Seguire  i dettami della dieta mediterranea per prevenire e rallentare il declino cognitivo  dei malati di Alzheimer e formare il caregiver, aiutandolo ad assistere il  paziente. 
E' quanto è emerso nel convegno organizzato da Villaggio Amico.    
 
Gerenzano (VA), settembre 2013 – Si è  concluso il convegno "L'Alimentazione nella persona con malattia di Alzheimer:  prevenzione e/o cura (?)", promosso da Villaggio Amico in occasione della XX  Giornata Mondiale Alzheimer, che ha coinvolto nutrizionisti, geriatri,  psicologi e sociologi, operatori e familiari, per condividere esperienze e far  luce sui benefici di una corretta alimentazione negli anziani e nei malati di  Alzheimer. A seguire i lavori, un folto pubblico di operatori specializzati, di  familiari e di addetti ai servizi di assistenza.
    La   dottoressa Molinari,  sociologa nell'Università  di Genova, ha aperto gli interventi sottolineando l'importanza del pasto come  momento di socializzazione e di condivisione che, pur con caratteristiche  diverse, pervade tutte le fasi della vita di una persona, dalla nascita alla  vecchiaia. "Per questo – ha specificato Beba Molinari - diventa molto  importante che chi si occupa del malato di Alzheimer condivida con lui il  momento del pranzo, o della cena, ricreando una normale routine che può essere  fondamentale anche per ridimensionare meccanismi negativi come il senso di  solitudine e la mancanza di relazionalità".
    Paola  Chiambretto, neuropsicologa, Coordinatrice del Nucleo Alzheimer di Villaggio Amico, ha portato l'esperienza del  suo reparto sottolineando proprio l'attenzione particolare che viene dedicata  al contesto che si muove attorno al momento del pasto per garantire il  mantenimento di un buono stato nutrizionale nell'ospite.
         "E'  fondamentale ad esempio – spiega la dottoressa Chiambretto – osservare un timing  preciso nel servire i pasti senza creare lunghe pause di attesa. Il paziente  Alzheimer ha, infatti, molte difficoltà a stare seduto a tavola per troppo  tempo. Elaboriamo menu che siano facilitanti per l'ospite: pasta corta,  vellutate di verdura, polpettoni e frittate e piatti che appagano palato e  vista grazie a un mix di colori vivaci e di aromi e profumi tradizionali.  Cerchiamo anche di creare un'atmosfera rilassata con una musica soffusa che  accompagna il momento dei pasti e in qualche modo aiuta anche a scandire i  diversi momenti della giornata. Anche la scelta dei posti a tavola gioca un  ruolo importante perché la persona si trovi maggiormente a proprio agio. Giuste accortezze e attenzioni  personalizzate per evitare quel CPNI (Calo Ponderale Non Intenzionale) che  può alla lunga portare a malnutrizione", conclude Paola Chiambretto. 
    I dati riportati durante la mattinata negli  interventi dei relatori, basati su ricerche ed esperienze cliniche, hanno  evidenziato che certe tipologie di alimenti possono prevenire e rallentare il  declino cognitivo. In particolare frutta e verdura, olio di oliva, pesce e  cereali, caratterizzano il regime alimentare più idoneo per prevenire e ritardare  i sintomi dell'Alzheimer. "Le analisi  dietologiche hanno dimostrato, in molti casi, che scarsi consumi di grassi  saturi e di vitamina B12 potrebbero suggerire maggiori probabilità di sviluppo  di demenze cognitive", é il commento di Eugenia  Dozio, dietista nell'Università degli Studi dell'Insubria di Varese. "Si fa  prevenzione  soprattutto fornendo apporti  nutrizionali adeguati di tutti i principi nutritivi. La dieta migliore? Quella  mediterranea, con consumo di verdure a foglia verde scuro, cavoli, pomodori,  pesce azzurro, olio e cereali", conclude la dottoressa Dozio.
    Nell'alimentazione in generale e quindi anche  in quella della persona anziana il vino  ha un ruolo significativo; a volte bandito dalle diete torna infatti sulle  tavole di chi vuole migliorare il proprio stato di salute. Senza ovviamente  esagerare, studi hanno dimostrato che un bicchiere di vino rosso a pasto non  solo fa bene ma ha effetti  neuro-protettivi.
        Daniele  Perotta, dirigente medico  presso l'USD Centro Regionale Alzheimer, ha portato in evidenza la  possibilità di utilizzare anche gli integratori alimentari per contrastare il  decadimento cognitivo. "Nel panorama dei prodotti a disposizione, recentemente  è stato commercializzato un integratore  innovativo, che contiene tutti gli elementi della dieta mediterranea e  aiuta i pazienti a migliorare le loro performance cognitive contribuendo al  rallentamento del declino" - dichiara il dottor Perotta. "Devo dire che nella  mia esperienza clinica quotidiana ho registrato riscontri positivi soprattutto  nelle prime fasi della malattia".
    "Quando  si parla di alimentazione bisogna distinguere tra fragilità nutrizionale e  malnutrizione" – ha spiegato Alfredo  Vanotti, professore in Dietetica e Nutrizione nelle Università Statale e Bicocca di Milano. "La prima può regredire più facilmente, mentre la malnutrizione  potrebbe diventare cronica: è bene quindi intervenire subito. Ma non sempre è  facile per chi si occupa di queste persone accorgersi dell'insorgere di un  problema. Per questo credo sia molto importante formare i caregiver, aiutarli  nel comprendere il fabbisogno della persona e accompagnarla nelle diverse fasi  della malattia". Il concetto di fragilità nutrizionale, la necessità di  sensibilizzare gli operatori fornendo loro suggerimenti e consigli per una  corretta gestione dell'alimentazione negli anziani e nelle persone più fragili  sono i temi di un progetto di formazione-informazione che il professor Vanotti  sta conducendo con Auser Lombardia e Università Ludes di Lugano.
    I dati emersi nel corso del convegno sottolineano  il forte impatto socioeconomico  che deriva dalla crescita dei casi di  malattia di Alzheimer. Negli Stati Uniti, ad esempio, studi e ricerche hanno  calcolato che nel 2050 le persone affette da Alzheimer saranno triplicate rispetto  ai 5 milioni di malati attuali e i costi per l'assistenza lieviteranno fino a  toccare la cifra di mille miliardi di dollari l'anno. Risulta quindi molto  importante, anche per un benessere socio-economico e sanitario, cercare di  ritardare e rallentare i processi  dell'invecchiamento celebrale. 
Sull'Alzheimer
E' una malattia degenerativa che ha un impatto progressivamente sempre  più drammatico sulla vita del paziente e su quella dei suoi familiari. Se al  suo esordio la malattia può passare inosservata, in quanto i sintomi che  presenta sono lievi e si palesano gradualmente, via via che progredisce  colpisce in modo ben più consistente le capacità cognitive determinando deficit  comportamentali che annullano la dignità dell'individuo. Come tante lampadine  che man mano si spengono, molte capacità come vestirsi, pettinarsi, comunicare  diventano azioni difficili da compiere e incomprensibili, mentre la dipendenza  dal familiare o da chi presta assistenza risulta totale. Secondo il Rapporto  mondiale di A.D.I. - Alzheimer Disease's International - la malattia colpisce oggi nel mondo circa 35,6  milioni di persone. Un numero enorme destinato a raddoppiare nel 2030 e a  triplicare nel 2050. In Europa  è previsto un aumento del 34% solo in questo decennio .E la realtà  italiana  e della Lombardia non si  discosta dai grandi numeri. 
Dati: A.D.I. -  Federazione  Alzheimer Italia
Su Villaggio Amico
Centoquarantaquattro posti, tre piani divisi per tipologia di paziente,  otto nuclei di degenza: sono i numeri che descrivono la Residenza   Sanitaria Assistenziale di Gerenzano. Vi lavorano 160  operatori, tra dipendenti e collaboratori. La mission di Villaggio Amico é  rispondere ai bisogni della persona in ogni fase della sua vita, dall'infanzia  alla terza età. Non solo quindi una Residenza per anziani ma una struttura che  racchiude al proprio interno un ventaglio di servizi come  l'intrattenimento diurno per anziani e per persone diversamente abili, un  centro di riabilitazione, poliambulatori medico-specialistici, piscina e  palestre, l'asilo nido, un centro di formazione e l'auditorium comprensivo di  sale convegni. Fiore all'occhiello della Residenza Sanitaria Assistenziale è il  Centro Alzheimer, nucleo specializzato nell'accoglienza dei pazienti e  nell'assistenza alle loro famiglie. La struttura ha sede a Gerenzano, punto di  incontro delle province di Varese, Milano e Como. 
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