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mercoledì 31 dicembre 2014

L'Australia abolisce i lettini abbronzanti. Dal 1° gennaio i solarium saranno vietati in gran parte del Paese

Una misura per lottare contro il melanoma 

Il 1° gennaio 2015 entra in vigore in Australia il divieto di utilizzo dei solarium, con l'obiettivo di combattere il melanoma, tumore per il quale il Paese detiene il primato mondiale.Il divieto verrà applicato negli Stati di Victoria, Queensland, Nuovo Galles del Sud, Australia del Sud, Tasmania e a Canberra, mentre lo Stato dell'Australia occidentale prevede di procedere in un secondo tempo. L'unica regione restante, l'Australia del Nord, ha invece deciso di non introdurre il divieto in quanto non dispone di solarium sul suo territorio. L'Australia è così il secondo Paese al mondo, dopo il Brasile, ad adottare questa misura. Il divieto è scattato dopo che è stato scientificamente provato che, mentre un tempo le lampade UV si ritenevano più sicure del sole perchè si pensava che non emettessero i raggi ultravioletti di tipo B causa d scottature sulla pelle, oggi si sa che le lampade UV sono anche più pericolose del sole. Infatti le lampade solari emettono UVA (cioè onde di lunghezza corta che provocano tumori) e anche una piccola percentuale di raggi UVB dato che imitano le radiazioni del sole.

Ma il rischio maggiore è la violenza dei raggi artificiali delle lampade solari: nelle lampade di ultima generazione, cioè le lampade UVA ad alta pressione a vapori di mercurio e alogenuri metallici, l' intensità è fino a 15 volte superiore a quella del sole a mezzogiorno. Questi apparecchi che garantiscono un' abbronzatura rapida ed esposizioni brevi, hanno quasi del tutto soppiantato le classiche lampade solari a tubi fluorescenti per i lettini e le apparecchiature facciali. Il rischio principale oltre un invecchiamento precoce della pelle, è rappresentato dai tumori della pelle: si registra infatti un aumento di melanomi ed epiteliomi che compaiono anche in età precoce.Pertanto la notizia, osserva Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti", è stata accolta con entusiasmo dall'Osservatorio australiano sul cancro, i cui dati sono incontrovertibili.

Nel 2011 più di 2.000 australiani sono morti di cancro della pelle e la maggior parte di questi decessi sono attribuibile al melanoma. Inoltre l'uso del solarium prima dei 35 anni aumenta dell'87% il rischio di sviluppare melanoma. Nel Paese vengono diagnosticati ogni anno 11.000 casi, il tasso più elevato del mondo. Non c'è nessun dubbio sul fatto che esista un legame tra l'uso regolare delle lampade abbronzanti ed il melanoma maligno. Anche secondo gli esperti dell' Istituto inglese Cancer Research l' uso regolare dei solarium sotto i 35 anni comporta un aumento del 75% del rischio. Tanto peggio se ci si espone da giovani.



Nuovo servizio di rassegna stampa






La salute è il dovere primario di ogni paese civile e
il diritto inalienabile di ogni cittadino indipendentemente da ogni sua condizione sociale
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NUOVO SERVIZIO DI RASSEGNA STAMPA
Da dicembre la rassegna stampa di ANSI su Mutue/Casse e Fondi sanitari.

Abbiamo istituito da Dicembre 2014 un servizio automatico di rilevamento delle notizie relative ai Fondi Sanitari, Casse di assistenza e Società di Mutuo Soccorso.
Con la speranza che il servizio sia apprezzato ed utile a tutti i lettori, vi alleghiamo la prima rassegna con l'articolo su MAA- Mutual Assistance Assoholding in uscita anche sul "Sole 24 Ore" Assoholding 24 e l'articolo su "Italia Oggi" che parla della Mutua MBA ed il contratto del CCNL.





Diamo oggi grande valore a due dei nostri importanti associati come la Mutua MBA e la Mutua MAA, presenti nel settore con grande forza e voce per offrire servizi di sanità integrativa ai propri assistiti. Ansi oggi vuole contribuire ad aumentare ciò che purtroppo danneggia per buona parte la Sanità integrativa, e cioè l'informazione, diffondendo le ultime novità ed aggiornare i nostri lettori nonchè associati, degli sviluppi e delle evoluzioni all'interno del panorama della sanità integrativa. 


 Links
ANSI Associazione Nazionale Sanità Integrativa
Via di Santa Cornelia 9, Formello,
00060 Roma.


martedì 30 dicembre 2014

Cerchi uno psicologo a Caserta? Affidati alla Dott.ssa Laura Vitagliano

Chi è in cerca di uno psicologo a Caserta può affidarsi alla professionalità e alla competenza della dott.ssa Laura Vitagliano, che si occupa di psicoterapia fornendo ai propri pazienti tutti gli strumenti cognitivi ed emotivi di cui hanno bisogno per vivere nel più completo benessere.

Colloqui psicologici individuali

Le attività e le aree di intervento sono molteplici. Si va dal sostegno psicologico, fornito nei casi di malattie gravi, perdita del lavoro, lutti o separazioni, al training autogeno, passando per il training assertivo, che può essere applicato in numerosi contesti della vita di tutti i giorni per risolvere le difficoltà di comunicazione in ambito sociale, affettivo o professionale. Attraverso il ricorso a colloqui psicologici individuali, chiunque - dal bambino all'adolescente all'adulto - riceve un ascolto empatico, così che il disagio comportamentale e psicologico possano essere approfonditi e conosciuti nel miglior modo possibile.
La dott.ssa Laura Vitagliano si occupa anche di psicoterapia, sia di coppia che individuale, allo scopo di permettere ai pazienti di ritrovare un benessere psicologico ottimale tramite la capacità di individuare i motivi dei disturbi, sulla base della terapia cognitivo comportamentale e delle sue varianti. Altra attività degna di nota è quella rappresentata da mindfulness e tecniche di rilassamento, che incidono in maniera specifica sui tratti psico-fisiologici della persona, al fine di incrementare l'abilità di far fronte alle circostanze complicate della quotidianità; si tratta, insomma, di insegnare a gestire lo stress, i problemi ordinari e i conflitti straordinari.

Consulenza psicologica

Ecco, dunque, che chi ha la necessità di avvalersi dei servizi di uno psicologo a Caserta ha la possibilità, rivolgendosi alla dott.ssa Laura Vitagliano, di vedere soddisfatte le proprie aspettative e di intraprendere un percorso che porta alla risoluzione dei problemi. Anche tramite una diagnosi psicologica, che consiste nella somministrazione di interviste strutturate, questionari e test di personalità. Non manca, poi, la possibilità di ottenere un orientamento professionale e scolastico, che si basa sul ricorso a prove attitudinali: un modo per permettere alle persone di sviluppare le proprie potenzialità da un punto di vista progettuale e motivazionale, e al tempo stesso di identificare il percorso di studi più in linea con le proprie potenzialità.
Grazie alla dott.ssa Vitagliano, insomma, si possono risolvere piccoli e grandi problemi della vita di tutti i giorni: chi lo desidera può richiedere una prima consulenza psicologica gratuita, che viene fornita online, così da decidere successivamente, in totale libertà, se iniziare un percorso di psicoterapia o di sostegno psicologico con una professionista affidabile e competente. La richiesta per la consulenza può essere inviata direttamente dal sito della dottoressa Vitagliano, compilando il form apposito.

lunedì 29 dicembre 2014

Terapia Di Bella e libertà di cura. Una nuova importante sentenza del Giudice del Lavoro di di Foggia: "Asl paghi le cure".

Il Tribunale ha ordinato la distribuzione gratuita del multitrattamento alle ammalate e alla rifusione delle spese per le cure sostenute

Con un'importante ed innovativa sentenza del 27.12.2014 il Tribunale di Foggia in funzione del Giudice del Lavoro, ha autorizzato la somministrazione gratuita a carico dell'ASL di Foggia del multi trattamento conosciuto come "Terapia di Bella". Nel dispositivo, viene ripercorsa la 'battaglia' scientifica che ha portato alla bocciatura della sperimentazione del metodo Di Bella nel 1998, ma viene precisato che "l'efficacia terapeutica di un farmaco e la sua insostituibilità può essere sempre provata nel caso concreto. Il fatto riguarda due donne madre e figlia, rispettivamente di 65 e 37 anni, che a pochi mesi di distanza l'una dall'altra, avevano scoperto di avere un tumore al seno. La più giovane, dopo il fallimento delle chemioterapie, si è rivolta al figlio del medico modenese che ha iniziato a curarla.

Dopo un anno e mezzo i risultati sono stati visibili e alla fine dell'anno successivo le metastasi erano pressoché scomparse, lasciando solo una piccola cicatrice al fegato, così come hanno potuto constatare i medici dello Ieo di Milano che hanno dovuto prendere atto, nonostante le loro certezze, della nuova situazione. Entrambe si erano sottoposte alla cura con successo. Il magistrato del tribunale foggiano, con ampia e condivisibile motivazione ha rilevato che se nei casi specifici è provata l'efficacia terapeutica e l'insostituibilità della cura in questione a fronte della "palliatività" delle cure  tradizionali poste a carico del Servizio Sanitarie, il "MDB" potrà, pertanto, risultare terapia farmaceutica da porsi a carico del SSN. Pertanto, la Asl di Foggia è stata condannata a rimborsare le spese sostenute dalle due pazienti perché, per il giudice, su di loro: "I farmaci associati alla cura con il metodo Di Bella si sono rivelati efficaci e insostituibili, essendo fallite le prescrizioni terapeutiche offerte dalla medicina ufficiale". Inoltre una terapia farmacologica è indispensabile se è efficace ed è insostituibile se, per le particolari condizioni del soggetto, gli altri farmaci del prontuario dovessero risultare incompatibili o concretamente inefficaci".

La sentenza spazza via le obiezioni anche rispetto al giro d'affari dei ritrovati relativi alla terapia messa a punto dallo scienziato modenese: "La cura Di Bella, ribadisce il magistrato, risponde al principio dell'economicità poiché i farmaci di questa terapia hanno un costo inferiore rispetto a quelli del circuito oncologico ufficiale". Nella fattispecie, il giudice del lavoro ha, infatti, ritenuto documentata l'efficacia dei farmaci e dell'intera terapia producendo un miglioramento della patologia tumorale, mentre la terapia ufficialmente riconosciuta è risultata essere stata inefficacie.

La novità, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", non è solo l'annosa questione della libertà di cura ed il diritto all'assistenza da parte dello Stato, ma soprattutto che il giudice del lavoro sia intervenuto a sancire il diritto al rimborso delle spese sinora sostenute dalla paziente che risultano integralmente poste a carico dell'ASL di Foggia.



Ebola. Ministero della Salute: presto dismesso il medico italiano

 

MEDICO ITALIANO AFFETTO DA EBOLA RICOVERATO IL 25 NOVEMBRE PRESSO L'ISTITUTO SPALLANZANI DI ROMA

 

 

 

Bollettino medico n. 23 del 29 dicembre 2014

 

 

Le condizioni cliniche del paziente sono buone.

 

Necessita di continuare la convalescenza in regime di isolamento ospedaliero.

 

Non prevediamo ulteriore bollettino medico ma convocheremo una conferenza stampa al momento della dimissione.

 

Il paziente ha comunicato che non intende rilasciare interviste fino alla dimissione.

 

 


mercoledì 24 dicembre 2014

Medici in Kansas. Scoperta nuova malattia da puntura di zecche soprannominato 'virus Bourbon'


Il CDC, l'Agenzia Federale Americana per il Controllo delle Malattie, ha lavorato in sinergia con l'ospedale dell'Università del Kansas dopo che un uomo è morto questa estate a seguito di una puntura di zecca.Un nuovo virus sarebbe responsabile del decesso di questo cittadino del Kansas questa estate, secondo quanto affermato dallo stesso Centro statunitense per il Controllo delle Malattie.John Seested, di Fort Scott, è morto per insufficienza organica dopo che è stato morso da una zecca. I test sulle malattia da zecche standard effettuati presso l'ospedale dell'Università del Kansas avevano dato risultato negativo, e Seested non ha risposto alle terapie tradizionali. "E 'stato molto frustrante. Questo è uno dei maggiori problemi con il mio lavoro, che adoro: quando noi non possiamo rispondere a queste domande, quando non possiamo aiutare i pazienti o le loro famiglie, " ha affermato il dottor Dana Hawkinson, un infettivologo presso l'ospedale universitario.Ma i ricercatori presso l'ospedale e il CDC ora hanno determinato che è stato un virus sinora sconosciuto ad uccidere Seested. Hanno soprannominato il "Bourbon"virus dal nome della contea in cui il paziente ha vissuto.  




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Redazione del CorrieredelWeb.it


Proroga due anni privatizzazione Croce Rossa Italiana

 Ministero della Salute

 

Su proposta del Ministro della Salute Beatrice  Lorenzin, nel Decreto Legge cd. Milleproroghe approvato dall'odierno Consiglio dei Ministri è stata inserita la norma che proroga di due anni il termine per la privatizzazione dell'Ente pubblico Croce Rossa Italiana.  Tale proroga è funzionale all'esigenza di rinvenire ed attuare le soluzioni più adeguate anche in relazione al ricollocamento del personale che risultasse in esubero. Nonché ai tempi necessari all'approvazione della Delega Legislativa avente ad oggetto il riordino dell'Ente contenuta nel Ddl. Lorenzin attualmente all'esame del Senato.

 


Stella di natale: puo' essere nociva



Roma, 24 Dicembre 2014. La stella di Natale (Euforbia pulcherrima) puo' essere nociva. Sembra incredibile ma e' proprio cosi' perche' le foglie e il fusto della pianta, se lacerate, contengono  sostanze ad azione nociva, sia per contatto che per ingestione. Il lattice, proveniente dalla lacerazione delle foglie o dal taglio del fusto, a contatto con l'epidermide puo' provocare eritema, prurito, bruciore della congiuntiva e della mucosa orale e faringea; se ingerito da' luogo a nausea, vomito, diarrea e perdita di coscienza. E' proprio la colorazione rossa delle foglie a sollecitare l'attenzione dei bambini e costituire un pericolo: rompere le foglie e metterle in bocca e' un tutt'uno che puo' avere gravi conseguenze. Anche gli animali domestici possono essere attratti dalla Stella di Natale e mordere sia le foglie che il fusto, con relative conseguenze. L'Euphorbia pulcherrima ha avuto un notevole successo come pianta natalizia: il colore rosso delle foglie (esistono varieta' rosa o bianche) da' un tono di vivacita', di allegria e di luminosita' alle nostre case, ricorda climi piu' caldi e vegetazioni lussureggianti (e' originaria dell'America centrale), ha una combinazione di colori indovinata (rosso, verde e giallo). Insomma in casa ci sta proprio bene, meglio se posta in alto su un mobile per evitare spiacevoli incidenti.
D'altronde anche una comunissima pianta, molto diffusa nel nostro Paese, quale e' l'oleandro, e' nociva per ingestione.

Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc.

martedì 23 dicembre 2014

Studio allarmante. I movimenti delle dita su touchscreen modificano il cervello.


Il cervello delle persone che utilizzano smartphone e tablet viene quotidianamente modificato in particolare dall'uso dal rapido e frequente movimento delle dita sullo schermo. Questo è il risultato di un nuovo studio dell'Istituto di neuroinformatica dell'Università di Zurigo e del Politecnico federale di Zurigo che ha indagato l'impatto che la destrezza delle dita degli utenti di touchscreen ha sul cervello.

Secondo lo studio ogni regione del corpo ha, infatti, una corrispondenza con una zona della corteccia sensomotoria. Nel caso di violinisti, per esempio, l'area che rappresenta le dita che guidano lo strumento è maggiore rispetto ad altre persone.I ricercatori hanno studiato l'attività cerebrale corticale innescata da movimenti delle dita in 37 persone, di cui 26 erano utenti di smartphone touchscreen e 11 di cellulari tradizionali. Tramite elettroencefalografia hanno registrato i movimenti di pollice, indice e medio, rivelando che la rappresentazione corticale differiva notevolmente tra i due gruppi.

"La tecnologia digitale che usiamo quotidianamente plasma l'elaborazione sensoriale del cervello in misura sorprendente", spiega uno degli autori, Arko Ghosh.I ricercatori hanno ad esempio rilevato che l'attività corticale dipende dalla frequenza di utilizzo dello smartphone: più era stato usato nei precedenti dieci giorni, maggiore era il segnale nel cervello, in particolare nella zona corrispondente al pollice. Non è risultato rilevante per quanto tempo gli utenti di smartphone avessero posseduto e fatto uso del dispositivo.

Ovviamente, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" occorrerebbe una seria e decisiva ricerca completamente indipendente per stabilire con certezza oggettiva i rischi connessi all'uso degli smartphone e tablet.In ogni caso, l'UE ed i singoli Stati europei dovrebbero lanciare campagne di sensibilizzazione su vasta scala sui rischi dell'uso intensivo di tali apparecchi se vogliono evitare un disastro per la salute enorme come per il tabacco o l'amianto.

Natale 2014: lo shopping è mobile

Infografica eCommerce Natale 2014
Infografica a cura di Osservatori.net
+120% sulle vendite da smartphone: i dettagli nell’infografica di Osservatori.net


Gli italiani nel periodo natalizio spenderanno circa 300 milioni di euro da smartphone, con un aumento del 120% sulle vendite rispetto a dicembre 2013. A rivelarlo in anteprima a pochissimi giorni dal Natale è l’infografica (scaricabile a questo link http://bit.ly/1w5y9KW) realizzata dagli Osservatori Digital Innovation (www.osservatori.net) della School of Management del Politecnico di Milano e intitolata Natale 2014 Lo Shopping è Mobile.

Partendo da questo importante dato, l’infografica sottolinea come la tendenza da parte degli italiani ad acquistare tramite smartphone sia cresciuta esponenzialmente negli ultimi quattro anni, passando dai 74 milioni di euro del 2011 agli 1,2 miliardi del 2014. Dal 2013 al 2014, in particolare, l’aumento degli acquisti dal proprio telefono cellulare è stato del 100%.

Mentre la crisi abbatte i consumi e i prezzi dei prodotti tipici delle festività continuano a salire, i dati relativi agli acquisti online per Natale 2014 sono in totale controtendenza: gli italiani spenderanno infatti il 17% in più rispetto al 2013 sui siti di eCommerce alla ricerca di doni originali – e spesso disponibili a prezzi scontati – per i propri amici e familiari, per un totale di circa 2,7 miliardi di euro.

Ma quali sono le categorie merceologiche più gettonate dagli eShoppers del nostro Paese in questa stagione natalizia? Al primo posto si collocano abbigliamento e accessori, che scavalcano informatica ed elettronica. Sul più basso gradino del podio troviamo invece viaggi e cene, a testimonianza del fatto che anche in tempi di crisi gli italiani non rinunciano alle vacanze e ai piaceri del palato.

Conformemente all’aumento del tasso di penetrazione dei dispositivi mobili fra la popolazione italiana di tutte le età, rispetto al 2013 è cresciuta del 65% la percentuale di consumatori che effettuano acquisti da tablet e smartphone, merito anche dell’aumento di applicazioni ad hoc e siti responsive che facilitano lo shopping da mobile. Con una percentuale pari all’80%, il computer continua a essere il device preferito per gli acquisti online, mentre lo smartphone, terzo in classifica con il 9%, accorcia le distanze rispetto al tablet (11%).

Per far comprendere ancora meglio la portata del fenomeno del mobile commerce in Italia, l’infografica riporta un confronto fra l’Italia e l’estero: con una percentuale pari al 20% e a pari merito con la Spagna, il nostro Paese è fra le nazioni con il più alto tasso d’incidenza degli acquisti da tablet e smartphone sul totale del valore del mercato eCommerce nel 2014 (13 miliardi di euro). Guidano la classifica USA e UK, con una percentuale del 25% su un totale rispettivamente di 329 e 76 miliardi di euro; la Germania è seconda con un tasso d’incidenza del 22% rispetto ai 30 miliardi del valore totale del mercato.




Gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net) vogliono offrire una fotografia accurata e continuamente aggiornata sugli impatti che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) hanno in Italia su imprese, pubbliche amministrazioni, filiere, mercati ecc.
Gli Osservatori sono ormai molteplici e affrontano in particolare tutte le tematiche più innovative: Agenda Digitale, Big Data Analytics & Business Intelligence, Canale ICT, Cloud & ICT as a Service, Cloud & ICT nella Pubblica Amministrazione, Collaborative Business Application, Digital Business – Innovation Academy, eCommerce B2c, eGovernment, eProcurement nella PA, Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, Gestione dei Processi Collaborativi di Progettazione, Gioco Online, HR Innovation Practice, ICT & PMI, ICT & Professionisti, ICT Accessibile e Disabilità, ICT nel Real Estate, Innovazione Digitale in Sanità, Innovazione Digitale nel Retail, Innovazione digitale nelle Utility, Innovazione Digitale nel Turismo, Internet of Things, Intranet Banche, Mobile & App Economy, Mobile Banking, Mobile Enterprise, Mobile Marketing & Service, Mobile Payment & Commerce, Multicanalità, New Media & New Internet, Smart Manufacturing, Smart Working, Startup Digitali, Supply Chain Finance.

HIV: infezione di massa in un villaggio della Cambogia. 90 persone compresi i bambini nello stesso villaggio infetti da HIV

Forse un medico ha diffuso il virus.

In un remoto villaggio della Cambogia, c'è un'infezione di massa da HIV. Circa 90 persone con età compresa tra i 5 e gli 80 anni risultano essere infettati con il virus. I risultati delle analisi sono affidabili, ha dichiarato il dott. Didier Fontenille, direttore dell'Istituto Pasteur nella capitale Phnom Penh. Un medico potrebbe essere responsabile dell'infezione. Secondo l'UNICEF la Cambogia è il paese asiatico con il più alto tasso di infezione di HIV. Pertanto, circa 120.000 persone vivono con il virus. Questo numero corrisponde a circa il due per cento della popolazione.

Nel mondo sono 42 milioni le persone colpite da Hiv/Aids. A detenere il triste primato di regione più colpita nel mondo sempre l'Africa subsahariana, con 29,4 milioni di persone che convivono con il virus o con la malattia conclamata, seguita dai paesi del Sud-est asiatico (6 milioni) e dall'America Latina (1,5 mln). Più bassi ma consistenti i numeri dell'Europa Occidentale, con 570 mila malati, del Nord America (980 mila), dell'Europa Orientale e l'Asia Centrale (1,2 mln). Questi gli ultimi dati aggiornati al 2002. Nel 2002 sono morti per Hiv/Aids 3,1 milioni di persone nel mondo, mentre le nuove infezioni sono state 5 milioni, 800 mila delle quali registrate fra bambini con meno di 15 anni.In Italia è la più alta prevalenza di persone affette da Hiv in Europa occidentale con oltre 1000 decessi l'anno. 

Complessivamente, sono circa 140mila gli italiani sieropositivi, il 15-25% dei quali non è al corrente della propria condizione. Circa l'80% dei contagi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, ma solo il 35% dei ragazzi e delle ragazze in Italia usa il preservativo.




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Redazione del CorrieredelWeb.it


Animali in ospedale: la massima esperta di pet therapy in Italia commenta la delibera della Toscana

Francesca Mugnai, esperta di pet therapy, commenta la delibera della Regione Toscana sulle visite degli animali in ospedale per trovare i padroni malati"Linee guida che riconoscono una relazione affettiva ed emotiva"

Intervento della dott. Francesca Mugnai, presidente di Antropozoa Onlus, massima esperta italiana di pet therapy, specialista in terapia assistita con gli animali, da 14 anni al lavoro con i cani nell ospedale pediatrico Meyer di Firenze e forma personale sanitario n questa delicata professione.


"Le linee guida della Regione Toscana per permettere ai cani di visitare i loro amici umani nei luoghi di cura, sono una risposta importante a una domanda sempre crescente tra la popolazione. Non si tratta di pet therapy: i cani o meglio il gruppo interdisciplinare che opera nelle terapie assistite, sono particolo professionisti allenati fin da cuccioli paino piano e che e lavorano al fianco di un operatore specializzato, con una formazione eccellente nella relazione di aiuto in un connubio imprescindibile.
Ma far entrare gli animali i in reparto è il riconoscimento dell'importanza della relazione affettiva tra la persona e l'animale quale sostegno emotivo nel corso della degenza.. e soprtautto di un legame di attaccammeto e cura fondamentale
La delibera della Regione è giustamente complessa a tutela della salute e della sicurezza negli ambienti sanitari, ma anche nel rispetto delle diverse sensibilità religiose e di pensiero e necessita di una opportuna formazione degli operatori sanitari.
La Toscana parte avvantaggiata rispetto ad altre regioni riconoscendo il valore dell'animale nella società e nelle famiglie. È una cultura della relazione non con un fine strumentale, ma come una continuità affettiva ed emotiva.
Questo pensiero delineato e fluido è stato costruito con anni di esperienze pratiche, in particolare all'ospedale pediatrico Meyer dove i nostri cani sono presenti in maniera fissa e con un protocollo specifico da ben 14 anni, grazie al sostegno economico della Fondazione Meyer e al continuo raccordo con i Reparti e la Direzioni Sanitaria e Infermieristica. Qui gli animali entrano in ogni reparto, inclusi i più delicati come l'oncoematologia e la rianimazione., e la terapia intensiva.

Il regolamento interno di
ogni struttura sanitaria, come previsto dal regolamento regionale, permetterà di studiare ad hoc all'interno di ogni azienda le modalità di accesso degli animali a tutela del paziente e del cucciolo stesso".


Francesca Mugnai
Ha compiuto studi universitari prima in Filosofia, e poi in Psicologia dell'età evolutiva a Firenze. Istruttrice abilitata Enci per cani per pet therapy, inizia la sua formazione specifica alla fine degli anni '90 sia in Italia che in Nord America. Nel 2002 partecipa alla creazione dell'Associazione Antropozoa Onlus, ente specializzato sia operativamente che in ambito formativo negli I.A.A., di cui di oggi è presidente. Dal 2002 ad oggi è responsabile per la AOU Meyer di Firenze del Progetto di pet therapy in ospedale. Opera come formatore, consulente e supervisore di progetti di I.A.A. e delle dinamiche complesse che da questi percorsi emergono. È Referente del Centro di Pet Therapy Antropozoa Farm di Castelfranco di Sopra (Ar) nel quale opera come libero professionista in collaborazione con i Servizi di salute mentale territoriali con bambini con patologie psichiatriche. È la massima esperta italiana di pet therapy in ambito pediatrico e dell'inserimento e valorizzazione del rapporto con l'animale nei contesti sanitari e di cura. Nel 2014 ha curato la traduzione italiana di "Attachment to pets" di Turner et al., il primo libro scientifico sulla pet therapy edito da Hogrefe, integrandolo con un capitolo sulla pet therapy in Italia.

Antropozoa
Antropozoa da oltre 15 anni collabora in maniera continuativa e costante con strutture pubbliche e private con progetti e interventi con l'ausilio degli animali.
È l'unica associazione in Italia a lavorare in modo costante e continuativo in una struttura sanitaria pubblica, ossia l'AOU pediatrica Meyer di Firenze.
Antropozoa opera con circa una ventina di cani, di diverse razze e molte altre specie animali, quali asini, caprette altri animali da fattoria e sta ultimando la realizzazione di una 'therapy farm" a Castelfranco di Sopra (Ar).
Si occupa di interventi di alta specializzazione negli ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria; progetti per psicopatologie pediatriche (in particolare autismo); progetti per anziani (in particolare Alzheimer); interventi nelle scuole di ogni ordine; formazione professionale nei programmi assistiti con l'ausilio degli animali; giornate e incontri con i bambini ospedalizzati nelle aree rurali; organizzazione di gruppi di studio, di ricerca , seminari e convegni; incentivazione di studi e ricerche sulle attività e terapie assistite con l'ausilio degli animali.
L'associazione ha ricevuto in questi anni importanti riconoscimenti scientifici.




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Redazione del CorrieredelWeb.it

Occhio al “pesce palla”. Non va assolutamente mangiato

Dopo l'allerta dell'anno scorso lanciata dallo "Sportello dei Diritti" anche l'Istituto oceanografico di Spalato ha recentemente lanciato un vero e proprio allarme

Poco più di un anno fa, per la precisione il 16 novembre 2013, lo "Sportello dei Diritti", per la prima volta in Italia rilanciava un allerta alimentare a seguito della pesca nelle acque nostrane di un pesce apparentemente innocuo, ma le cui carni sono velenosissime e pericolose per l'uomo: il Lagocephalus sceleratus, una specie di pesce palla che si sta diffondendo anche nel mar Mediterraneo, che dopo essere passato dal Mar Rosso dov'è originario attraverso il canale di Suez, ha fatto capolino in Grecia, passando per Israele, Rodi, la Turchia ed è arrivato sino alle acque siciliane dove era stato pescato l'autunno dello scorso anno presso Lampedusa.Non appena rinvenuto dai pescatori siciliani, l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ne ha dato notizia alle autorità sanitarie per il tramite di una nota con la quale ha segnalato alle Asl la presenza del vertebrato nelle acque nostrane.

Ora, anche l'Istituto oceanografico di Spalato ha recentemente lanciato un vero e proprio allarme: anche in Alto Adriatico è arrivato il "Lagocephalus sceleratus", detto anche pesce palla argenteo.Sono numerosi, infatti, i pescatori istriani che ne hanno catturato un esemplare. Il problema è che la carne del "Lagocephalus sceleratus" contiene una tossina mortale (tetradotossina) che porta alla paralisi del sistema respiratorio.

Si tratta quindi di una conferma, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che la tropicalizzazione delle nostre acque sta favorendo la diffusione di numerose specie di pesci esotiche di cui alcune pericolose come quella in questione.Per tali ragioni, è doveroso mettere in guardia i cittadini e i pescatori a non mangiarlo in caso di eventuale cattura.Sottovalutare tale evento potrebbe portare, infatti, a conseguenze dannose per la salute, giacché le carni di questo tipo di pesce sono altamente tossiche anche dopo la cottura, e consumi occasionali hanno già causato alcuni decessi in altri Paesi del bacino del Mediterraneo.



Avvio di procedure concorsuali per i precari del SSN



Andrea Pietrarota
Cavaliere al merito della Repubblica Italiana

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sociologo della comunicazione, giornalista e consulente di comunicazione integrata
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---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Ufficio Stampa <ufficiostampa@sanita.it>
Date: 22 dicembre 2014 19:52
Oggetto: comunicato n. 238 del 22 dicembre 2014 - avvio di procedure concorsuali per i precari del SSN
A:




 


Ministero della Salute


 

 

Avvio di procedure concorsuali per i precari del SSN

Il Ministro Lorenzin ha trasmesso, in data odierna, alla Conferenza Stato-Regioni lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, con cui si dà attuazione a quanto disposto dall'articolo 4, comma 10, del decreto legge 31 agosto 2013 n. 101 "Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni" convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013 n. 125.  Il provvedimento, elaborato all'esito di un complesso iter che ha previsto l'interlocuzione con i Ministeri dell'economia e delle finanze e della semplificazione e pubblica amministrazione, una volta acquisita l'intesa della Conferenza, permetterà l'avvio di procedure concorsuali riservate al personale precario degli enti del Servizio sanitario nazionale. Si tratta del primo fondamentale passo per ridurre il precariato nel settore sanitario, ove il blocco del turn-over ha negli ultimi anni imposto il ricorso a forme di lavoro flessibile al fine di garantire l'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza.

Grande la soddisfazione del Ministro della Salute, Lorenzin: "E' un primo passo molto importante, già concordato con le Regioni nell'ambito del Patto della Salute, per ricominciare a dare stabilità e sicurezza a chi opera negli ospedali italiani con fatica e sacrificio. Nei prossimi giorni sarò impegnata a studiare ulteriori interventi anche normativi, nell'ambito del riordino degli enti vigilati e nel settore della ricerca. Ridurre nelle aziende ospedaliere altre sacche di precariato deve essere un nostro obiettivo". 

 

 


Glutine: una nuova tecnica ne trova le tracce minime

Un sistema sviluppato dai ricercatori di alcuni Istituti Cnr consentirà di rilevare la presenza di questa sostanza negli alimenti con una sensibilità cento volte superiore a quella attuale. Importanti applicazioni sono previste in campo biomedico, ambientale e alimentare. La ricerca è pubblicata su Nature Communications

Una tecnica basata sull’effetto piroelettrico consentirà di rilevare tracce minime di glutine negli alimenti, con un’elevata sensibilità che potrà rendere più sicura l’assunzione di alimenti da parte delle persone affette da celiachia. L’innovativa tecnica è frutto della collaborazione tra diversi Istituti del Consiglio nazionale delle ricerche: Istituto nazionale di ottica (Ino-Cnr), Istituto di biochimica delle proteine (Ibp-Cnr), Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa-Cnr), Istituto di microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr), Istituto di cibernetica (Icib-Cnr). I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications.

“La tecnica è basata sull’utilizzo dell’effetto piroelettrico, cioè la formazione temporanea di cariche elettriche di segno opposto, per accumulare su un supporto ad hoc molecole presenti in tracce, che divengono così rilevabili tramite uno strumento di lettura a scansione, ad esempio uno scanner in fluorescenza”, spiega Simonetta Grilli dell’Ino-Cnr. “Immaginando le proteine di gliadina, principali componenti del glutine, come delle piccole lampadine disperse in un liquido, il nostro metodo riesce ad accumularle su una superficie micrometrica (1 millesimo di millimetro), centuplicando il livello di luce rilevabile rispetto a quanto avviene con un dispensatore convenzionale”. 

Il funzionamento basato sull’effetto piroelettrico consente quindi di prelevare e accumulare piccolissimi volumi di liquido. “I risultati ottenuti con la nuova tecnica presentano una sensibilità di rilevazione pari a 0.005 parti per milione (ppm) di gliadine, principali proteine responsabili della celiachia, rispetto ai 0.3 ppm delle migliori tecniche reperibili in commercio, ovvero con un miglioramento di circa cento volte. Quindi potrebbe essere di grande aiuto nella produzione di alimenti etichettati ‘gluten free’ per rilevare tracce minime di contaminazione non rilevabili con tecniche tradizionali, ma la cui ingestione può comportare danni anche gravi al soggetto celiaco”.

Il lavoro è stato sviluppato nell’ambito di un Progetto di ricerca nazionale finanziato dal ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, nell’ambito del Fondo per gli investimenti della ricerca di base, con un coinvolgimento fortemente interdisciplinare. “Il nostro obiettivo ora è di miniaturizzare il sistema di accumulo piroelettrico per renderlo più compatto e fruibile da personale non specializzato, senza ricorrere a lunghe e dispendiose analisi in laboratorio”, conclude Pietro Ferraro, responsabile del gruppo di ricerca e neo-direttore dell’Icib-Cnr, “che si inserisce molto bene nella nuova missione dell’Istituto di cibernetica”.

Roma, 23 dicembre 2014

lunedì 22 dicembre 2014

Anniversario Tsunami, ActionAid: le donne furono in prima linea nella risposta all'emergenza


Sono tante le lezioni apprese dalle comunità locali nei sei paesi dove ActionAid, dieci anni fa, rispose all'emergenza: prima fra tutte ricostruire meglio e in sicurezza, assicurando i diritti delle fasce di popolazione più emarginate.
La risposta globale all'emergenza fu straordinaria,  mentre l'Italia si scoprì priva di un sistema chiaro e trasparente.


Dieci anni dopo lo tsunami, che devastò l'intero Sud-est asiatico, giungendo fino alle coste dell'Africa orientale, provocando 230 mila vittime accertate e  lasciando 1,7 milioni di sfollati, sono molte le lezioni apprese da quella catastrofe, in termini di investimenti sulla prevenzione e sull'empowerment delle comunità, in particolare le donne.

Secondo l'esperienza di ActionAid, in quella emergenza fu cruciale il ruolo di leadership delle donne, soprattutto in Thailandia e India: le comunità femminili furono infatti una parte fondamentale nella valutazione  e individuazione dei bisogni e nella pianificazione dei progetti. Dieci anni dopo, molte di quelle donne hanno ottenuto il diritto a possedere la terra, a sedere nei consigli comunitari, a creare cooperative autonome per ottenere una indipendenza finanziaria, proprio grazie all'impegno comunitario nei mesi successivi a quella che è considerata una delle più drammatiche calamità naturali degli ultimi decenni.

Il 26 dicembre 2004, lo tsunami, causato da un terremoto di magnitudo pari a 9.3 della scala Richter nell'Oceano Indiano, scatenò masse d'acqua alte come un palazzo di sei piani, che si abbatterono sulle coste alla velocità anche di oltre 200 km/h. ActionAid fu impegnata in operazioni di emergenza in 6 dei 13 paesi colpiti: Sri Lanka, India, Indonesia, Thailandia, Maldive e Somalia. Rispondendo nell'immediato ai bisogni primari, con generi alimentari e kit sanitari, l'azione si concentrò sulle fasce di popolazione più vulnerabili, come donne, bambini, anziani, e persone con disabilità, spesso lasciati ai margini delle grandi operazioni di soccorso. Solo nei primi tre anni, l'organizzazione ha supportato e aiutato oltre 750mila persone, di cui il 70% donne.  Un elemento chiave dell'approccio di ActionAid fu quello di assicurare che le comunità fossero "ricostruite meglio". ActionAid sviluppò attività per la ricostruzione di nuove abitazioni, dotate di servizi igienici  e con criteri di maggiore sicurezza e sostenibilità (in India, in Sri Lanka e nei paesi del Corno d'Africa), e sostenendo le comunità più vulnerabili a mobilitarsi per vedere riconosciuti i propri diritti (in India, Thailandia e Indonesia), nella fase post-emergenza.

 "Ricordo le onde dell'Oceano Indiano come se fosse ieri – racconta  Amar Nayak, oggi Programme Manager per le emergenze in Asia, che era a capo del coordinamento dei programmi di ActionAid in risposta allo tsunami – le comunità non erano pronte a un impatto così devastante. Tre quarti delle vittime indiane furono donne proprio perché quando arrivarono quelle onde, erano loro a pescare sulla riva. Sulla costa orientale a Chennai, una delle più grandi città indiane non credevo ai miei occhi: tutte le abitazioni erano state spazzate via. Mancava tutto, a partire dal cibo. Ma sono state le donne delle comunità dei partner locali, le prime a reagire." "Uno dei maggiori risultati ottenuti da ActionAid è stato per il diritto alla proprietà della terra. Subito dopo la catastrofe, il Governo indiano dichiarò off limits tutte le aree costiere,  come misura precauzionale per prevenire futuri tsunami, ma mettendo a repentaglio la possibilità di sopravvivenza di intere comunità di pescatori. Le comunità locali diedero vita alla campagna "Sea is life, Coast is right!", portata avanti proprio dalle donne, che erano parte di gruppi di auto aiuto nelle prime settimane dopo il 26 dicembre. E ottennero dal Governo, la revoca di quella decisione."

La risposta all'emergenza globale fu pari a 13,6 miliardi di dollari, complice anche la presenza di molti occidentali sulle coste dell'Oceano Indiano, per le vacanze di Natale.

L'Italia, nonostante la risposta dei donatori privati, si trovò impreparata a gestire l'emergenza internazionale. "Nel nostro Paese furono raccolti oltre 50 milioni di euro – dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid – risorse poi trasferite alla Protezione Civile che non aveva la titolarità a impiegarle. Sono passati dieci anni e sul sistema di reazione alle emergenze, che è evoluto attraverso l'esperienza dello tsunami,  permane una seria carenza di regole chiare e trasparenti. Allora chiedemmo che la responsabilità sull'aiuto umanitario fosse chiaramente svincolata da considerazioni politiche, in base ai più elementari principi internazionali in materia. E quindi la revisione della normativa creata per decreto sui poteri del Dipartimento Protezione Civile, chiaramente orientati all'indirizzo politico della Presidenza del Consiglio."




ActionAid International è un'organizzazione indipendente che si impegna nella lotta alle cause della povertà e dell'esclusione sociale dal 1972. Per combattere la fame e garantire un cambiamento sostenibile che duri nel tempo, l'Organizzazione lavora a fianco delle popolazioni e delle comunità più emarginate attraverso programmi di sviluppo a lungo termine in Asia, Africa e America Latina.

Idee curiose per impacchettare i regali di Natale


Un’idea carina da poter realizzare con i bambini piccoli è quella di decorare la carta con le tempere. Poggiate la mano del bambino nelle tempere e poi subito sulla carta regalo. Potete utilizzare tutti i colori che volete, sono perfetti il verde il rosso e il bianco.

Se amate i colori potete sbizzarrirvi e abbellire il vostro pacchetto con sagome di carta, nastrini di tessuto e perché no, fili di lana o cotone. Le idee con questi materiali sono infinite. Merletti e pizzi per i pacchetti più raffinati, pon pon di lana al posto dei classici fiocchi per quelli più divertenti e originali, origami, cuoricini di tutte le dimensioni e fotografie come biglietti per le persone più care.
La fatica più grossa si sa, non è quella di fare o acquistare i regali quanto quella di incartarli....e in maniera presentabile!
Il momento dello scambio dei regali è prezioso e unico e proprio per questo motivo è bene che i pacchetti siano all'altezza della situazione. L'incarto, in quel preciso momento vale quasi quanto il regalo, niente è infatti più magico della sensazione di mistero e suspance che si crea quando stiamo per scartare un dono. Lasciamo perdere quindi i pacchetti fatti da commessi frettolosi o le buste dalla chiusura facilitata. Ci sono un sacco di idee e materiali che si possono sfruttare per rendere unico e originale il pacchetto da riporre sotto l'albero!

Un'idea molto "dolce" e che farà felici i golosi è sicuramente quella di guarnire il pacchetto con caramelle, lecca-lecca e cioccolatini. Questi possono essere all'interno di un sacchetto o legate singolarmente al fiocco, tutto dipende dalla dimensione del regalo.
La versione non commestibile invece prevede foglie, fiori (anche finti) e bastoncini (magari di cannella o liquirizia) accompagnati da un bigliettino con testo o disegno personalizzato.
Un’altra idea semplice e carina è quella di far prendere un’identità ai vostri pacchetti incollando o disegnando sull’incarto, occhi, mani e bocca.
pachetti natale

Dopo aver ottenuto l’effetto desiderato, lasciare asciugare per una notte. Il giorno seguente impacchettate il regalo, lasciando il lato colorato all’esterno.
pachettoBasterà pensarci un attimo per farvi venire in mente varianti creative e uniche! Tutto quello che vi occorre è tanta buona volontà, poi il budget e i prodotti possono essere di qualsiasi tipo. Recuperate vecchi jeans e cravatte, disegni, pezzi di stoffa, rafia, spago, giornali e riviste…il segreto è unire tutto con fantasia!

pachetti-nastrinielanaPer gli esperti consigliamo invece questo video: come incartare i regali in 15 secondi!

Vi sentite pronti a battarere il record? :) Buon divertimento!

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