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lunedì 31 luglio 2017

Salute. Enea: dalle microalghe antiossidanti naturali per alimenti e cosmetici

Le microalghe vengono usate sempre di più nell'industria alimentare e cosmetica per il loro contenuto di sostanze benefiche come omega-3 e betacarotene


Ora un progetto internazionale di ricerca da 5 milioni di euro punta a rendere più economiche le coltivazioni dei microrganismi vegetali, riducendo drasticamente i costi di produzione dagli attuali 6 euro/kg a 0,3 euro/kg


All'ENEA il compito di testare nuove tecniche di produzione e di estrazione dei principi attivi.



Ministero della Salute: i dati Istat contraddicono il Censis

Oggi numerosi organi di informazione rilanciano i dati di uno studio Censis-Rbm Assicurazione Salute, già ampiamente diffusi a giugno, dove si afferma che 12,2 mln d'italiani avrebbero rinunciato a prestazioni sanitarie (almeno una volta l'anno) per motivi economici.

 

Il ministero della Salute sottolinea come il dato di 12,2 milioni sia una mera proiezione in valori assoluti dei risultati di un'indagine campionaria su 1.000 cittadini ai quali è stato chiesto se, nel corso dell'anno, avessero rinunciato o rinviato ad almeno una prestazione sanitaria senza però specificarne tipologia ed effettiva urgenza.

 

Per questo riteniamo improprio parlare genericamente di 12,2 milioni di italiani che rinunciano alle cure per motivi economici anche perché il dato è in evidente contrasto con due precedenti indagini Istat effettuate su vastissima scala.

 

In primis il Rapporto annuale Istat 2017 (fonte Istat-Eu Silc che si basa su un campione di circa 29mila famiglie, per un totale di quasi 70mila individui) che riporta come la quota di persone che ha rinunciato a una visita specialistica negli ultimi 12 mesi perché troppo costosa è stata pari al 6,5% della popolazione (3,9 mln di persone).

 

Un'ulteriore discrepanza si rileva poi confrontando il dato Censis-Rbm con l'indagine europea (Fonte: Costa, Cislaghi, Rosano/ Indagine Istat-Eu Silc) secondo cui sono meno di cinque milioni, cioè meno della metà delle stime dichiarate dal Censis-Rbm, gli italiani che hanno rinunciato a una o più prestazioni sanitarie.

 

Tra l'altro il confronto internazionale evidenzia che la percentuale italiana della popolazione che ha dichiarato di aver rinunciato a una prestazione sanitaria per motivi economici è in linea con la realtà europea: Italia 7,8%, Svezia 9,2%, Francia 6,3%, Danimarca 6,9%, Germania 5,4% (i valori sono riferiti al 2014 ed alla popolazione dai 16 anni in su aggiustata per età e genere sulla media europea).

 


sabato 29 luglio 2017

Il 31 luglio è la Giornata Mondiale dell'Orgasmo, gli italiani la festeggiano così.




 
 
["Alessandro Maola Comunicazione"]
 
 
Nell'ultimo mese le ricerche sul web aumentate del 300%.
 
 
Il 31 luglio è la Giornata Mondiale dell'Orgasmo (insieme al 21 dicembre) ed a quanto pare gli italiani intendono festeggiarla adeguatamente: una ricerca promossa da LoveLab, azienda italiana tra i leader per la produzione di cosmetici per la coppia, ha analizzato dati Google e delle discussioni sui social degli ultimi 6 mesi su alcuni prodotti "hot", scoprendo che, ad esempio, i "sex toys" nell'ultimo mese ha visto un aumento delle ricerche in Italia di oltre il 300%. 

Un picco che non si è mai registrato prima. 

E dati simili sono legati anche a prodotti come gli astringenti vaginali ed ai gel stimolanti per lui o per lei. Un boom tra l'altro che è prettamente italiano e che non si registra in altri paesi.
 
Tra le regioni che più hanno contribuito all'esplosione di interesse per i cosmetici per la coppia e per i sex toys il Friuli, la Liguria, le Marche, il Veneto e l'Emilia Romagna.
 
"Un trend di crescita per questo tipo di prodotti c'è da tempo, ma non era mai capitato che in 30 giorni si triplicassero la ricerche. Evidente che questa estate 2017 promette di essere davvero bollente e non solo per le temperature" - ha dichiarato Alessandro Bertino, Ceo di LoveLab.
 
Nello specifico, ecco alcuni dei prodotti più ricercati dagli utenti del web:
 
Gel Astringente Vaginale, come "Like a Virgin", permette di restringere temporaneamente la pareti vaginali con una formula Made in Italy a base di Allume di Potassio. Utilizzato certamente dalla donne che hanno avuto un parto, ma anche da moltissime che lo usano come gioco divertente.
 
Crema stimolante energizzante maschile, come "Oh, my God!", contiene il PowerMix Green: caffeina, capsicina, allantoina, gincko biolca, perfetto per superare le eventuali "difficoltà" derivanti dal caldo.
 
Gel Lubrificante Intimo per lei, come "Wow!", il primo lubrificante intimo contenente acido ialuronico e pantenolo, tutto green e pure al gusto Marshmallow.
 







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lunedì 24 luglio 2017

No, la depressione non è tristezza. E non si combatte “dandosi una mossa”

La depressione è una malattia dall’origine ancora oscura e soggetta a ogni sorta di malinteso. 

Il risultato è una condizione, per chi ne soffre, aggravata e segnata dallo stigma sociale




Una “perturbazione dolorosa, più forte di ogni istanza moderatrice del volere”: così Carlo Emilio Gadda ne La cognizione del dolore descrive lo stato depressivo. 

Una rappresentazione che prenderemo per buona, perché una definizione soddisfacente di “depressione” ancora non esiste, e l’arte, in casi come questo, può venirci in aiuto, considerato che metà del suo scopo è proprio dare corpo agli stati d’animo più emblematici.


(RyanMcGuire / Pixabay)
«Un errore che si fa spesso in buona fede con le persone affette da depressione è sollecitarli a reagire», spiega la psichiatra Cristina Toni, durante la conferenza La depressione: in cerca di una definizione (tra tristezza e malinconia). «Nella depressione c'è una fissità dello stato di dolore che non è influenzabile dalla volontà. Ciò che viene a mancare è proprio la volontà».

In buona sostanza chi – più o meno bonariamente – incita una persona depressa a darsi da fare («perché io ho avuto lo stesso problema e mi sono rimboccato le maniche» e via dicendo…) semplicemente non considera un fatto: la depressione non è la tristezza e il suo contrario non è la felicità, ma la vitalità. Lo spiegava già bene Gadda: “Più forte di ogni istanza moderatrice del volere”.

Distinguere depressione e tristezza – e ancora: malinconia, blues, spleen, lutto – è di fondamentale importanza secondo la dottoressa Toni. Perché la tristezza è uno stato d’animo connaturato nell’individuoun’emozione fisiologica con una funzione adattativa importantissima, motivazionale e di analisi. 

La depressione invece è totalizzante e si traduce in un generale rallentamento, sia fisico che cognitivo ed emotivo. Tanto che, in alcuni casi, non si è più nemmeno in grado di fare le cose banali, dall’andare al lavoro a farsi la doccia.

Semplicemente, tutto diventa incredibilmente impegnativo. Alzarsi dal letto e lavarsi i denti è paragonabile a un’escursione in montagna, tutta in salita e sotto il sole (e senza borraccia d’acqua o barretta di cioccolato per darsi energia). 

Ogni azione si scompone nel cervello in tante micro azioni, tutte con un proprio peso specifico, tutte dispendiose di energia. E, soprattutto, tutte senza senso.

In una società attiva e molto prestazionale come la nostra, una persona che soffre di depressione è ancora soggetta a uno stigma fortissimo. A parte qualche emo superstite e certe ragazzine che su Instagram postano selfie dolenti accompagnati dalla posologia dei propri farmaci, le persone non amano pubblicizzare questa condizione, perché pensano che allontani le persone e che peggiori la propria immagine pubblica.

E hanno ragione. Lo confermano due studi condotti dal professor Guy A. Boysen della McKendree University (in uno, ad esempio, i partecipanti dovevano indovinare la bellezza fisica di alcune persone a partire da indicazioni caratteriali), che provano in buona sostanza che nella percezione comune le persone con disturbi mentali – come depressione e schizofrenia – hanno meno probabilità di avere successo nelle relazioni.
La depressione non è la tristezza e il suo contrario non è la felicità, ma la vitalità

Provoca vergogna, dunque. Eppure è incredibilmente diffusa. “Ora so che la depressione è il segreto di famiglia di ognuno di noi” ha detto lo scrittore Andrew Solomon durante un brillante Ted Talk sull’argomento.

Se le nostre case fossero, come nei film americani, tutte dotate di seminterrato, è lì che probabilmente si troverebbe: nella tana dell’uomo-topo di Memorie dal sottosuolodi Dostoevskij.

Per Solomon la depressione può essere evocata solo da metafore (l'abisso, il bordo, l'oscurità). O, per Dickens, il tarlo che erode lentamente.

Andrew Solomon è un uomo sano, ricco, bianco, che di mestiere fa lo scrittore. Una di quelle persone che “hanno tutto”. Eppure in un momento della sua vita si è ritrovato a non riuscire ad alzarsi dal letto ed è arrivato a fare consapevolmente sesso con uomini che presumeva sieropositivi nella speranza di contrarre il virus a sua volta.

Per chi non ha mai sperimentato episodi depressivi, reazioni anche ben più lievi di questa sembrano del tutto incomprensibili. Non solo, anche chi ne è affetto è spesso consapevole di quanto sia assurda e grottesca la propria visione, ma non riesce comunque a sottrarsi.

Tentare di spiegare è quasi una causa persa, anche considerando che, per parafrasare un altro russo, “tutte le persone felici sono felici allo stesso modo, ogni persona infelice è infelice a modo suo”. Esistono infatti diversi tipi di depressione: quella ansiosa e concitata, quella che si esprime con sintomi fisici più che attraverso l’umore, la depressione malinconica – la più grave – e quella cronica, più lieve, che spesso viene combattuta a forza di automedicazioni come alcol e i sedativi.

Esistono però dei tratti fondamentali e comuni. Innanzitutto, la depressione ti rende solo. E non tanto perché ti fa diventare una persona sgradevole (La persona depressadi David Foster Wallace ha reso questa sgradevolezza al punto da rendere quasi intollerabile l’intero racconto). Pur sapendo che è un’esperienza comune a molti, infatti, per chi ne soffre è qualcosa di unico, che erige una barriera ovattata tra te e gli altri: il vasto mondo dei non depressi. Se si è soli, ci si sente abbandonati. Se si è circondati da amici, ci si sente in colpa per loro (e in colpa verso se stessi per l’importanza stratosferica che, nel bene e nel male, acquista una semplice presenza umana).

Le persone depresse si sentono sempre colpevoli. Nei confronti degli altri e nei confronti di se stessi. La natura solipsistica di questa condizione si accompagna a una sorta di narcisismo al contrario per cui, per quanto possa sembrare demenziale, è quasi impossibile convincersi che: no, non si fa più schifo di qualsiasi altra persona sulla terra. 

Sembra che un velo di finta felicità sia stato sollevato scoprendo la Realtà con la R maiuscola. Ma come Zion in Matrix, anche questa realtà così cupa, per quanto possa sembrare frutto di lucido disincanto, non è che una possibile interpretazione di qualcosa di fondamentalmente insondabile.

In una società attiva e molto prestazionale come la nostra, una persona che soffre di depressione è ancora soggetta a uno stigma fortissimo

Una volta stabilito che tristezza e depressione sono due cose diverse, un altro fraintendimento tipico è che la terapia (psicologica o farmacologica) sia una specie di “scelta comoda” di fronte ai problemi del reale. In realtà la scelta di curarsi porta con sé tantissime difficoltà: viene da chiedersi se i farmaci ti stiano restituendo il vero te stesso o se ti stiano trasformando in qualcun altro.

Allo stesso modo ci si interroga sulla natura del problema: chimico o psicologico? Probabilmente entrambi. «Nonostante tutti i progressi compiuti dalle neuroscienze, non conosciamo ancora la patogenesi della depressione», spiega ancora la dottoressa Toni. Di certo, come dice Solomon; «è qualcosa che si radica talmente in profondità che non può più essere scissa completamente dalla nostra personalità».

Altro errore comune che porta a sottovalutare – e addirittura a provare irritazione nei confronti dei cosiddetti depressi – è considerarlo un male moderno, occidentale, alto borghese. Nella storia della cultura ce n’è traccia più o meno in ogni epoca: si parte già con Omero per proseguire con Tommaso d'Aquino, Shakespeare, Baudelaire, Keats, Van Gogh, Virginia Woolf ed Emily Dickinson, che sentiva “un funerale nel proprio cervello”.

Solomon, che dopo la sua esperienza ha dedicato una buona parte della carriera all’approfondimento del tema, ha studiato a lungo la depressione tra gli strati indigenti della popolazione. «È il risultato», spiega, «di una vulnerabilità genetica – presumibilmente equamente distribuita fra la popolazione – e di circostanze scatenanti, verosimilmente molto più gravi per gli indigenti».

Ma se la tua vita va a gonfie vele e ti senti sempre una nullità, il sospetto di avere qualcosa che non va sorge spontaneo. Se la tua vita invece è un disastro economico e affettivo e ti senti una nullità, be’, in tal caso pensi semplicemente di avere ragione.

Solomon ha raccolto storie da tutto il mondo, dalla Cambogia al Ruanda, e per quanto riguarda le terapie, da rigido paladino della medicina occidentale, per i problemi dell’umore ha finito per sposare la strategia “basta che funzioni”. Ci sono persone che sostengono di trarre grande beneficio dal lavoro a maglia: chi siamo noi per criticare?

Tra libri e farmaci, lo scrittore sembra aver trovato un proprio equilibrio: ha imparato a non preoccuparsi e ad amare la depressione. Non per tutti l’esito è così positivo. Se nelle classi più elevate il fenomeno è probabilmente sovrastimato (e sovra curato), tra i più poveri l’accesso a terapie mirate è in genere proibitivo.

È facile scoraggiarsi: le cure, oltre a essere costose, hanno efficacia incerta e causano parecchi effetti collaterali. Ma è comunque importante pretendere di più, non arrendersi a uno stato d’animo invalidante che in molti casi finirà per peggiorare. Perché se la tristezza fa parte della vita, la depressione vera, quella clinica, è forse la disabilità più diffusa al mondo.

La depressione ti rende solo e ti fa sentire colpevole. Pur sapendo che è un’esperienza comune a molti, infatti, per chi ne soffre è qualcosa di unico

mercoledì 19 luglio 2017

Salute psicofisica e Minori: audizione Vincenza Palmieri in Commissione Parlamentare Infanzia e Adolescenza

La Prof.ssa Vincenza Palmieri, Presidente I.N.PE.F., in audizione presso la Commissione Parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza, sul tema della tutela della salute psicofisica dei minori

"Da anni, in Italia, vi è un eccesso e un abuso diagnostico in quantità e qualità. Anziché parlare di presa in carico psichiatrica precoce occorre parlare di azioni di presa in carico sociale e di controllo sulla vendita degli psicofarmaci senza prescrizione"

 

- Camera dei Deputati -

Martedì 18 luglio 2017


 

Martedì 18 luglio la Prof.ssa Vincenza Palmieri, Presidente dell'Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, è intervenuta in audizione presso la Commissione Parlamentare Infanzia e Adolescenza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla tutela della salute psicofisica dei minori, tematica su cui ha inteso sviluppare un focus per approfondire le condizioni legate al disagio fisico e mentale di bambini e adolescenti.

Alla presenza delle Vice Presidenti, Sen. Enza Blundo e On. Sandra Zampa, e dei componenti della Commissione Sen. Elena Ferrara, Sen. Antonio Razzi, Sen. Donella Mattesini, On. Eleonora Bechis, On. Vanna Iori, On. Gaetano Nastri e On. Francesco Prina, il Presidente Palmieri è stata chiamata ad intervenire in qualità di profonda conoscitrice del tema, in virtù dell'esperienza più che trentennale.

Nell'illustrare la situazione, ha dunque analizzato l'attuale esplicarsi del diritto alla salute dei minori nel nostro Paese, correlando in particolare il concetto di disagio mentale all'abuso diagnostico e all'incremento delle prescrizioni e del consumo di psicofarmaci, sottolineando come vi sia oggi un eccesso di diagnosi, in termini di "quantità e qualità".

"Il mio quesito – ha dichiarato – è: sono aumentati i ragazzi disabili, i bambini matti da legare, gli adolescenti con disturbi o sono aumentate le tipologie di diagnosi per cui sempre più popolazione minorile rientra nel range della patologia?​ Quello che voglio dire è che da una parte vengono amplificate le diagnosi, dall'altra abbiamo un incremento della somministrazione degli psicofarmaci come pure della possibilità da parte dei ragazzi di accedervi senza alcun controllo, acquistando tramite internet o altri canali, fino a passare anche attraverso le farmacie. Riporto le testimonianze e le storie dei ragazzi e delle loro famiglie che, in fase di dismissione degli psicofarmaci, riescono purtroppo a procurarsi tali psicofarmaci senza alcuna prescrizione. Lo stesso CNR di PISA ha evidenziato che sono stati circa 200mila ragazzi i italiani che, nel 2014, hanno assunto psicofarmaci e, di questi, 1 su 10, senza prescrizione medica".

Attraverso il Programma Vivere senza Psicofarmaci da lei fondato - come psicologo clinico e giuridico e come Pedagogista Familiare - Vincenza Palmieri quotidianamente incontra, in team con altri professionisti, ragazzi che diventano dipendenti dalle sostanze che assumono. Ha, pertanto, sottolineato: "Ogni giorno 30-35.000 bambini italiani assumono antidepressivi che inducono potenzialmente al suicidio; e 1 su 4 (25% - studio Glaxo) mostra dipendenza dal farmaco. Pensate che nel 2014 (fonte Ansa) su 9924 ricoveri di adolescenti nella fascia 14-18 anni (27 al giorno!), quasi il 30% è avvenuto in psichiatria per adulti​ e, fatto allarmante su cui è necessaria la massima attenzione da parte delle Istituzioni, è che nel 2012 avevamo 70 bambini ricoverati in TSO e nel 2014 (fonte ISTAT) abbiamo avuto 101 bambini ricoverati, sempre in TSO, per «disturbi dell'età preadulta», cioè disturbi dell'adolescenza".

"Personalmente – ha continuato la Prof.ssa Palmieri – invece di parlare di presa in carico psichiatrica precoce, credo sia importante parlare di azioni di presa in carico sociale delle questioni che attengono alla gestione sociale dell'infanzia e dell'adolescenza. Così come bisogna porre un fuoco di attenzione sulla creazione di politiche rivolte esclusivamente a queste fasce di età, al fatto ad esempio che nei quartieri ci debbano essere più spazi, che debba essere consentito giocare nei cortili, che si rimuovano i famosi cartelli che vietano di praticare qualsiasi gioco. Credo pertanto – ha concluso – che non debba essere precoce la presa in carico psichiatrica, quanto l'intervento sociale, la pedagogia familiare, il sostegno alla mamma che lavora, la possibilità che i ragazzi si aggreghino spontaneamente, una scuola veramente inclusiva e non soltanto centri ludici solitamente frequentati dai più piccoli e non dagli adolescenti. È indispensabile iniziare a parlare di politiche di quartiere e alloggiative con spazi culturali per gli adolescenti (e non solo per i bambini) e di politiche scolastiche includenti per evitare la deriva medicalizzata della scuola di oggi".

Questo l'appello rivolto dal Presidente Palmieri ai componenti della Commissione Infanzia e Adolescenza, affinché prevedano programmi di intervento efficace non riconducibili in prima battuta a una prevenzione di tipo esclusivamente sanitario.

L'impegno è quello di continuare con le prossime azioni, già calendarizzate.




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martedì 18 luglio 2017

Nuova Collezione di Accessori Black Diamond


ACCESSORI BLACK DIAMOND 
(In foto: anello porta asciugamano Black Diamond)
Devon&Devon presenta la collezione di accessori Black Diamond, coordinata all'omonima serie di rubinetteria.
Black Diamond si caratterizza per l'elevata qualità dei materiali, delle finiture e l'accurata manifattura. Tutti gli elementi sono realizzati in ottone tornito e fine ceramica nera, e si distinguono per eleganti terminali-gioiello in vetro nero diamantato. Black Diamond completa con raffinatezza l'arredo della sala da bagno.


Elementi della collezione: porta bicchiere in ceramica, porta sapone, anello porta asciugamano, appendiabito, porta rotolo, mensola in cristallo extra-chiaro, porta scopino e asta porta asciugamano.

Finiture disponibili: cromo, oro chiaro, bronzo o nickel lucido
(In foto: appendiabito Black Diamond)
In foto: porta sapone Black Diamond)



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Apoteca Natura CheckApp: per una salute sempre a portata di click

Nasce la nuova App che connette la farmacia con la salute delle persone


Sansepolcro, 18 luglio 2017 - "A che ora devo prendere la pillola?", "Come si chiamava il ricostituente che prendevo in primavera?", Dov'è finito l'esito dell'elettrocardiogramma?" 

Alla vita piena di impegni che rischia di farci dimenticare informazioni, consigli, scadenze e dati sulla nostra salute, corre in soccorso la tecnologia, con un'Appper avere a portata di mano tutto ciò che riguarda il nostro benessere, scegliendo anche la farmacia Apoteca Natura di fiducia.

Apoteca Natura CheckApp è infatti la nuova app che include in un unico strumento tutti gli aspetti relativi alla salute: referti diagnostici, terapie, prevenzione, stili di vita e acquisto di prodotti in Farmacia. Con un'interfaccia semplice e intuitiva, sarà possibile tracciare e gestire velocemente tutti i nostri dati sanitarie, con l'aiuto del proprio farmacista di fiducia,  avere il consiglio giusto per ogni esigenza. 

Sarà Apoteca Natura CheckApp a ricordaci quando prendere le nostre terapie, grazie alla sua funzione di Promemoria Terapie, a salvare tutte le misurazioni inserite nel Profilo Salute creando comodi grafici che ne mostrano l'andamento nel tempo, a tracciare quanti passi fatti durante la giornata, ad archiviare tutti i referti che è importante tenere sempre disponibili e a farci visualizzare gli ultimi acquisti in farmacia, facendoci anche ottenere vantaggi e promozioni nelle farmacie che aderiscono ad ApoCard

Un profilo della salute a 360° che si completa con i Questionari di Prevenzione, già offerti dalle farmacie della rete Apoteca Natura, per identificare eventuali fattori di rischio e correggere gli stili di vita scorretti, con consigli professionali e personalizzati, mirati a migliorare lo stato di salute dell'individuo e a guidarlo in un percorso di prevenzione. 

E' questa la farmacia del futuro, che vuole conoscere le persone oltre ai prodotti relazionandosi con loro in modo adulto, maturo e coinvolgente. 

Con un network di circa 600 farmacie in Italia e 300 in Spagna, tutte specializzate in automedicazione, prevenzione e prodotti naturali, Apoteca Natura si pone come catalizzatore al centro di un complesso sistema dove la farmacia è all'avanguardia di un nuovo modello sanitario: trasparente, presente e al passo con i tempi, mettendo la persona al centro per guidarla in un percorso di salute consapevole.


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AGUNGA lancia la linea Namastè

Calma, pace e tranquillità… l'estate di Agunga è all'insegna della Linea Namastè, nata dalla collaborazione con due architetti fiorentini che decidono di realizzare un babyKimono da abbinare all'eclettico pannolino lavabile.


Un coordinato raffinato e versatile che unisce eleganza ed ecologia con lo stile della Green Group Industry, azienda olistica pratese che lo produce.


Il prezioso Kimono, disponibile su prenotazione, è realizzato in tessuto di cotone della stessa fantasia del pannolino lavabile Agunga. 


Una linea dai toni morbidi e caldi, prodotta interamente in Italia che mira a mettere in evidenza la qualità e il design delicato.


Con Agunga la moda deve essere armonia, gioco e buon umore.


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Sole, i consigli del chirurgo plastico per difendere la pelle con il "percorso idratazione"

Un ciclo modulabile di tre trattamenti biorivitalizzanti per prepararsi alla spiaggia e reidratare il viso al rientro dalle vacanze. 

«Senza controindicazioni, può essere fatto anche poco prima di partire per il mare», spiega Patrizia Gilardino

«La pelle deve essere curata prima, durante e dopo l'esposizione al sole. Troppo spesso ci si concentra sulla tintarella dimenticandosi che è proprio il sole il responsabile del 70% del suo invecchiamento». 

Patrizia Gilardino, chirurgo estetico di Milano, ha predisposto un percorso specifico per difendere la pelle e attenuare i danni provocati dal sole, anche per chi è ormai prossimo alla partenza per il mare.

«La chiave di tutto sta in una sola parola: idratazione», spiega la dottoressa. «È qui il segreto maggiore per mantenere giovane la nostra pelle. Occorre prepararla al sole, curarla seguendo delle piccole accortezze e reidratarla al termine delle vacanze: solo così non solamente si rallenterà l'insorgere delle piccole rughe, ma anche la formazione delle macchie».

Gilardino ha studiato un "percorso idratazione" che risponde ad ogni tipo di esigenza, non richiede particolari accorgimenti e può essere fatto anche "last minute" il giorno prima di partire per il mare. «È un percorso composto da tre trattamenti di biorivitalizzazione che, a seconda del tempo a disposizione e delle necessità, prepara la pelle all'esposizione prima di andare in vacanza e la reidrata al rientro», aggiunge la specialista.

«La biorivitalizzazione è un trattamento estremamente naturale che si basa su delle microiniezioni di acido ialuronico su tutto il viso. Permette di agire in profondità e, oltre a non richiedere accorgimenti particolari, non ha controindicazioni. Delle tre sedute previste affinché il trattamento sia efficace, è possibile farne una prima della partenza e due al rientro, o viceversa». Inoltre, «si può completare la preparazione utilizzando degli integratori alimentari a base di vitamine e betacarotene che rendono la pelle meno sensibile a quelli che tecnicamente si chiamano insulti solari».

Questo però non esime dal non curare la pelle durante  il periodo di vacanza. «È questo il momento più delicato», aggiunge Gilardino. «Importante è utilizzare sempre delle creme solari ad alta protezione. L'abbronzatura sarà un po' più lenta, ma avremo la garanzia non solamente che durerà di più, ma anche che lo stress subito dalla pelle sarà inferiore». In ogni caso, è sempre indicato evitare di stare al sole durante le ore più calde della giornata. «All'incirca dalle 12 alle 16, anche per quanti stanno in spiaggia tutto il giorno, sarebbe opportuno ripararsi sotto un ombrellone: ci si abbronza ugualmente, ma almeno si limitano i danni solari», aggiunge. Non certo ultimo, la cura alla sera. «È consigliabile utilizzare dei prodotti che diano una buona idratazione e nutrimento alla nostra pelle. Magari che contengano dei fattori di ripristino dei piccoli danni che si sono creati durante la giornata».

Quindi, al rientro dalle vacanze, completare il ciclo di biorivitalizzazioni che, come ricorda la dottoressa, «oltre a reidratare la nostra pelle provata dal sole, restituiscono luminosità prolungando l'effetto abbronzatura. Ai trattamenti può essere abbinato l'uso di sieri che, contenendo dei fattori di ripristino, aiutano la pelle a recuperare tono dopo lo stress per il periodo di prolungata esposizione al sole».

Patrizia Gilardino - profilo professionale. Laureata in Medicina e Chirurgia all'Università degli Studi di Milano nel 1988, Patrizia Gilardino si è specializzata nella Scuola di Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell'Università degli Studi di Milano nel 1993. Iscritta all'Ordine dei Medici di Milano dal 1989, ha lavorato fino al 2003 all'Unità Funzionale di Chirurgia Plastica dell'Ospedale Multimedica di Sesto San Giovanni.

Esercita la libera professione al Poliambulatorio della Guardia di Finanza di Milano, al Centro Dermatologico Europeo, nel proprio studio di via Colonna a Milano e nello studio di via Colombo 44 a Piacenza. È membro della Società di verifica e controllo di qualità e della Società americana di chirurgia plastica. È socio Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica) ed è iscritta all'Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe).



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