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venerdì 31 marzo 2017

Hays Gender Diversity 2017: l’Italia del lavoro non è ancora un paese per donne

Una donna su due non crede di avere le stesse opportunità di carriera dei colleghi maschi.

E per il 40% delle intervistate, le donne sul lavoro vengono valutate con maggiore severità rispetto ai colleghi del genere opposto.


Milano, 31 marzo 2017 – L’Italia non sembra essere (ancora) un Paese per donne, almeno dal punto di vista del lavoro. Le professioniste italiane, infatti, ritengono di essere pagate meno rispetto ai colleghi uomini, di avere meno possibilità di carriera e di ricevere giudizi più severi. 

A confermarlo è l’edizione 2017 dell’indagine Hays Gender Diversity, condotta su un campione di oltre 200 intervistati da Hays, società leader nel recruitment specializzato, per offrire una panoramica completa sulle differenze di genere nel mercato del lavoro in Italia.

“Anche se sono stati fatti diversi passi avanti rispetto agli anni passati, la parità di genere in Italia sembra essere ancora una chimera. – afferma Sofia Cortesi, Finance Director di Hays – Uomini e donne hanno spesso percezioni diametralmente opposte del mondo del lavoro nel nostro Paese e il fatto che, ancora oggi, le donne che ricoprono ruoli di leadership siano così poche fa riflettere. Le donne sono un asset che il nostro Paese deve riuscire a valorizzare: è auspicabile un cambio di direzione che porti le professioniste italiane ad avere le stesse reali opportunità di crescita e di carriera dei colleghi maschi”.

Dall’indagine Hays emerge chiaramente come uomini e donne nutrano le stesse ambizioni di carriera: l’87% del campione femminile e il 90% di quello maschile, infatti, aspira a raggiungere posizioni di leadership. 

I numeri cambiano significativamente però, se si sondano aspettative e speranze: una donna su due (49%), non pensa di avere le stesse opportunità del sesso opposto, al contrario del 73% dei professionisti uomini che, invece, crede nelle pari possibilità di crescita, indipendentemente dal genere.

Le donne ai vertici aziendali? Ancora un’esigua minoranza! Come dichiara il 78% delle intervistate e il 91% degli intervistati, la persona con la più alta seniority aziendale è infatti di sesso maschile. Ma non è tutto. Il 73% delle donne (vs. 86% degli uomini) ha un uomo come riporto diretto. Differenze che sembrano assottigliarsi solo quando si analizzano i team di lavoro: il 26% di entrambi i generi, infatti, dichiara di lavorare in team dove regna equilibrio fra i due sessi. 

Le differenze nella percezione del mercato continuano se si prendono in considerazione gli aspetti retributivi: più della metà delle donne (52%) ritiene che i colleghi maschi di pari livello percepiscano retribuzioni più importanti; un’opinione condivisa solo dal 37% degli uomini.

Varia tra uomini e donne anche la percezione di come viene valutato il lavoro: per circa il 40% del campione femminile le performance lavorative delle donne vengono giudicate con maggiore severità rispetto a quelle dei colleghi di sesso opposto, mentre per 9 intervistati su 10 (90%) il lavoro di un uomo e quello di una donna vengono valutati in maniera imparziale. 

Inoltre il 31% delle intervistate ritiene che spesso il merito dei buoni risultati ottenuti dalle donne sia attribuito al lavoro di squadra, negando il merito personale.

Quando si entra nell’ambito dei giudizi di merito sul proprio capo, uomini e donne sembrano finalmente trovare un punto d’accordo. 

Nel dettaglio il 34% del campione femminile (vs. il 35% di quello maschile) ritiene il proprio superiore una figura positiva, capace di portare a casa ottimi risultati. E ancora secondo uomini (13%) e donne (12%) il capo è un professionista abile nel pianificare il lavoro. 

Decisamente più contenute, ma sempre allineate, le recensioni meno lusinghiere: il 9% delle donne e il 10% degli uomini ritiene il proprio responsabile un incompetente, mentre professioniste (l’8%) e lavoratori (9%) accusano chi è al comando di essere eccessivamente accentratore.

Deboli anche gli sforzi che le aziende mettono in campo per supportare la diversità di genere e favorire l’inserimento sul luogo di lavoro. 

Solo il 29% delle intervistate, per esempio, lavora in un’azienda dove ci sono strumenti finalizzati a conciliare lavoro e famiglia. Tra i più apprezzati? L’orario flessibile (55%), la possibilità di lavorare da casa (15%), l’asilo aziendale (9%), oltre al congedo di paternità (6%).

Hays plc (il "Gruppo") è uno dei leader mondiali nel recruitment specializzato. Il Gruppo è leader indiscusso nel Regno Unito e Asia Pacifica, oltre a essersi affermato anche in Europa Continentale e America Latina come uno dei più importanti player nella ricerca e selezione del middle e top management. 

Hays plc opera nel settore pubblico e privato, occupandosi sia di contratti a tempo indeterminato sia temporanei. Al 31 dicembre 2016 il team di Hays Worldwide conta più di 9.600 persone, distribuite in 251 uffici dislocati in 33 Paesi nel mondo, con 20 divisioni specializzate. Al 30 giugno 2016: 

– il Gruppo ha riportato un fatturato netto di £810.3 milioni e un utile operativo (al lordo di componenti straordinari) di £181 milioni;
– oltre 280.000 professionisti hanno trovato lavoro appoggiandosi a Hays, fra questi 67.000 con un contratto a tempo indeterminato e circa 220.000 con un contratto temporaneo;
– il 22% del fatturato netto deriva dall’Asia Pacifica, il 33% dal Regno Unito e Irlanda e il restante 45% dall’Europa Continentale e dal resto del mondo;
– l’attività di recruiting relativa a lavori a tempo determinato rappresenta il 58% del business, mentre il lavoro a tempo indeterminato il 42%;


Hays è presente in Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Cile, Cina, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, India, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Singapore, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria e USA.

General Electric Healthcare eletta "Azienda dell'anno 2016" per le innovazioni nella cardiologia diagnostica

GENERAL ELECTRIC HEALTHCARE È “AZIENDA DELL’ANNO” PER LA PRESTIGIOSA SOCIETÀ DI CONSULENZA FROST & SULLIVAN GRAZIE ALLE INNOVATIVE TECNOLOGIE DI CARDIOLOGIA DIAGNOSTICA E A MUSE, SOFTWARE INSTALLATO IN OLTRE 60 STRUTTURE SANITARIE ITALIANE*

Il sistema informativo MUSE è utilizzato nei territori di Modena, Lodi, Trento, Verona, Bergamo, Lecco, Brescia, Imperia, Salerno, Cosenza e altre strutture ospedaliere per migliorare l’assistenza cardiologica intra-ospedaliera e nel territorio

Milano, 31 marzo 2017 – Un impegno costante per migliorare i processi di cura delle malattie cardiologiche attraverso tecnologie innovative come Muse, sistema informativo installato in oltre 60 aziende sanitarie italiane. È per questo che GE Healthcare, divisione medicale di General Electric, è stata insignita del titolo di Azienda dell’anno 2016 da Frost & Sullivan, società di consulenza statunitense che ogni anno assegna il prestigioso riconoscimento a una realtà capace di distinguersi in termini di strategia e attuazione di un percorso di crescita, attraverso prodotti e tecnologie innovative.

La scelta di GE Healthcare si basa sulla recente analisi del mercato delle soluzioni di cardiologia diagnostica realizzata da Frost & Sullivan. La strategia di GE Healthcare di innovare e ampliare la propria gamma di prodotti per offrire soluzioni cardiache end-to-end ha infatti consentito alla società di competere in un settore maturo, frammentato e altamente concorrenziale come quello del monitoraggio cardiaco. 

Oltre ad aiutare i pazienti e migliorare i processi di lavoro del personale clinico, l’integrazione dei dati degli elettrocardiogrammi nonché l’analisi e la distribuzione delle informazioni relative agli esami cardiaci, GE Healthcare ha migliorato gli algoritmi clinici che consentono ai medici di diagnosticare condizioni di sindrome coronarica acuta o rischio di morte cardiaca improvvisa. Questi progressi hanno sostenuto la diagnosi precoce di anomalie cardiache e l’abbassamento dei tassi di mortalità.

Riconoscendo che i clienti di Paesi sviluppati, in via di sviluppo ed emergenti hanno approcci diversi alla tecnologia, GE Healthcare non si limita a fornire dispositivi medici ma soluzioni sostenibili e affidabili. Ad esempio, dato che i prodotti ECG destinati ai mercati emergenti devono rispondere al principio value-based (con costi dai 1.000 ai 5.000 dollari), GE li produce vicino ai consumatori finali. GE Healthcare sta inoltre cercando di colmare il gap sanitario esistente in questi Paesi collegando centri per cure primarie con i cardiologi attraverso soluzioni cloud ma anche offrendo programmi di formazione clinica, faccia a faccia o sul web.

Tra le tecnologie cardiologiche più significative sviluppate da GE Healthcare c’è l’ultima versione del sistema di gestione dati Muse (MUSE V9), che fa della capacità di facilitare un flusso bidirezionale dei dati con sistemi ecocardiografici non prodotti da GE uno dei suoi punti di forza.

Il sistema consente di gestire facilmente l'intero flusso di lavoro cardiologico, nonché di ottimizzare il flusso dei dati, semplificare l'acquisizione demografica e risparmiare tempo operando in sicurezza, sfruttando una moderna tecnologia con interfaccia web-based protetta da login e password.

In Italia, ad esempio, l’utilizzo del sistema Muse ha contribuito all’ottimizzazione dei processi e al miglioramento dei servizi del Sistema sanitario nazionale. Grazie a Muse, GE Healthcare ha realizzato il progetto di telecardiologia dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, in Calabria, un’area tra le più estese di Italia con un’orografia molto complessa, in cui vivono 800mila abitanti dislocati in 155 Comuni. 

Connettendo 5 ospedali Hub-Spoke, 9 Centri Primo intervento (PPI), 19 Postazioni di Ambulanze del 118 e 5 di Pronto Soccorso – per un totale di 59 reparti Ospedalieri, 3 cardiologie Interventistiche e 3 Terapie Intensive Coronariche – GE Healthcare ha costruito con l’ASP una vera e propria rete telecardiologica mirata a ridurre i tempi di soccorso e a rendere più efficienti i flussi di lavoro del personale clinico.

Quello di Cosenza non è l’unico caso di applicazione del software Muse in Italia: il sistema è installato presso le ASL di Modena, ASST Lodi, APSS di Trento, ASL 1 Imperiese, AOU di Salerno, per la gestione completamente informatizzata – con il Sistema informativo ospedaliero – degli esami elettrocardiografici ECG, prove da sforzo, Holter e monitoraggio condivisi fra tutti i presidi dell’intera provincia, con coinvolgimento del 118 per la trasmissione dell’ECG dalle ambulanze per l’emergenza urgenza.

Presso le ASST Lecco, AOUI di Verona, ASST Bergamo, Poliambulanza di Brescia, Muse è utilizzato per la gestione completamente informatizzata degli esami elettrocardiografici ECG, prove da sforzo, Holter e monitoraggio condivisi fra tutti i presidi.


*Informazioni rivolte ai professionisti del settore medico-sanitario

giovedì 30 marzo 2017

SIMPAR-ISURA - Il dolore in Italia costa 3,2 miliardi di euro. Legge 38/2010: solo un medico su tre la conosce

 Prosegue a Firenze, sino al 1 aprile, il Congresso Internazionale di Anestesiologia SIMPAR-ISURA. Sono presenti 1200 specialisti e medici, metà italiani e metà provenienti dall'estero
Il caso Pregabalinuno dei farmaci maggiormente prescritti al mondo contro il dolore non è efficace contro il mal di schienaIn Italia si sono spesi 80 milioni di euro per questo farmaco.

Si è aperto a Firenze, sino all'1 aprile, il Congresso Internazionale di Anestesiologia e terapie del doloreSIMPAR-ISURA, organizzato e presieduto dal Prof. Massimo Allegri, ricercatore presso l'Università di Parma e specialista in anestesia rianimazione e terapia del doloreSono presenti 1200 specialisti e medici, metà italiani e metà provenienti da tutto il mondo, per confrontarsi sulle nuove scoperte scientifiche e tecnologiche e su tutte le tematiche relative allo studio e alla gestione del dolore cronico.

Una edizione speciale, in cui convergono due importanti appuntamenti internazionaliTrattasi di SIMPAR (Study In Multidisciplinary PAin Research), primo network internazionale capace di coniugare clinica e ricerca di base, e di ISURA (International Symposium of Ultrasound in Regional Anesthesia), società mondiale dedicata all’applicazione degli ultrasuoni per l’anestesia locale e per medicina del dolore.

I COSTI DEL DOLORE - "E' il congresso dal punto di vista numerico più importante d'Italia ed ha un altissimo livello qualitativo e scientifico - spiega il Prof. GuidoFanelli, Azienda Ospedaliero - Universitaria di ParmaLa base è dedicata sopratutto alla ricerca clinica e alla ricerca transazionale: si esplorano nuovi sviluppi per curare la malattia del dolore. Questa in Italia comporta una spesa, tra costi diretti e indiretti, di 3,2 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati Istat a disposizione. I costi del dolore in Europa rappresentano il 2,3% del PIL. Negli Stati Uniti, invece, eguagliano la somma dei costi della terapia anticancro, vascolare e antivirale, arrivando a 600 milioni di dollari".

IL CASO "PREGABALIN" - E' molto importante, quindi, combattere il dolore non solo da un punto di vista clinico, negli interessi del paziente, ma anche da un punto di vista farmaeconomico. Come insegna il recente caso del Pregabalin, uno dei farmaci maggiormente prescritti al mondo contro il dolore. Questo, secondo la ricerca pubblicata dal New England Journal of Medicine, non è efficace contro il nervo sciatico, come invece si è da sempre ritenuto.  In Italia si sono spesi 80 milioni di europer questo farmaco, ma si guarda con fiducia alle nuove soluzioni terapeutiche.

LA LEGGE 38/2010 - In Italia c'è anche una legge che si propone di tutelare chi soffre in maniera cronica. Si tratta della 38/2010, ma solo un medico su tre ne conosce l'esistenza"L'Italia dichiara il Prof. Massimo Allegri - è stato il primo Paese al mondo ad aver accolto le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Questa afferma che è un diritto di ogni cittadino non soffrire. La legge istituisce un percorso tale che permette al paziente di avere una rete istituzionale clinica per la gestione del proprio dolore. Purtroppo però questa, applicata a macchia di leopardo. La 38/2010 inoltre istituisce dei percorsi formativi specifici per i medici e consente un accesso semplificato ad alcuni farmaci". 

Secondo un recente studio europeo, la terapia del dolore in media viene insegnata 6 ore in 6 anni. L'Università di Parma in Italia è quella che spicca in fatto di preparazione, dichiarata l'"Università senza dolore". In questa non solo si insegna la terapia del dolore, ma la si lega ad altre discipline, in un contesto multidisciplinare. Uno dei grandi impegni degli specialisti è esportare questo modello anche nelle altre città, così che si possa avere una maggiore preparazione a livello teorico e pratico.

martedì 28 marzo 2017

Firenze capitale mondiale contro il dolore.Inaugura il "congresso dei record". Sono 15 milioni gli italiani che soffrono in maniera cronica

Apre oggi a Firenze, fino all'1 aprile, il Congresso Internazionale di Anestesiologia SIMPAR-ISURA. Saranno presenti 1200 specialisti e medici, metà italiani e metà provenienti dall'estero

"Uno degli errori che più spesso commettiamo è ritenere che alla base del dolore cronico ci sia una natura di tipo tumorale: questo, in realtà, avviene solo nel 10% dei casi" - chiarisce il Presidente del Congresso Massimo Allegri


Si apre oggi a Firenze, sino all'1 aprile, il Congresso Internazionale di Anestesiologia SIMPAR-ISURA, organizzato e presieduto dal Prof. Massimo Allegri, ricercatore presso l'Università di Parma e specialista in anestesia rianimazione e terapia del dolore. Saranno presenti 1200 specialisti e medici, metà italiani e metà provenienti dall'estero, per confrontarsi sulle nuove scoperte scientifiche e tecnologiche e su tutte le tematiche relative allo studio e alla gestione del dolore cronico.

UNA EDIZIONE DEL CONGRESSO "SPECIALE" - Due importanti appuntamenti internazionali convergono, in maniera eccezionale, per questa edizione. Trattasi di SIMPAR (Study In Multidisciplinary PAin Research), prima rete in Italia di specialisti in grado di migliorare la gestione dei pazienti con acuta e dolore cronico, e di ISURA (International Symposium of Ultrasound in Regional Anesthesia), appuntamento dedicato all’applicazione degli ultrasuoni per l’anestesia locale e per medicina del dolore.

"Un congresso speciale, due simposi in uno: la Società Mondiale di Ecografia e Terapia del dolore acuto cronico sarà presente, contestualmente al nostro congresso, con un suo evento - spiega il Presidente Massimo Allegri - Tre gli argomenti principali su cui dibatteremo in questo duplice congresso. Innanzitutto il dolore acuto post operatorio, perché il 2017 è l'anno ad esso dedicato. Abbiamo dato tantissimo spazio alle nuove tecniche per controllarlo, con la consapevolezza che occorre ancora lavorare tanto in questa direzione. Il secondo tema è il dolore in condizioni particolari, ovvero ciò che può sembrare di nicchia, come quello che riguarda il bambino, l'alimentazione o la componente cognitiva. Il terzo focus è sul dolore neuropatico, sia nel trattamento farmacologico che nel trattamento interventistico".

COS'E' LA TERAPIA DEL DOLORE - Il dolore è generalmente sintomo di qualcosa che non va bene: un effetto di una patologia in corso. Quando invece non c'è una causa scatenante, e quindi il dolore diventa cronico, occorre parlare di terapia del dolore. Con tale termine si intendono tutti quegli atti farmacologici, interventistici, chirurgici e cognitivo-comportamentali mirati a ridurre il dolore inutile, cioè quella sofferenza che non ha nessuna utilità nell'esserci. In altre parole, si parla di terapia del dolore quando dobbiamo trattare sia il dolore come sintomo che come malattia. 

I NUMERI DEL PROBLEMA - Il dolore come malattia è tutto ciò che è cronico. Una patologia che affligge il 20% della popolazione italiana, mentre nei Paesi dell'Europa gli interessati oscillano tra il 18 e il 25%. In questa percentuale fanno parte tutte quelle persone che per tutta la vita soffrono di un dolore. Dodici milioni di italiani, quindi, sono a rischio o stanno già soffrendo di malattie "croniche".

"Un numero devastante - aggiunge il Prof. Allegri - Nel Portogallo il costo del mal di schiena è pari all'8% del PIL. In America invece il dolore costa 600 miliardi all'anno. In Italia, invece, una delle prime cause di accesso al proprio medico di medicina generale è il mal di schiena. Vengono perse tantissime giornate lavorative di mal di schiena".

PROBLEMI RICORRENTI - Non solo mal di schiena. Il problema più ricorrente in fatto di malattie croniche è l'osteoartrosi, che coinvolge più di 4 milioni di italiani, e che costa 3,5 miliardi di euro all'anno, tra costi diretti e indiretti. Il 70% dei problemi osteoartrosici è legato alla lombalgia. Poi ci sono la cefalea, che affligge 2 milioni di italiani, e i dolori neuropatici periferici, come il diabete.

"Uno degli errori che più spesso commettiamo è ritenere che alla base del dolore cronico ci sia una natura di tipo tumorale - chiarisce il Presidente del Congresso - Ma nel grande mondo del dolore cronico solo il 10% è relativo ad un tumore, nonostante il dolore sia spesso, erroneamente, associato ad un problema oncologico. Ma nel 90% dei casi questa associazione è del tutto infondata".

Bricocenter: in primavera sboccia la voglia di fare. Prendersi cura delle piante per un angolo verde in città

Consigli e piccoli accorgimenti per prendersi cura delle piante e abbellire balconi e terrazzi.

La bella stagione è arrivata ed è giunto il momento di abbellire tutto ciò che ci circonda, a partire dagli angoli verdi delle proprie abitazioniBricocenter"Vicino di fare" idealesuggerisce tre semplici operazioni per abbellire con tutta facilità balconi e terrazzi e renderli colorati ed accoglientiil giardino fiorito si può ricreare anche in città partendo da tre semplici operazioni, concimazione, rinvaso e potatura.

RINVASO: tutte le piante necessitano di particolare cura a partire dal rinvaso, operazione che consiste nel trasferire una pianta dal suo recipiente a uno più capiente, mantenendo parte del terriccio originario e aggiungendone altroBricocenter suggerisce come calcolare la grandezza necessaria e la capacità in litri del contenitore: basta misurare altezza, larghezza e profondità del vaso, dividere ciascun numero per 10 e infine moltiplicare i 3 numeri tra loro. Il risultato ottenuto darà la capacità in litri del recipiente. Il giorno prima di procedere con il rinvaso è necessario irrigare abbondantemente, tagliare delicatamente le radici della pianta e infine aggiungere terriccio e argilla che aiutano a mantenere il giusto grado di umidità. 

CONCIMAZIONE: per preparare una fioritura perfetta bisogna far sì che le piante godano di ottima salute e crescano in modo corretto,garantendo la giusta "alimentazione". È quindi indispensabile procedere con una concimazione corretta nel periodo ideale che va da marzo-aprile per terminare ad ottobre. Si può scegliere tra i concimi liquidi e i concimi a lenta cessione: i primi danno risultati pressoché immediati con un utilizzo regolare; i secondi, invece, sono più comodi perché rilasciano autonomamente le sostanze nutritive. Possono essere granulari o sotto forma di bastoncini da inserire nel terreno e sono i più indicati per l'utilizzo nei vasi. Il concime, però, può essere preparato anche a casa tramite la decomposizione di bucce di frutta e gusci d'uovo, oppure aggiungendo due tazze di fondi di caffè all'acqua per l'irrigazione. 

POTATURAseguire con attenzione la crescita delle piante, regolando i rami, è fondamentale per garantire uno sviluppo adeguato.È innanzitutto necessario munirsi degli strumenti più adeguati: guanti speciali, forbici da potatura classica o alle cesoie ricordandosi di disinfettare le lame con l'alcool per evitare infezioni. L'intervento si deve effettuare al di sopra della gemma sana con un taglio obliquo. Ogni pianta ha esigenze diverse e personali: la potatura delle rose, ad esempio, deve avvenire al di sopra delle gemme rivolte verso l'esterno dell'arbusto, ricordandosi di mantenerne al massimo 2 o 3 per ramo. Il ficus, nei primi 3 anni di vita, deve essere potato per impostare la forma ideale della pianta. Bisogna quindi eliminare i rami secchi, spezzati e malati anche una volta cresciuta la pianta. Particolare attenzione deve essere riservata agli alberi da frutto: non bisogna effettuare il taglio a metà del ramo ma sempre vicino alla biforcazione con altri e deve essere netto e leggermente inclinato, in modo da non lasciare monconi. La ferita deve 

essere curata  e medicata come un vero e proprio taglio utilizzando mastice da potatura, una sorta di cerotto che impedisce a sporco e microrganismi di infettare i tessuti prima che la pianta si rimargini.

Il benessere del verde è solo questione di piccoli lavori e Bricocenterè a disposizione di tutti "vicini di fare" per far sì che l'erba del vicino non sia sempre la più verde



Bricocenteinsegna leader della Distribuzione Organizzata che offre prodotti e servizi per il fai da te legato alla manutenzione ed al miglioramento della casa e del giardino, fa parte di ADEO, che conta 32 insegne nel mondo, con la missione di "creare, sostenere e rendere possibile il sogno dell'habitat per tutti gli abitanti del mondo". ADEO è presente in Italia anche con le insegne Leroy Merlin, Bricoman e Zodio.


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