse un po' più di coerenza -conclude Scanavino- magari si riuscirebbe a difendere e a tutelare le imprese agricole, anziché metterne a rischio la redditività attraverso la diffusione di informazioni e notizie superficiali e che mancano del necessario approfondimento".



ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA: DISQUISENDO DI REGOLE ED ASIMMETRIE



Il sistema che si sta completando per quanto concerne il quadro normativo di riferimento dell’assistenza sanitaria integrativa e complementare rappresenta il punto di approdo di un modello giuridico perfezionato in oltre 100 anni di storia e di diritti costituzionalmente riconosciuti.

Il progressivo invecchiamento della popolazione, il miglioramento costante delle tecniche medicali, lo sviluppo intenso della ricerca medica  e l’ampliamento scientifico dei campi di attività della medicina moderna rappresentano elementi che determinano un dato certo: l’impossibilità dello Stato di sostenere le spese di un’assistenza sanitaria pubblica diffusa.

La soluzione, piaccia o non piaccia, non può che essere la concentrazione delle risorse a disposizione verso la tutela delle fasce economicamente più deboli della popolazione con il progressivo incremento della spesa sanitaria che rimane a carico delle fasce di reddito medio, medio-alto ed alto.

Un concetto logico e matematico inopinabile che consente di comprendere la ragione per la quale una percentuale sempre maggiore della popolazione italiana e’ chiamata a contribuire di tasca propria ai costi sanitari sostenuti dagli individui e dalle famiglie.
L’importante è anche comprendere che noi cittadini possiamo integrare, però utilizzando il nostro denaro ma a costi contenuti, le spese sanitarie necessarie in quanto ci sono a disposizione valide soluzioni integrative e complementare consolidate.

Il modello sanitario garantito dallo Stato costituisce infatti il cosiddetto primo pilastro della sanità integrativa. Tale pilastro può essere integrato dal secondo pilastro, ormai definito sia giuridicamente che socialmente, rappresentato dai Fondi Sanitari e dalle Società di Mutuo Soccorso.

Tutti i cittadini hanno da tempo la possibilità di mutuarsi, nel vero senso della parola, tra di loro, generalmente per categorie omogenee, versando dei contributi a delle società senza scopo di lucro nelle quali ciascuno di essi è, di fatto, socio nonché rappresentato nel modello gestionale ed operativo.
Le Società di Mutuo Soccorso, caratterizzate da un modello legislativo in vigore da oltre 100 anni di storia e confermato oltre che adeguato nel corso del tempo (da ultimo l’art.23 del D. Lgs. 179/2012), ed i Fondi Sanitari, disciplinati da un inquadramento giuridico sostanziato diffusamente negli ultimi venti anni, costituiscono le uniche forme societarie ed associative autorizzate ad operare nel secondo pilastro dell’assistenza sanitaria integrativa.

Parallelamente a quanto è avvenuto nel sistema previdenziale, ove i diritti pensionistici hanno sofferto della stessa logica evolutiva econometrica oggi vissuta dal diritto all’assistenza sanitaria determinando la nascita di un sistema in cui la pensione garantita dallo stato potesse essere integrata dai Fondi Pensione, anche nel sistema sanitario l’assistenza di base garantita dallo stato viene integrata dal secondo pilastro gestito da Fondi Sanitari e Società di Mutuo Soccorso, peraltro legittimati altresì all’erogazione delle prestazioni sanitarie integrative nell’ambito delle contrattazioni collettive nazionali (CCNL).

La costituzione, le leggi, le normative, la storia, la logica, l’interesse sociale non solo in Italia ma anche in tutti i paesi europei dicono questo.
Sicuramente i volumi economici in gioco nel quadro sopra descritto attirano anche l’interesse dell’imprenditoria privata nei confronti del secondo pilastro dell’assistenza sanitaria, ma, oltre a negare più di 100 anni di diritti giuridicamente consolidati, sarebbe un grave errore economico e sociale trascendere dall’aspetto mutualistico puro per aprire tale mondo alla gestione privatistica.

Nel campo della sanità integrativa sempre più spesso si sente parlare di asimmetrie  legislative e fiscali, di rispetto delle regole, di diritti acquisiti da parte di quei soggetti privati che raccontano di vantare un presunto diritto alla gestione mutualistica privo, però, di fondamento,
Ma le regole ci sono e sono chiare e definite: la gestione privatistica dell’assistenza sanitaria integrativa e complementare deve operare in un ulteriore livello sistemico che è quello definito come terzo pilastro, al quale coloro che ne hanno le possibilità economiche possono rivolgersi per integrare ulteriormente le loro garanzie di assistenza sanitaria.

Pensare che le norme che regolano i soggetti privati che operano nel terzo pilastro dell’assistenza sanitaria integrativa e complementare debbano essere applicate ai soggetti mutualistici che operano nel secondo pilastro è un illogico giuridico ed una violazione costituzionale.
Se i soggetti privati ambiscono ad operare nel perimetro definito del secondo pilastro debbono farlo secondo le regole stabilite, nel rispetto dei veri principi mutualistici e tramite i modelli societari a questo preposti, senza ricorrere a modelli ibridi, come per esempio la creazione di Casse di Assistenza Sanitaria “ad hoc” finalizzate esclusivamente a consentire a prestazioni private la fruibilità dei vantaggi fiscali garantiti dalla legge alle prestazioni mutualistiche, con un modello che ad un attento esame rappresenta un sistema “posticcio” e forse anche elusivo.

E se il nostro paese vuole crescere veramente da un punto di vista economico, sociale, politico ed organizzativo deve necessariamente abbandonare le logiche corporativistiche che hanno determinato la creazione di modelli nei quali tutto è possibile e nulla è certo  iniziando a seguire con coerenza le regole costituzionali, applicando con convinzione le leggi esistenti, attenendosi alle norme giuridiche e sociali vigenti.

E questo vale anche nel settore dell’assistenza sanitaria integrativa e complementare nel quale l’A.N.S.I. (Associazione Nazionale Sanità Integrativa), che rappresento con grande orgoglio in qualità di Presidente, sempre vigila e sempre vigilerà affinché il diritto alla salute di ciascuno di noi sia garantito da sistemi giuridicamente coerenti, socialmente utili, economicamente sostenibili e non gestito con modelli creati solo per interessi corporativi.

Roberto Anzanello
Presidente Associazione Nazionale Sanità Integrativa.

lunedì 29 giugno 2015

Dea Terra Italia Summer Beauty Kit

SUMMER BEAUTY KIT DEA TERRA ITALIA
BELLE E ABBRONZATE, NATURALMENTE

1 Kit Viso e Corpo e 1 Kit Corpo per prepararsi all'esposizione solare senza passi falsi
+
La beauty bag con l'essenziale per una pelle luminosa e idratata

Finalmente l'estate è arrivata! Al mare o in montagna, porta sempre con te la nuova Summer Beauty Bag di Dea Terra Italia e mantieni così la tua pelle luminosa e idratata, per un'abbronzatura a lunga durata, anche dopo le vacanze.

Dea Terra Italia è la nuova linea di cosmetici basata su estratti naturali e "locally made in Italy". La linea include trattamenti spa e prodotti cosmetici per viso e corpo. 

I prodotti contengono ingredienti naturali, tipici delle regioni italiane, dai quali Dea Terra Italia estrae i preziosi principi attivi per la salute della pelle. Dea Terra Italia vi invita ad un viaggio estetico attraverso l'Italia, anche d'estate, con i Summer Beauty Kit Dea Terra. 

Dopo l'esposizione solare è necessario riequilibrare la nostra pelle. I prodotti Dea Terra Italia, grazie ai complessi vegetali, penetrano nella pelle idratandola e ristrutturandola, neutralizzando i radicali liberi e prevenendo i segni dell'invecchiamento.  La pelle ritrova così freschezza, luminosità e comfort.
E non dimenticare la tua protezione solare durante l'esposizione! 

Acquista online su Time for your Skin timeforyourskin.it  oppure scegli il negozio o il centro benessere più vicino a te dea-terra.com


Kit Viso e Corpo
Rejuvenating Serum + Velvet Body Fluid + Milky Body Oil + shopper in juta in omaggio
Pre e post l'esposizione solare – 3 prodotti per prepararsi al sole senza passi falsi
Azione:
Attivano naturalmente le difese della pelle
Desensibilizzano e calmano le reazioni della pelle dopo l'esposizione solare
Altamente idratanti
Una protezione anti radicali liberi

Benefici:
Favoriscono l'adattamento progressivo al sole.
Proteggono e minimizzano gli effetti nocivi del sole come scottature, invecchiamento e discromie cutanee. Regalano un'immediata sensazione che lenisce e rinfresca, restituendo comfort e benessere alla pelle dopo l'esposizione solare. Prevengono la desquamazione, diminuiscono le sensazioni di disagio della pelle dopo l'esposizione. Illuminano e idratano in profondità i tessuti, mantenendo l'abbronzatura luminosa, a lungo.

Indicazioni:
Per tutti i tipi di pelle. Il Rejuvenating Serum, con estratto di elicriso di Sardegna, dalla texture liquida ed elastica, è un siero ideale per l'area viso collo e decolté, che penetra immediatamente svolgendo molteplici azioni: antiossidante, rigenerante, antirughe e rassodante. Il Milky Body Oil, a base di ossido di zinco, e il Velvet Body Fluid, con olio di nocciola del Piemonte, sono perfetti per la pelle del corpo che dopo l'applicazione risulta luminosa, rassodata e idratata. Applicare i prodotti dopo l'esposizione solare ed al ritorno dalle vacanze.


Kit Corpo
Velvet Body Fluid + Milky Body Oil + shopper in juta in omaggio
2 prodotti per idratare, rassodare e illuminare la pelle del corpo

Azione:
Due prodotti polivalenti che miscelati insieme potenziano i benefici per la pelle
Desensibilizzano e calmano le reazioni della pelle dopo l'esposizione solare
Altamente idratanti, rassodanti ed elasticizzanti
Una protezione anti radicali liberi

Benefici:
Favoriscono il riequilibrio della pelle dopo l'esposizione solare
Regalano un'immediata sensazione che lenisce e rinfresca, restituendo comfort e benessere alla pelle dopo l'esposizione solare. Prevengono la desquamazione, diminuiscono le sensazioni di disagio della pelle. Illuminano e idratano in profondità i tessuti, mantenendo l'abbronzatura luminosa, a lungo. Rassodano la pelle e la rendono più morbida ed elastica.

Indicazioni:
Il Milky Body Oil, a base di ossido di zinco , può essere applicato sul corpo subito dopo l'esposizione solare, anche prima della doccia, per rigenerare la pelle immediatamente dopo l'azione del sole. Dopo il bagno, per idratare e rassodare, applica il  Velvet Body Fluid, con olio di nocciola del Piemonte, su tutto il corpo, facendo particolare attenzione alla zona collo, decolté, seno ed interno braccia.



Prezzi al pubblico

KIT VISO E CORPO:   
                
Velvet Body Fluid                                       36,60
Milky Body Oil                                             36,60
Rejuvenating Serum                                   73,20
 + SHOPPER JUTA in omaggio                                                                                                 
  146,40   - 20%
EURO      115,00


KIT CORPO:
Velvet Body Fluid                                        36,60
Milky Body oil                                              36,60
 + SHOPPER JUTA  in omaggio                  73,20  -15%
                                                        EURO         62,00

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Italia: un paese di golosi! Troppi dolci nella dieta degli italiani e le donne ne mangiano di più rispetto agli uomini. Campagna Curare la Salute 2015

Italia: un paese di golosi!


Troppi dolci nella dieta degli italiani e le donne ne mangiano di più rispetto agli uomini, mentre frutta e verdura sono consumate troppo poco.
 
Presentati a "Pianeta Nutrizione ed Integrazione", nell'ambito di EXPO, i primi risultati del test della Piramide Alimentare di Curare la Salute 2015.

 

Milano, 29 Giugno 2015 – Siamo il Paese della Dieta Mediterranea e la maggioranza degli Italiani è assolutamente convinta di mangiare bene. Ma nei fatti, spesso non è così. "Nella dieta degli italiani sono presenti molti dolci e le donne ne mangiano di più rispetto agli uomini - spiega il Prof. Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull'Obesità dell'Università degli Studi di Milano, firmatario della Nuova Piramide Alimentare INRAN 2009 e membro del Comitato Scientifico di Curare la Salute 2015 - Questa è la fotografia delle nostre abitudini alimentari registrata dal Test della Piramide Alimentare della Campagna Curare la Salute 2015".
Nata con l'obiettivo di informare e sensibilizzare la popolazione sull'importanza di prendersi attivamente cura di sé, partendo dall'alimentazione e da uno stile di vita virtuoso, l'iniziativa è quest'anno alla sua seconda edizione e, nell'anno di Expo, lancia in rete la versione interattiva della Piramide Alimentare. Rispondendo alle domande proposte, il test genera una piramide personalizzata, evidenziando l'aderenza o lo scostamento tra la propria alimentazione e quanto indicato dalla Piramide Alimentare.

In occasione del VI Forum multidisciplinare "Pianeta Nutrizione ed Integrazione", che si è appena concluso a Milano, nell'ambito di EXPO, sono stati presentati i risultati dei primi tre mesi di rilevazione. 


Dei circa 2.400 italiani che hanno effettuato il test sul sito www.curarelasalute.com, il 45% dichiara di mangiare dolci in eccesso, percentuale che si alza fino al 48% nelle donne di tutte le età.  La dieta degli italiani risulta anche molto povera di cereali, l'82% dichiara di non mangiarne le 4 porzioni giornaliere raccomandate, e di pesce, il 62% dichiara di non consumarlo affatto.
Nonostante si registri un lieve miglioramento rispetto alla rilevazione del 2014 ("Test della salute" promosso nella prima edizione della Campagna per scoprire il livello di conoscenza e consapevolezza rispetto alla nutrizione), il consumo di frutta e verdura risulta inferiore rispetto alle dosi consigliate dall'OMS: il 73% mangia meno delle 4-5 porzioni giornaliere raccomandate, mentre nel 2014 era l'80%. Un trend, quindi, in miglioramento, ma ancora distante dalle quantità indicate come ottimali.

"Alla luce di questi risultati" sottolinea il Prof. Carruba "risulta fondamentale ricordare che un'alimentazione varia ed equilibrata e l'attività fisica svolta regolarmente sono alla base di una vita in salute. Come indicato dalla piramide alimentare, l'organismo ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente. Frutta e verdura a tavola ogni giorno sono, in particolare, fondamentali perché sono in assoluto i cibi più ricchi di vitamine e minerali, i cosiddetti "nutrienti essenziali", che l'organismo non è in grado di produrre autonomamente. Dove la sola alimentazione non basta, un aiuto può arrivare anche dall'integrazione: quella multivitaminica e multiminerale, anche secondo le più recenti evidenze scientifiche, ha dimostrato di essere sicura ed efficacie nel prevenire gravi patologie croniche*."

La Campagna Curare la salute 2015 non è stata sviluppata solo on-line ma coinvolge anche le farmacie; all'interno di quelle aderenti all'iniziativa sono disponibili materiali informativi (poster e leaflet) rivolti al pubblico e contenenti messaggi educazionali in tema di sana alimentazione. Cogliendo inoltre l'occasione di Expo 2015, è stata anche realizzata una versione in inglese dei materiali, destinata - nello specifico – alle farmacie del bacino lombardo, con l'obiettivo di diffondere il messaggio di una sana alimentazione, a partire dal modello mediterraneo, anche al pubblico internazionale in visita nel nostro Paese in occasione della manifestazione. 

 
"Curare la Salute", patrocinata da Federfarma, FOFI, SIMG, ADI e Padiglione Italia EXPO 2015, annovera tra i componenti del suo comitato scientifico, la Dott.ssa Annarosa Racca, Presidente di Federfarma, il Prof. Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull'Obesità dell'Università degli Studi di Milano, il Dott. Luigi Canciani, Responsabile Nazionale Area Prevenzione ed Educazione alla salute SIMG, il Dott. Francesco Carlo Gamaleri, Consiglio Direttivo Ordine dei Farmacisti delle Province di Milano, Lodi e Monza e Brianza e il Dott. Lucio Lucchin, Direttore Struttura Complessa di Dietetica e Nutrizione

venerdì 26 giugno 2015

Arriva il glutine digeribile

Ricercatori dell’Isa-Cnr e Ibp-Cnr hanno dimostrato che il piccolo farro contiene un glutine più digeribile rispetto al grano tenero e potrebbe essere adatto per soggetti sensibili a questa sostanza. Lo studio è pubblicato su Molecular Nutrition and Food Research e apre nuove prospettive di prevenzione della celiachia

Il grano monococco, ossia il Triticum monocccum, anche noto come piccolo farro, pur essendo un cereale che contiene glutine, cioè la sostanza proteica che in soggetti geneticamente predisposti scatena allergie e intolleranze, potrebbe essere un alimento adatto a prevenire la celiachia. Sembra una contraddizione, si tratta invece della conclusione a cui è giunto un team di ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche coordinati da Gianfranco Mamone dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa-Cnr) di Avellino e da Carmen Gianfrani dell’Istituto di biochimica delle proteine (Ibp-Cnr) di Napoli con un articolo pubblicato sulla rivista Molecular Nutrition and Food Research.
“Il monococco, le cui origini risalgono a diecimila anni fa, è un frumento con un genoma più semplice rispetto agli altri cereali e ha costituito la base della dieta delle popolazioni agricole per migliaia di anni, sostituito poi in gran parte dal grano tenero e duro, più produttivi e di facile trebbiatura”, spiega Mamone. “Con il nostro studio abbiamo scoperto che varietà antiche di questo cereale contengono un glutine più fragile e dunque più digeribile e meno tossico rispetto al grano tenero (Triticum aestivum). La riproduzione in vitro del processo di digestione gastrointestinale, seguita dall’analisi proteomica e dalla valutazione della tossicità immunologica su biopsie intestinali e cellule linfocitarie prelevate da soggetti celiaci, ha dimostrato che la parte proteica del glutine, dannosa per i celiaci, è in gran parte distrutta durante il processo di digestione del grano monococco, contrariamente a quanto succede per il glutine del grano tenero”.

Una notizia positiva dunque, solo però in termini di prevenzione. “Seppur notevolmente meno dannoso, il monococco non è comunque idoneo per pazienti che hanno già manifestato la celiachia”, puntualizza Gianfrani. “Invece, potrebbe avere effetti benefici sullo sviluppo della malattia in soggetti ad alto rischio di celiachia. Infatti, dal momento che esiste una stretta correlazione tra la quantità di glutine assunta e la soglia per scatenare la reazione infiammatoria avversa, un’azione preventiva potrebbe essere quella di utilizzare grani con minor contenuto di glutine. Pertanto un grano come il monococco che contiene un glutine più digeribile, e dunque meno nocivo, potrebbe essere un valido strumento per la prevenzione di questa patologia”.

A beneficiare di un dieta a base di piccolo farro sarebbero, secondo i ricercatori, anche i soggetti con sensibilità al glutine. “Oggi sappiamo che gli alimenti a base di grano monococco sono ben tollerati anche da chi soffre di questo disturbo alimentare, che ha caratteristiche diverse dalla celiachia. Quindi, il prossimo passo della ricerca sarà eseguire gli esperimenti direttamente sui soggetti intolleranti per avere la conferma della minore tossicità del monococco e riportare sulla nostra tavola un grano antico”, concludono i ricercatori.

Roma, 26 giugno 2015

LE DONNE LAVORANO 156 ORE IN PIU’ DEGLI UOMINI, MA L’ACCESSO AL CREDITO E ALLE TERRE RESTA PROBLEMATICO

Secondo gli ultimi dati FAO sulle donne in agricoltura, il genere femminile è ormai una una pietra fondamentale nella lotta alla fame nel mondo. Nonostante ciò non hanno ancora le stesse possibilità degli uomini

Lavorano di più, fanno i lavori più duri, le loro aziende producono di più e contribuiscono a più dell'60% della produzione di cibo mondiale, ma nonostante ciò non hanno le stesse possibilità di accesso alla terra, all'educazione, all'innovazione ed al credito degli uomini.

Secondo gli ultimi dati FAO sulle donne in agricoltura, riportati dall'OMA (Organizzazione Mondiale degli Agricoltori) in occasione dell'Assemblea Generale in corso in questi giorni a Milano, la differenza di genere, soprattutto in Asia e Africa, è ancora molto grande e dura da colmare.

In Asia e Africa, le donne lavorano in media 156 ore in più degli uomini nel corso dell'anno, trasportano più di ottanta tonnellate di combustibile, acqua e prodotti agricoli per chilometro; gli uomini solo un ottavo di queste quantità, con una media di dieci tonnellate per un chilometro all'anno. Inoltre spendono tutto ciò che guadagnano in nuovi investimenti per il bene dell'azienda e in esigenze familiari, mentre invece gli uomini destinano il 25% dei loro guadagni ad altri scopi.

C'è anche da dire che le donne stanno dimostrando una grande capacità nell'organizzazione e nella gestione di imprese agricole, Infatti il 2 per cento delle terre della loro famiglia, rende la metà della produzione totale dell'intera fattoria, una su cinque delle quali è gestita da donne. E producono più del 20 per cento del reddito familiare e il 40 per cento del fabbisogno alimentare domestico.

"Noi donne - afferma Susan Carlson, facilitator WFO's Women Committee - non siamo solo delle semplici produttrici agricole, ma siamo le responsabili del nutrimento e della sicurezza alimentare dell'intero pianeta"

Nonostante ciò le donne non riescono ad avere le stesse opportunità di accesso alle terre e al credito degli uomini.In alcuni paesi dell'Africa la legge non permette loro di avere terre, non hanno istruzione né possibilità di studiare e soprattutto non viene dato loro credito poiché non hanno garanzie da fornire.

"Il nostro obiettivo - conclude Susan Carlson - è dare vita ad una concertazione di intenti nell'ambito dell'OMA tra le donne che lavorano in agricoltura, dare loro un senso d'identità, consapevolezza, formazione e un potenziale per far capire loro che sono fondamentali nella lotta alla fame nel mondo. Chiaramente questo non vuol dire escludere gli uomini anzi, questa è una battaglia che dobbiamo combattere tutti insieme, donne e uomini sulla stessa linea."

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