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giovedì 31 luglio 2014

Ministero Salute: nessun rischio per Ebola in Italia.


L'OMS non raccomanda restrizioni di viaggi e movimenti di persone, mezzi di trasporto e merci.

L'Italia già da tempo ha rafforzato in via cautelativa le misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali.

 

Le comunicazioni fornite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, aggiornate al 27 luglio 2014, informano che i Paesi dell'Africa occidentale affetti dall'epidemia di Malattia da virus Ebola (EVD) sono, al momento, Guinea (Conakry), Liberia e Sierra Leone. La Nigeria ha segnalato un caso importato, poi deceduto, relativo ad cittadino liberiano che aveva avuto contatti molto ravvicinati con un familiare deceduto per Ebola in Liberia a metà luglio.


Si sottolinea che il nostro Paese è attrezzato per valutare e individuare ogni eventuale rischio di importazione della malattia e contenerne la diffusione e che l'OMS e il Centro Europeo Controllo Malattie dell'Unione Europea non raccomandano a tutt'oggi misure di restrizione di viaggi e movimenti internazionali in relazione all'epidemia di EVD in Africa occidentale.


Il Ministero della Salute italiano ha dato per tempo, e continua ad aggiornare in tempo reale, disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali (porti e aeroporti presidiati dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera – USMAF) e sono state date indicazioni affinché il rilascio della libera pratica sanitaria alle navi che nei 21 giorni precedenti abbiano toccato uno dei porti dei Paesi colpiti avvenga solo dopo verifica, da parte dell'USMAF, della situazione sanitaria a bordo. Per ciò che concerne gli aeromobili è stata richiamata la necessità della immediata segnalazione di casi sospetti a bordo per consentire il dirottamento dell'aereo su uno degli aeroporti sanitari italiani designati ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale 2005.


Pur in presenza di un rischio remoto di importazione dell'infezione, va in proposito ricordato che l'Italia, a differenza di altri Paesi Europei, non ha collegamenti aerei diretti con i Paesi affetti e che altri paesi europei stanno implementando misure di sorveglianza negli aeroporti.

Riguardo le condizioni degli immigrati irregolari provenienti dalle coste africane via mare, la durata di questi viaggi fa sì che persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in incubazione manifesterebbero i sintomi durante la navigazione e sarebbero, a prescindere dalla provenienza, valutati per lo stato sanitario prima dello sbarco, come sta avvenendo attraverso l'operazione Mare Nostrum.


Si ribadisce che il rischio di infezione per i turisti, i viaggiatori in genere ed i residenti nelle zone colpite, è considerato molto basso se si seguono alcune precauzioni elementari quali, ad esempio, evitare il contatto con malati  e/o i loro fluidi corporei ed evitare il contatto con i corpi e/o fluidi corporei di pazienti deceduti, oltre alle altre semplici e generiche  precauzioni sempre consigliate in caso di viaggi in Africa Sub-sahariana: evitare contatti stretti con animali selvatici vivi o morti, evitare di consumare carne di animali selvatici, lavare e sbucciare frutta e verdura prima del consumo, lavarsi frequentemente le mani.

 


Medicina rigenerativa: l'ENEA nel progetto MERIT



L'ingegneria del tessuto muscolare è una tecnologia emergente che offre promettenti soluzioni per la cura, la sostituzione o la rigenerazione del muscolo per traumi o malattie, casi in cui non esiste oggi una valida soluzione terapeutica. Si tratta di un settore delle biotecnologie che promette di rivoluzionare la biomedicina, aprendo la strada a nuove possibilità di cura e a una migliore qualità della vita dei pazienti.
Queste tematiche sono al centro delle attività del progetto MERIT (Modelli innovativi di riparazione e rigenerazione di tessuti in traumi ortopedici), coordinato dal prof. Luigi Ambrosio, Direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie dei Materiali del CNR, ed in particolare dell'Unità operativa nata dalla collaborazione tra la Fondazione San Raffaele e l'ENEA e diretta da Laura Teodori del Laboratorio "Diagnostiche e Metrologia" dell'Unità Tecnica ENEA "Sviluppo di Applicazioni della Radiazione" (UTAPRAD-DIM).
Dopo tre anni di attività sono stati raggiunti i primi risultati importanti, grazie anche alla partecipazione al lavoro di ricerca di un network internazionale che comprende Università "Pierre e Marie Curie" (Sorbonne Universités, Parigi, Francia), Università di Lipsia (Germania), Indian Institute of Technology (Delhi, India) e Università di Pittsburgh (Stati Uniti).
Il progetto si propone di studiare modelli innovativi di rigenerazione e riparazione per applicazioni in medicina rigenerativa e ingegneria tissutale e suo intento è mettere le basi per realizzare in futuro  una vera e propria "fabbrica dei tessuti".
"La medicina rigenerativa  - spiega  Laura Teodori - ha tra i suoi obiettivi la ricostruzione dei tessuti (tissue factory) e di organi irrimediabilmente danneggiati da malattie, traumi o dall' invecchiamento, offrendo una nuova filosofia di approccio alla malattia: la rigenerazione biologica da parte del corpo del paziente, del tessuto/organo deteriorato, anziché la sua sostituzione con una protesi o un trapianto. Protagoniste di questa rivoluzione scientifica sono, insieme agli scaffold (materiali  bioartificiali che fanno da struttura temporanea per le cellule) e ai biomateriali, le cellule staminali: il nostro approccio originale è stato quello di utilizzare la matrice extracellulare nativa (cioè naturale, non sintetica) come nicchia appropriata in grado di ospitare e promuovere l'accrescimento e il differenziamento delle cellule staminali in caso di ricostruzione e rimodellamento del muscolo".
Roma, 31 luglio 2014

Non hai più fame? Te lo dice l’istamina

la somministrazione di Oea attiva cellule dell'ossitocina nel cervello
Individuato meccanismo con cui il cervello percepisce la sazietà. Pubblicata su Pnas ricerca svolta da Università di Firenze e Cnr in collaborazione con La Sapienza

Individuato il meccanismo chiave attraverso cui il cervello traduce alcuni segnali periferici di sazietà. È il risultato di una ricerca svolta da Università di Firenze e Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza Università di Roma. Il titolo del lavoro, pubblicato su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), è "Satiety factor oleoylethanolamide recruits the brain histaminergic system to inhibit food intake".

"Abbiamo scoperto", spiega Maria Beatrice Passani, ricercatrice del Dipartimento di Neuroscienze, Area del Farmaco e Salute del Bambino (Neurofarba) dell'Ateneo fiorentino, "che il segnale di sazietà prodotto dall'intestino durante il consumo di un pasto da parte di un lipide, l'oleoiletanolamide (Oea), attiva aree specifiche del cervello che usano l'istamina come neurotrasmettitore, favorendo così la cessazione dell'attività alimentare".

"Le prove sperimentali raccolte in questo studio", prosegue Roberto Coccurello dell'Ibcn-Cnr, al cui fianco hanno lavorato per lo stesso istituto Giacomo Giacovazzo e Anna Moles, "dimostrano per la prima volta che l'effetto anoressizzante di Oea viene drasticamente attenuato sia in animali privi della possibilità di sintetizzare istamina, sia in animali le cui riserve neuronali di istamina sono state temporaneamente inattivate attraverso la somministrazione diretta nel cervello di un agente inibitore. Grazie alla nostra ricerca siamo riusciti a individuare la natura dei neurotrasmettitori implicati e a comprendere i meccanismi attraverso cui determinate popolazioni di cellule nervose (neuroni) presenti nel cervello a livello dell'ipotalamo traducono l'informazione mediata da Oea  sullo stato nutrizionale dell'organismo e sul corrispondente livello di sazietà. È stato identificato quindi nel sistema neurotrasmettitoriale dell'istamina una delle componenti fondamentali per veicolare il messaggio di sazietà generato da Oea a livello intestinale".

"La conoscenza di questi meccanismi neuronali, che assolvono un ruolo essenziale nel comportamento alimentare, in quanto contribuiscono alla riduzione dell'appetito, offre nuove prospettive per sviluppare farmaci più efficaci e sicuri per il trattamento dell'obesità, che mirino a incrementare il rilascio di istamina nel cervello", conclude Passani, al cui fianco hanno lavorato – nel team fiorentino - Gustavo Provensi, Hayato Umehara, Leonardo Munari, Nicoletta Galeotti e Patrizio Blandina.

Roma, 31 luglio 2014

mercoledì 30 luglio 2014

"Stamattina ho messo le tue scarpe". Un percorso di avvicinamento alla malattia mentale. Pesaro, 20 e 21 settembre 2014






Pesaro
20-21 settembre 2014

Stamattina ho messo le tue scarpe

Un percorso di avvicinamento alla malattia mentale




Dopo la prima edizione, svoltasi a Urbino nel 2012, Stamattina ho messo le tue scarpe torna ad animare e arricchire di nuovi contenuti gli spazi pubblici di una città. Nel corso di due giornate, sabato 20 e domenica 21 settembre 2014, è possibile vivere in prima persona un percorso di avvicinamento alla malattia mentale, attraverso l'esplorazione di storie e luoghi.



Sono trascorsi oltre trent'anni dall'istituzione della Legge 180 che ha imposto la chiusura dei manicomi e regolamentato il trattamento sanitario obbligatorio attraverso la creazione di servizi di igiene mentale pubblici ma, tutt'oggi, permane il timore nei confronti del disagio psichico.



Stamattina ho messo le tue scarpe, quest'anno accompagnato da una mappa dai racconti video di LeleMarcojanni e dalle illustrazioni di Giordano Poloni, propone una modalità di approccio inedita alla tematica e invita chiunque sia interessato ad immergersi per un giorno in una realtà sconosciuta.



L'iniziativa a cadenza biennale, ideata e diretta da Elena Mattioli e Flavio Perazzini del collettivo LeleMarcojanni, è prodotta e promossa da A.L.P.HA. cooperativa sociale, con il patrocinio di Asur area vasta n.1, Regione Marche e Comune di Pesaro. Stamattina ho messo le tue scarpe è un percorso articolato in tre fasi chiamate assenza, scoperta e restituzione, si ripete il 20 e 21 settembre 2014 e impegna ogni partecipante per una giornata.



I tre momenti:



Assenza - Immersione in una struttura svuotata dei suoi abitanti; i partecipanti, in solitudine e guidati dalla loro sensibilità, esplorano la struttura, dalla palestra alla cucina, dalle stanze private all'ufficio degli operatori. Nell'Assenza sono gli spazi a raccontare, attraverso segni e oggetti, pieni e vuoti.



Scoperta - Lasciata la struttura i partecipanti sono accompagnati nel centro di Pesaro, lungo un percorso che prevede la scoperta di un racconto visivo, attraverso diversi punti di proiezione. Gli abitanti degli spazi svuotati (Assenza), raccontano qui la loro vita e la relazione con il disagio mentale. Racconti a cui occorre tendere l'orecchio, da cercare nello scorrere della routine quotidiana.




Ritorno - L'esperienza emotiva dei partecipanti viene razionalmente ricostruita. Ognuno è invitato a prendere parte ad un momento di confronto collettivo: le sensazioni vissute nelle fasi precedenti sono rielaborate e tradotte in materia di dibattito, al quale partecipano specialisti rappresentanti delle realtà coinvolte e autori attivi in ambito scientifico e culturale chiamati a introdurre il proprio punto di vista sul tema.




Tra gli ospiti confermati Matteo Farinella, giovane autore del graphic novel Neurocomic (Nobrow, 2014 - Rizzoli Lizard, 2014), neuroscienziato con la passione del fumetto. Di base a Londra, dopo il dottorato, con la collega Hana Ros ha realizzato un romanzo grafico per raccontare cosa succede all'interno della nostra mente.



La partecipazione è gratuita ma è necessario iscriversi via mail a info@homessoletuescarpe.it entro il 10 settembre 2014.



Termine iscrizioni
10 settembre 2014

Per informazioni:
+39 339 4442729



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Redazione del CorrieredelWeb.it


ADVPS ONLUS 31 LUGLIO DONAZIONE SANGUE SCUOLA SUP. P.S.


PROSSIMA DONAZIONE DI SANGUE ADVPS ONLUS
GIOVEDI 31 LUGLIO
SCUOLA SUPERIORE POLIZIA DI STATO
Via Piero della Francesca 3, ROMA
Ore 8:30 – 11:00

L'Associazione Donatori e Volontari Personale Polizia di Stato – ADVPS ONLUS ha organizzato due appuntamenti per la donazione del sangue GIOVEDI' 31 LUGLIO a Roma : presso gli Uffici Scuola Superiore della  Polizia di Stato (Via P. della Francesca 3 ) dalle ore 8:30 – 11:00


L'INVITO A DONARE SANGUE E' RIVOLTO A TUTTA LA CITTADINANZA

La procedura per donare il sangue prevede per i donatori un colloquio iniziale con lo staff medico, l'analisi dell'emocromo , della pressione arteriosa e la donazione assistita dal personale medico .
Ricordiamo che per poter donare sangue occorre presentarsi al prelievo a stomaco vuoto. E' Possibile bere un caffè o un The, ma assolutamente non è consentito ingerire latte o derivati del latte


LUCA REPOLA (ADVPS ONLUS) : LAZIO SEMPRE PIU' IN CRISI, DONARE SANGUE E' UN DOVERE

"Manca sangue un po in tutti gli ospedali ! Dobbiamo darci da fare ! come ? donando sangue ovviamente ! come abbiamo sempre fatto e anche di più ! Donare sangue è un dovere morale, etico perchè sicuramente ogni sacca è necessaria a salvare una vita ! fa bene anche a chi lo dona, perchè da la possibilità di fare ogni volta le analisi gratuitamente, ed è anche un dovere civile dato che il sangue mancante deve essere acquistato da altre regioni o dall'estero, pensate che quest'anno la sola regione Lazio ha speso circa sei milioni per comprare sangue." – dichiara il Presidente Nazionale ADVPS ONLUS LUCA REPOLA "E ai numeri si affiancano notizie di situazioni gravissime" – continua "Dal prossimo 1° agosto il centro di raccolta sangue presso l'ospedale Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina (un centro in grado di raccogliere 5.000 unità all'anno e 1.400 kg di plasma) potrebbe cessare l'operatività. Sarà importantissimo non perdere i donatori di sangue che abitualmente si rivolgevano al Fatebenefratelli"


ADVPS ONLUS : DONAZIONI DI AGOSTO "RICORDATI DI DONARE IL SANGUE PRIMA DI PARTIRE!"

 Aria di vacanza? ricordati di donare il sangue prima di partire ! Ricordiamo che il periodo estivo è particolarmente critico per la cronica carenza di sangue che costringe gli ospedali a sospendere interventi chirurgici e terapie salvavita per la mancanza di sacche di sangue.
In allegato calendario con gli appuntamenti di Agosto per la donazione del sangue organizzati dall' ADVPS ONLUS su tutto il territorio nazionale.

Luxury wellness: il punto sul mercato di SPA e centri benessere


Prima dell'avvento della crisi economica, la cultura del benessere si era espansa notevolmente nel settore pubblico e privato pur avendo questi due ambiti esigenze e consumi differenti. 

Acquisita la consapevolezza dei benefici su corpo e mente che provengono dall'utilizzo di un'area benessere o di una SPA in casa, non è seguita un'adeguata cultura progettuale lasciando così emergere studi improvvisati che non mettono a disposizione del cliente un concept e una programmazione seria.

Wellconcept360, una realtà produttiva presente sul mercato da oltre ventiquattro anni, guidata da Maurizio Menescalchi, è passata attraverso le evoluzioni del settore selezionando di volta in volta i materiali e i progetti più d'avanguardia.


Il benessere verso quali nuove frontiere si sta dirigendo?

"Oggi si comincia a parlare di benessere salutistico su cui stanno investendo aziende specializzate, una piccola nicchia per il momento, che offrono approcci e configurazioni evolute sul mercato che è oggi è in prevalenza ludico. Per diventare professionisti in questo segmento è necessario disporre di un'esperienza decisamente superiore in termini concettuali, progettuali e di realizzazione per non parlare dell'aspetto della gestione".


L'Italia è culturalmente pronta per questa evoluzione?

"Il livello di cultura del benessere nel nostro paese è scarso, se inteso in termini di elemento esplorativo prima e creativo poi, di una qualsiasi opera. Molti SPA designer hanno avuto accesso al mercato con conoscenze approssimative, per non dire sbagliate, che vanno alla ricerca di clienti inconsapevoli.  Tutti dovrebbe sapere che la progettazione di un'area benessere ha invece aspetti tecnici che spesso non hanno nulla a che fare con la cultura progettuale civile o industriale. La stessa cultura termoidraulica o aeraulica, ad esempio, è pressoché sconosciuta e non è un caso se si vedono in giro impianti adatti a ristoranti e autosaloni, non certo ad aree benessere".


Come il cliente può riconoscere un progetto "fai da te"?

"Va detto che l'utenza oggi è più informata di qualche anno fa e sa discernere tra proposte di facciata e progetti di qualità.  In generale, bisogna guardare con accuratezza le ambientazioni, che spesso possono ingannare creando un'area benessere esteticamente affascinante all'impatto ma ben poco funzionale ed efficiente".


E' possibile pensare green anche nel benessere?

"Wellconcept360 investe nella ricerca di materiali e tecnologie che aumentano la funzionalità, le prestazioni, la durata e l'affidabilità del progetto nel lungo periodo. La sensibilità eco-friendly rientra nelle selezioni di tutto ciò che è riciclato o riciclabile, ad esempio optando per tecniche a recupero di calore quando ha un senso utilizzarle. Scelte che prevedono anche costi superiori e che non tutti i clienti vogliono affrontare in favore di progetti tradizionali".

Quando il dentista è in vacanza: da Samadent consigli di pronto intervento


Quando il dentista è in vacanza e il dente duole
Dal dottor Marco Turco alcuni pratici e semplici consigli di pronto intervento per emergenze odontoiatriche


Il mal di denti può colpire chiunque e in qualsiasi momento, ma che fare se si è in vacanza o se ad essere partito per le ferie è proprio il dentista di fiducia? Si tratta di una delle emergenze più temute, in quanto il dolore ai denti è tra i più intensi, con il rischio di diventare invalidante per chi lo prova.

In caso di emergenza sempre consigliabile ricorrere alla guardia medica o affidarsi a dentisti che offrano un servizio anche in estate e che siano sempre reperibili, ma quando questo non è possibile, ci sono alcune accortezze che è opportuno adottare.

"Gengiviti e ascessi improvvisi, otturazioni e capsule che saltano. Queste situazioni sono molto frequenti, ma se capitano nel periodo estivo possono creare un vero e proprio problema per il paziente. - Ha commentato il dottor Marco Turco, responsabile dei programmi di cura dei centri Samadent. - Proprio per questo motivo, noi dei centri Samadent ci impegniamo a garantire la continuità del servizio anche ad agosto e siamo sempre reperibili telefonicamente per richieste e consigli. Diversa è la
questione se ad essere in vacanza è proprio il paziente. In quel caso, spieghiamo come intervenire per tamponare il problema, in attesa che possa venire in studio o farsi visitare dalla guardia medica."

Ecco cosa fare se...
- salta un'otturazione: evitare bevande e cibi troppo freddi e cercare di mantenere il dente il più pulito possibile. Se si riesce si può provare a mettere nella cavità dente un piccolo batuffolo di ovatta, che però è importante cambiare di frequente. Consiglio, poi, di recarsi in farmacia e acquistare un kit per le automedicazioni a base di eugenolo.
- salta una capsula o un ponte: è possibile riattaccarli provvisoriamente con uno specifico cemento disponibile in farmacia. Prima di procedere, però, è necessario pulire bene la arte dai residui del vecchio cemento o di alimenti e asciugare accuratamente con del cotone per ridurre al minimo l'umidità. Seguire poi attentamente le istruzioni per il fissaggio della capsula o del ponte. Poi per favorire l'adesione, bisognerà stringere tra le due arcate dentali un pezzetto di stoffa di cotone un
paio di minuti.
- si rompe un dente: non mettere ghiaccio sul dente offeso e evitare cibi e bevande troppo fredde. Prendere un antinfiammatorio, se possibile facendosi consultare dal farmacista, altrimenti si può ricorrere all'ibuprofene o al paracetamolo. Per evitare che la porzione di dente saltato si disidrati, tenerlo a mollo in una soluzione di acqua e sale o nel latte.
- si ha un ascesso: per tentare di attenuare il dolore, si può applicare sulla guancia del ghiaccio o sorseggiare dell'acqua molto fredda. In questi casi l'unico rimedio è una terapia antibiotica per contrastare l'infezione ed è, quindi necessario contattare la guardia medica. Nell'attesa, si possono fare sciacqui con acqua e sale o con 2 cucchiai di acqua ossigenata a concentrazioni più basse (3%, corrispondente a 10 volumi), e procedere poi al lavaggio dei denti con spazzolino e dentifricio.
- si ha un'infiammazione alle gengive: un rimedio naturale molto efficace è la salvia, che contiene essenze antisettiche. Basta passare alcune foglie sulle gengive, oppure masticarle più volte al giorno. Consiglio, poi, di acquistare un collutorio a base di Clorexidina. In alternativa, è possibile realizzarne uno facendo bollire in un pentolino d'acqua delle foglie di salvia per circa 10 minuti, filtrare, aggiungere del sale e utilizzare una volta raffreddato."

Cesare Ragazzi Laboratories presenta in anteprima quattro prodotti per l'estate della nuova linea tricologica a marchio CRLab



 

30 luglio 2014

 

Vento, sole, cloro e salsedine mettono a dura prova i nostri capelli. Per l'estate 2014, Cesare Ragazzi Laboratories presenta, in anteprima assoluta, i quattro nuovi prodotti, dedicati al benessere e alla protezione dei capelli, della nuova linea tricologica a marchio CRLab che sarà lanciata a partire da settembre.

 

Frutto della collaborazione con medici, ricercatori e tecnici specializzati, i quattro prodotti della nuova linea CRLab rappresentano un ottimo alleato contro tutti gli agenti aggressivi esterni che possono minacciare la bellezza e il benessere della chioma:

 

Fluido ristrutturante (oilnonoil) - Fluido dalle grandi proprietà nutrienti e protettive contro il caldo, la disidratazione e il sole, è ideale per un capello non troppo lungo, ha anche capacità leggermente fissative, permettendo quindi di modellare meglio i capelli.

 

Siero Nutritivo – Siero anti doppie punte, per capelli lunghi, secchi e danneggiati, non unge ma lascia i capelli setosi, luminosi e pronti ad affrontare gli stress estivi.

 

Latte Spray Capelli - Spray dalle incredibili capacità protettive grazie all'estratto di Moringa e all'estratto di Argan: anti-disidratazione, dona spessore e sostegno al capello. Adatto a ogni tipo di capello, è rivitalizzante e fortemente protettivo contro piastre, sole, phon, colorazioni e permanenti.

 

Fluido bifasico – Fluido fortemente idratante e districante, è adatto a tutti i tipi di capelli ma particolarmente indicato per capelli tendenzialmente secchi e difficili da pettinare o danneggiati dalla salsedine.


“Do not forget your Pills”, l'app che ti ricorda è il pratico sistema di ricordare le pillole e medicine di tutta la famiglia.

Troppe cose da ricordare? Lascialo fare al tuo iPhone!

"Do not forget your Pills" è il pratico sistema dipromemoria per le pillole e medicine di tutta la famiglia.

 

 

Immagina di essere in inverno: tu sei sotto antibiotici e tuo figlio prende le vitamine. O magari è estate e devi fare la profilassi per prepararti a un viaggio lontano. Ma con tutte le milioni di cose da ricordare ogni giorno, rischi di dimenticarti proprio delle medicine e di perderti tra i post-it sparsi per la casa o le sveglie che fungono da promemoria. Con la app Do not forget your Pills potrai  dimenticarti tutto ciò, perché il tuo iPhone se lo ricorderà per te.

 

Do not forget your pills offre un layout molto intuitivo per un risultato efficace. Si presenta semplicemente in due schermate:

- una con il calendario delle tue pillole, dove potrai sempre aggiungerne di nuovi;

- la seconda per rivedere i tuoi schedari attivi, in cui potrai gestire gli orari, la durata della terapia, le dosi.

 

Do not forget your pills permette di:

- creare più piani di assunzione

- impostare regole articolate: ora precisa, intervalli, dosi

- gestire piani per diversi utenti

- un promemoria ti ricorda quando devi prendere o dare la medicina

 

Puoi inserire "pillole" di qualunque tipo: medicine frequenti, antibiotici, gocce omeopatiche, rimedi naturali, vitamine... Tutto ciò che hai bisogno di ricordare periodicamente e che finora ti ha portato solo ad avere la casa e la testa piena di promemoria assurdi!

 

 

Do not forget your pills richiede l'iOS 7.0 o successive. È compatibile con iPhone, iPad e iPod touch. Questa app è ottimizzata per iPhone 5.

 

LINK APP                                           www.makeitapp.eu/apps/forget-pills-2/

LINK STORE                                    itunes.apple.com/it/app/do-not-forget-your-pills-reminder/id821132143?mt=8

 

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Do not forget your Pills è realizzata e lanciata da MakeItApp, la prima piattaforma mobile su cui gli utenti possono realizzare app insieme e dividerne i futuri ricavi. Chiunque abbia contenuti di qualità può proporre il suo progetto e trovare altri talenti  (grafici, sviluppatori, programmatori, ecc.) disposti a partecipare alla realizzazione.

 

Alla creazione di Do not forget your Pills, per esempio, ha preso parte un Team guidato da Fabiola Mentasti, di professione avvocato, che ha già realizzato altre app con MakeItApp, avendo trovato sulla community collaboratori entusiasti per i suoi progetti.

 

MAKEITAPP WEBSITE               www.makeitapp.eu

FACEBOOK MAKEITAPP           www.facebook.com/pages/Makeitapp/382825245136390

TWITTER MAKEITAPP              twitter.com/MakeitappEU

Cura del verde sempre più "in rosa": sette attrezzi su dieci comprati da donne


Tagliasiepi e decespugliatori a batteria diventano elettrodomestici da giardino. «Leggeri, maneggevoli, silenziosi e di facile uso: pensare alla manutenzione di piante e siepi non è più esclusiva dell'uomo», l'esperienza di Neumann Italia

La manutenzione del giardino oggi è una cosa anche da donne. Sono sempre più le rappresentanti del gentil sesso che si occupano della gestione del verde casalingo. La loro maggiore attenzione all'ordine, anche quando si parla della parte esterna della casa, si coniuga con una crescente maneggevolezza degli attrezzi da giardino di ultima generazione. Tanto che c'è già chi parla di elettrodomestici da giardino davanti a tagliasiepi, decespugliatori e soffiatori elettrici. «L'introduzione della batteria nell'attrezzo da giardino, andando a sostituire il motore a scoppio o il filo elettrico, ha influito molto sulla maneggevolezza dell'attrezzo stesso», spiega Massimiliano Pez, general manager della filiale italiana di Neumann, azienda titolare del marchio Mission per attrezzi da giardino a batteria. «Le donne si interessano sempre più al giardino prendendosene cura:  secondo la nostra esperienza, nel 70% dei casi sono proprio loro ad occuparsi degli acquisti degli attrezzi da giardino».
Viene così ribaltato il tradizionale approccio che voleva sempre l'uomo dietro ad un tagliasiepi o ad un decespugliatore. «La vecchia concezione dell'attrezzo che deve fare rumore per essere potente, deve essere pesante per essere affidabile e deve essere dotato di motore a scoppio per durare nel tempo sta per venire meno. È un processo lento, sostenuto da una tecnologia capace di produrre attrezzi da giardino a batteria altamente performanti, potenti grazie ai motori da 40 volt e con un buona autonomia di utilizzo grazie alle batterie al litio». Non ci sono più cordini da tirare, miscela da mettere nel serbatoio o perdite di olio. Non ci sono nemmeno fili e prolunghe. «Si mette la batteria, si accende e si inizia a lavorare». Spiega Pez: «Gli attrezzi elettrici hanno il vantaggio di essere più leggeri di quelli a tradizionali a motore a scoppio - siamo nettamente al di sotto dei 4 kg, anche per una motosega con una barra di taglio da 30 cm -, pesano all'incirca il 35% in meno; hanno minori vibrazioni (circa il 50%) e sono più silenziosi, ovvero parliamo di 70 dB contro 105-110».  Non certo ultimo, «sono facili da usare: basta impugnarli correttamente e schiacciare un pulsante».
Esiste anche un altro fattore che potrebbe aver incentivato questo cambiamento. «La visione del giardino è sostanzialmente mutata. Anche chi ha un po' di prato, qualche pianta e qualche cespuglio considera  questo piccolo spazio verde come un'estensione stessa dell'abitazione: il soggiorno trova quasi un prolungamento naturale all'esterno. Quindi, se il soggiorno è in ordine, anche il verde dovrà essere in ordine». Ma chi se ne deve occupare? Trattandosi di giardino, per convenzione dovrebbe essere l'uomo. Conclude Pez: «Ma quando l'uomo è pigro - e chi non lo è mai stato - oppure non ha tempo, anche la donna può sistemare la siepe che è cresciuta un po' troppo o tagliare l'erba alta ai lati del vialetto. Ecco perché sette attrezzi su dieci vengono acquistati direttamente dalle donne».

Neumann Italia - Con oltre 50 anni di storia nell'automazione e robotica industriale, il gruppo tedesco Neumann arriva in Italia nel 2012 con il marchio Mission, una gamma di prodotti per la manutenzione del giardino che risponde a tre principi: miglioramento della qualità della vita, rispetto dell'ambiente e riduzione delle emissioni nocive. Dal 2005 infatti la tecnologia Neumann si è concentrata sullo sviluppo di soluzioni innovative dedicate all'outdoor puntando esclusivamente su applicazioni elettroniche e batterie al litio ad alta efficienza energetica. Fanno parte della gamma di Neumann Italia sistemi automatici per la manutenzione del manto erboso e prodotti per la cura di arbusti, alberi e fogliame. Neumann è l'unica multinazionale ad operare nel settore garden con una rete diretta di consulenti che vistano i clienti e li informano sulle migliori soluzioni per il loro giardino. www.neumannrobotics.it

martedì 29 luglio 2014

Gli imballaggi industriali per gli alimenti sono un pericolo per la salute.

Lo dice uno studio che ha precisato la loro nocività

L'imballaggio è un elemento indispensabile nel processo di produzione degli alimenti: crea cibi più convenienti facilitando il flusso dei prodotti alimentari, aumenta la shelf life dell'alimento assicurando la protezione da alterazioni fisiche, chimiche e microbiologiche ed esalta e promuove il prodotto favorendone l'acquisto. Negli ultimi decenni, per andare incontro alla domanda dell'industria alimentare si è verificato un notevole sviluppo nell'imballaggio con l'utilizzo di differenti tipi di additivi, per migliorare le prestazioni dei materiali e l'introduzione di numerosi materiali sintetici, per il loro basso costo e la loro versatilità.Tuttavia, l'imballaggio può rappresentare una sorgente di contaminazione a causa della migrazione di sostanze dai materiali d'imballaggio all'alimento con cui vengono a contatto. I pacchetti utilizzati dall'industria alimentare contengono centinaia di sostanze chimiche dannose.

Secondo uno studio gli imballaggi dei prodotti alimentari, oltre che causa di forte impatto ambientale, sono un pericolo per il nostro organismo. Konrad Grob, direttore del servizio di cromatografia del laboratorio cantonale zurighese, al Tages-Anzeiger ha riconosciuto che il loro effetto a lungo termine non è ancora noto, ma sottostimato. Infatti uno studio pubblicato dalla fondazione Food Packaging Forum di Zurigo, spingendosi più lontano, ha rivelato che almeno 175 sostanze chimiche sono state utilizzate nella fabbricazione di imballaggi alimentari. Tra esse ne spiccano anche alcune legate a malattie croniche o a problemi del sistema endocrino.Per questo ha assunto una certa importanza nella sicurezza alimentare e le autorità competenti, a livello nazionale e a livello comunitario, hanno emesso una vasta legislazione al fine di controllare le contaminazioni pericolose e tutelare la salute dei consumatori. Negli anni sono state condotte numerose ricerche sull'argomento, in particolare sulla migrazione degli additivi, dei residui e dei prodotti di neoformazione. Tali ricerche mirano a comprendere il meccanismo della migrazione, i fattori che la influenzano e a conoscere il comportamento di migrazione e la tossicità di ciascun migrante.



Virus Ebola sale l'allerta. Timori anche a Washington che il virus possa diffondersi negli Stati Uniti

Obama "costantemente informato" sull'espansione dell'epidemia in Africa 

L'epidemia di Ebola in corso in Africa comincia a preoccupare anche chi si trova dall'altra parte del mondo, tanto che i Centers for Diseases Control (Cdc) hanno deciso di alzare il livello di allerta, preparandosi all'eventualità, tutt'ora considerata remota, di un arrivo del virus su suolo statunitense. Il presidente americano Barack Obama si tiene "costantemente informato" sull'espansione dell'epidemia in Africa. A non far dormire sonni tranquilli sono le notizie provenienti dall'Africa, dove l'epidemia non sembra dare segni di rallentamento.Era il 1976, quando si cominciò a sentir parlare di Ebola. Un virus fino ad allora poco conosciuto, che colpiva i villaggi africani dello Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo) con una violenza inaudita: il tasso di mortalità superiore al 90 per cento e un'incubazione talmente breve da rendere difficile l'intervento tempestivo in quei centri sperduti nel cuore dell'Africa. 

Più di tutto, quello che colpì l'immaginario collettivo furono gli effetti sul corpo: bubboni, febbre, emorragie interne ed esterne. Il virus scomparve per poi riapparire nel 1995: i morti furono 298. Ora il virus che sta mettendo  in ginocchio alcuni Paesi africani  è tornato a colpire. Ha un tasso  di mortalità del 90 per cento e non esistono cure efficaci. Nella sua storia ha ucciso poco più  di 2mila persone. Il primo caso  venne scoperto in Congo nel 1976.Oggi, che è tornato a colpire in Liberia, Sierra Leone e Guinea (e purtroppo ha sconfinato anche in Nigeria, dove il Governo ha  ordinato che tutti i valichi di frontiera siano messi in allerta), le vittime sono già 670 e gli infettati oltre 1200: la più grande epidemia di Ebola mai conosciuta. La Liberia, uno dei paesi più colpiti, dopo la chiusura quasi totale delle frontiere ha addirittura vietato le partite di calcio, possibile fonte di contagio. Sono 1201 i casi di Ebola confermati fono a questo momento in Africa, con 672 morti, secondo il conteggio dell'ultimo bollettino dell'Oms, pubblicato il 27 luglio.Ma che cos'è Ebola? Perché è così terribile? E soprattutto, perché se ne parla più che della malaria, che è molto più letale e ogni anno uccide almeno 670mila persone (dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità)?Andiamo con ordine. 

Nel 1995 nell'ospedale di Yambuku (ex Zaire), gestito da alcune suore, scoppiò un'epidemia violentissima dall'origine sconosciuta. All'inizio nessuno capiva di cosa si trattasse: i pazienti arrivavano con febbri altissime, poi sopravvenivano lacerazioni del tessuto cutaneo, danni agli organi (fegato, milza e reni soprattutto) come risultato di una necrosi, vomito ed emorragie e infine la morte. Molti medici però scambiarono all'inizio Ebola per malaria, e la curarono (senza successo) con il chinino. Bastarono pochi giorni per capire che invece il virus - comparso per la prima volta in quelle zone nel 1976 - era tornato. Non lo si credeva possibile - era rimasto nascosto per tanto tempo da pensarlo debellato. E invece no. I giornali e le tv cominciarono a parlarne e a diffondere le immagini dei pazienti colpiti. La variante del virus venne chiamata Ebola Zaire (ZEBOV) per distinguerla da quella che aveva causato pochi mesi prima un'epidemia in Sudan.ZEBOV è attualmente la variante più pericolosa di Ebola, e purtroppo secondo l'OMS, l'epidemia attualmente in corso in Africa occidentale è causata proprio da ZEBOV. Il virus fa parte dei filoviridae, una famiglia di virus vecchia di milioni di anni: il virus uccide piuttosto in fretta, rendendo difficile che una persona contagiata riesca a contagiarne molte altre. Tuttavia le prime grandi epidemie cominciarono in villaggi africani dove c'era l'usanza di baciare i corpi dei morti. 

Un solo morto di Ebola poteva quindi infettare un intero villaggio, complice la totale mancanza di norme igieniche, di prevenzione e le difficoltà dei fragili Governi di quei Paesi di fare una corretta informazione sul fenomeno.Armand Sprecher, medico di Medici senza Frontiere di stanza in Congo, specializzato in febbri emorragiche come l'Ebola e il Marburg,  ha spiegato in un'intervista: «Probabilmente all'origine il virus era nei pipistrelli, da lì si è spostato nelle grandi scimmie e poi negli uomini. Si trasmette tra gli uomini attraverso il contatto coi fluidi corporei (sangue, vomito, diarrea…), che, punto importante, può avvenire durante la cura dei malati. Questo significa che durante un'epidemia di Ebola il virus tende a diffondersi anche al personale sanitario e ai familiari dei pazienti». Dal punto di vista medico, il dramma è che non esistono vaccini o terapie efficaci per curarla. L'alta mortalità e la scarsità di cure adeguate, classificano Ebola come un agente bioterroristico: come arma terroristica, è stato utilizzato dai membri della setta giapponese Aum Shinrikyo, il cui leader, Shoko Asahara, inviò circa 40 membri in Zaire nel 1992 i per fingersi di supporto medico alle vittime nel tentativo di acquisire un campione virale. Anche per questo a Ebola sono stati dedicati diversi libri e anche dei film (ben quattro, di cui due prodotti da Hollywood). Mentre nella realtà il virus rimane un'entità sconosciuta, un mistero che nessuno scienziato è riuscito ancora a circoscrivere. 

E che per questo suscita al contempo curiosità e paura.L'ECDC evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" ha comunicato di continuare a monitorare attentamente la situazione dello scoppio di epidemia di Ebola nella regione dell'Africa occidentale. La probabilità che la malattia si propaghi al di fuori dell'Africa occidentale è molto bassa. Anche se a far crescere la preoccupazione è stata anche la vicenda di Kent Brantly, giovane medico statunitense che ha contratto il virus in Liberia. Secondo gli ultimi aggiornamenti il dottore missionario sta peggiorando e la sua prognosi è grave. A renderlo noto il suo amico e collega David Mcray, del Jps Health Network di Fort Worth.Il medico colpito dalla febbre emorragica soffre di febbri alte, mal di testa, dolori addominali ed è in isolamento vicino a Monrovia, a 12 miglia dall'ospedale dove lui stesso ha trattato i pazienti colpiti già dall'ottobre 2013. Mcray, che è in contatto sia via e-mail che per telefono con il collega malato, ha riferito ai media Usa che lo stesso Brantly sia è detto "terrorizzato" dalla progressione della malattia.

Lecce, 29 luglio 2014                 

Bellezza, dati Isaps: nel mondo ogni 10 trattamenti estetici più di due sono di botulino


Bellezza, dati Isaps: nel mondo ogni dieci trattamenti estetici più di due sono di botulino 

Aiteb: «La tossina botulinica è l'intervento estetico più praticato in assoluto. L'Italia è al sesto posto»

 

Con oltre 5 milioni di trattamenti eseguiti in un anno, la tossina botulinica si conferma l'intervento estetico più praticato in assoluto al mondo. È il dato che emerge dal sondaggio condotto dall'Isaps (International  Society of Aesthetic Plastic Surgery), la principale associazione a livello internazionale con oltre 2.700 chirurghi specializzati in plastica estetica iscritti al relativo albo in 95 Paesi, che ha presentato i risultati della ricerca più completa a disposizione sul settore della chirurgia e medicina estetica. In totale, i trattamenti di medicina e chirurgia estetica eseguiti sono stati oltre 23 milioni. «Ogni dieci interventi estetici praticati nel mondo, più di due riguardano la tossina botulinica» afferma Giuseppe Sito, vice presidente dell'Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino (Aiteb).

Tra i Paesi considerati dal sondaggio Isaps, l'Italia è l'unico nel quale la tossina botulinica non è il primo intervento di medicina estetica: «Questo non significa che gli italiani non si ritoccano, ma semplicemente che per farlo preferiscono fillers e sostanze riassorbibili o che esiste ancora un'ingiustificato timore che riguarda la tossina botulinica» commenta Sito.
La nazione in cui si utilizza più botulino sono gli Stati Uniti (1.271.739 interventi, 24,7% del totale), seguita a distanza dal Brasile (308.185, 6%). L'Italia è sesta, con 76.472 trattamenti di botulino, pari all'1,5% del totale.

In Italia,  la tossina botulinica è guardata con una certa diffidenza che non trova conferma nella letteratura scientifica: «Spesso l'equazione che viene fatta è volti gonfi e artificiali uguale tossina botulinica, mentre in realtà molto spesso si tratta di un abuso di filler e sostanze iniettabili – aggiunge Sito -. Non bisogna infatti dimenticare che i volti trattati con tossina botulinica permettono di ottenere risultati naturali, modulabili e di ringiovanire lo sguardo».

 

AITEB (www.aiteb.it). L'Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino è il primo sodalizio di medici chirurghi nato con lo specifico obiettivo di sviluppare le conoscenze in merito all'uso della tossina botulinica in medicina estetica. Scopo di Aiteb è coinvolgere tutti i medici italiani interessati allo sviluppo delle metodiche riguardanti la tossina botulinica in estetica e di diventare un punto di riferimento imprescindibile per i pazienti, la stampa e le autorità sanitarie interessate a questi temi. Aiteb vuole favorire la divulgazione delle conoscenze sulla tossina botulinica per uso estetico; sostenere e incrementare il livello qualitativo nell'impiego della tossina, a beneficio ultimo dei pazienti e dei medici stessi; contribuire alla ricerca e allo sviluppo tecnico e scientifico dell'uso e della terapia con la tossina botulinica; promuovere attività formative sull'utilizzo della tossina botulinica in ambito estetico, a favore degli operatori del settore; informare su rischi e benefici della terapia con tossina botulinica; promuovere gruppi di studio e di ricerca sull'utilizzo della tossina botulinica in ambito estetico. 



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Redazione del CorrieredelWeb.it


"Gazyvaro" nuovo farmaco per la cura della leucemia

Una pietra miliare. In Italia le stime parlano di circa 1.600 nuovi casi ogni anno di leucemia linfocitica cronica tra gli uomini e 1.150 tra le donne.

Si parla di una "pietra miliare": Il gruppo Roche ha ricevuto l'approvazione europea per un nuovo farmaco per curare la leucemia.  È stato sviluppato nel corso degli anni in Penzberg.Entrerà a breve in commercio il nuovo farmaco chiamato "Gazyvaro" che era stato sviluppato negli ultimi anni da specialisti in Penzberg,  dove si produrrù il farmaco anche per il mercato mondiale.A Penzberg nell'istituto di biotecnologie vegetali della Roche Diagnostics si parla di un "grande evento" per il lavoro svolto dai ricercatori, una "pietra miliare".  Per gli Stati Uniti, "Gazyvaro" aveva già ricevuto l'approvazione, dove è stato classificato come una svolta terapeutica.  Poi ha seguìto l'approvazione da parte dell'Agenzia europea per i medicinali per l'UE. 

Secondo Roche, il nuovo farmaco migliora il trattamento della forma più comune di cancro del sangue nell'età adulta, la leucemia linfatica cronica. Nel confronto diretto alla terapia standard con MabThera, il Gruppo, riducendo Gazyvaro in combinazione con la chemioterapia in pazienti con leucemia linfocitica cronica, presenta un rischio di progressione della malattia o il verificarsi di morte del 61 per cento.La leucemia linfatica cronica (LLC) è una neoplasia ematologica dovuta a un accumulo di linfociti nel sangue, nel midollo osseo e negli organi linfatici (linfonodi e milza).I linfociti sono cellule del sistema immunitario che sorvegliano l'organismo e attivano le difese nei confronti di microorganismi o cellule tumorali e si distinguono in B o T in base al tipo di risposta che sono in grado di attivare.

Nella LLC uno di questi linfociti (per lo più un linfocita B) subisce una trasformazione maligna e produce un clone linfocitario, cioè un insieme di un gran numero di cellule uguali tra loro che non rispondono più agli stimoli fisiologici e diventano immortali. Continuano così a riprodursi e ad accumularsi nel sangue, nel midollo osseo, negli organi linfatici (linfonodi e milza) e, talvolta, anche in altri organi. È la leucemia più comune nel mondo occidentale ed è tipica nell'anziano. 

L'età media alla diagnosi è attorno ai 65 anni e meno del 15% dei casi viene diagnosticato prima dei 60 anni.Come molti tumori, anche la LLC può essere provocata da fattori ambientali che interagiscono con caratteristiche genetiche dell'individuo. Non sono stati identificati fattori di rischio modificabili dall'individuo, ma diversi studi hanno dimostrato che fattori genetici o familiari possono predisporre allo sviluppo della malattia.Nei parenti di primo grado di pazienti affetti da LLC l'incidenza è maggiore rispetto a quella osservata in una popolazione normale di controllo.Colpisce ogni anno circa 5 persone su 100.000 e l'incidenza aumenta con l'aumentare dell'età. In Italia le stime parlano di circa 1.600 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 1.150 tra le donne.In più della metà dei pazienti, la LLC viene diagnosticata per caso, nel corso di un esame del sangue per altra ragione, oppure perché si nota un linfonodo ingrossato a livello del collo, delle ascelle o dell'inguine. Infatti in circa due casi su tre la diagnosi avviene in uno stadio ancora senza sintomi. Il sintomo più frequente è l'adenopatia generalizzata: i linfonodi appaiono di consistenza elastica e non sono dolorosi al tatto ed è frequente anche l'ingrossamento di milza (splenomegalia) e fegato (epatomegalia). 

Con il progredire della malattia possono comparire altri sintomi comuni anche alle altre leucemie e sono provocati dall'invasione del midollo osseo da parte delle cellule maligne: stanchezza, pallore e palpitazioni per via dell'anemia; emorragie per la riduzione delle piastrine. L'aumento dei linfociti impedisce la produzione nel midollo osseo delle altre cellule di difesa: si parla quindi di immunodeficienza, che predispone all'insorgenza di infezioni.Circa 5 pazienti su 100 presentano anche disturbi autoimmuni, cioè producono anticorpi contro il proprio organismo, in particolare contro le altre cellule del sangue, che vengono quindi distrutte (anemia emolitica e piastrinopenia).



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