Anafe e  Intergruppo Parlamentare e-cig: soluzione è riduzione del danno
- Sigaretta       elettronica del 95% meno dannosa delle tradizionali
 
 
- In Italia       11 milioni di fumatori e oltre 70mila decessi all'anno
 
 
- Il 65% dei       fumatori prova a smettere di fumare senza riuscirci e solo lo 0,1% si       rivolge ai Centro Antifumo
 
 
- L'e-cig       come strumento sostitutivo e l'esempio che arriva dal Regno Unito: la       campagna Stoptober
Roma, 3 ottobre 2017. La sigaretta  elettronica? E' del 95% meno tossica rispetto alla sigaretta tradizionale. Come  combattere il tabagismo? Con la riduzione del danno. Sono queste le principali  conclusioni ai cui è giunto il convegno dal titolo Un futuro senza sigarette. La  riduzione del danno tra sicurezza e informazione. 
L'evento – organizzato da  Anafe, l'Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico aderente a Confindustria, in collaborazione con l'Intergruppo Parlamentare per la sigaretta  elettronica, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani al Senato - ha  visto gli interventi, tra gli altri, del Presidente dell'Intergruppo, Ignazio Abrignani, del Presidente di  Anafe, Massimiliano Mancini, e del  Direttore S. C. Otorinolaringoiatria e Centro Antifumo dell'Ospedale S.  Giovanni Bosco di Torino, Fabio Beatrice.
Ed è  proprio Fabio Beatrice ad aver messo in guardia dai rischi di un'impostazione  eccessivamente "passiva" nei confronti dei fumatori. "Troppo spesso - ha spiegato - i  fumatori appaiono abbandonati, se non ghettizzati, e le proposte presentano una  quasi esclusiva attenzione per normative ispirate a principi fiscali e divieti.  Ed è anche a causa di questa impostazione che perdiamo una grande chance di  aiuto gli 11,5 milioni di tabagisti italiani continuano ad ammalarsi e, purtroppo,  a morire". 
Secondo  le cifre esposte dal prof. Beatrice, infatti, circa il 65% dei fumatori ha  provato a smettere, senza però riuscirci. Con solo lo 0,1% di essi che si reca  nei Centro Antifumo per smettere e il tentativo di abbandonare le bionde che si  riduce all'avanzare dell'età . 
In altre parole, "l'offerta della cessazione – ha sottolineato Beatrice – non è gradita ai fumatori, crea una barriera  e si rivela una terapia non ricevibile. La scelta dei decisori è quindi tra uno  stallo che produce non meno di 70mila  morti l'anno ed una pragmatica azione di contenimento della tossicità del  fumo di sigaretta". 
Ecco perché secondo il responsabile del Centro Antifumo  San Giovanni Bosco di Torino occorre "offrire  con chiarezza e onestà intellettuale una proposta migliorativa ricevibile. In  questo senso, percorrere la strada della riduzione del danno significa agire  nel presente creando alleanze secondo una politica di ascolto della parte più  debole, i fumatori, e formulando proposte ricevibili e percorribili".
Un  esempio da seguire c'è. Ed è quello della Gran Bretagna dove proprio la Public  Health England[1]  sta per lanciare una campagna rivolta ai fumatori con l'incentivazione all'uso  della sigaretta elettronica.  
Una decisione suffragata dai dati provenienti da  oltre Manica: nel Regno Unito quasi 3 milioni di persone utilizzano oggi le  e-cig e più della metà ha abbandonato definitivamente il fumo di sigaretta  convenzionale. 
E mentre aumenta il numero di fumatori elettronici, diminuisce  quello dei "convenzionali": dal 21% del 2007 al 15% del 2017[2].  
Ha spiegato ancora Beatrice: "E' la  combustione la principale responsabile della tossicità delle sigarette. I  fumatori che non sono riusciti a smettere con i metodi tradizionali dovrebbero  essere supportati ad utilizzare la  sigaretta elettronica, che è del 95%  meno tossica della sigaretta normale. D'altra parte, il vero interesse per  l'e-cig e i riscaldatori non riguarda esclusivamente un uso medicale  nell'ambito del sostegno alla cessazione, ma più semplicemente un processo di  sostituzione della sigaretta, con l'obiettivo ultimo di ridurre le malattie  fumo correlate e i decessi. Sta ai decisori di oggi – ha concluso – immaginare e pianificare un futuro senza  sigarette". 
E i  decisori, almeno per quanto riguarda i componenti dell'Intergruppo Parlamentare per la Sigaretta Elettronica, raccolgono  l'invito: "E' compito della politica  – ha detto il Presidente dell'Intergruppo,  On. Ignazio Abrignani - prendere  consapevolezza del fatto che tutti i nuovi prodotti a rischio ridotto, a  cominciare dalle e-cig, vanno tutelati non tanto come strumento per smettere di  fumare, ma proprio come strumento per la riduzione del rischio rispetto alle  sigarette tradizionali". 
"L'aspetto  fiscale – ha aggiunto - è senza  dubbio centrale. E' necessaria una tassazione sostenibile, ma è opportuno  attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale che dovrà decidere la  cornice entro la quale sarà opportuno e giusto muoversi". 
E poi, l'appello  rivolto alle aziende e alla filiera del settore: "La politica – ha sottolineato  – deve  fare la sua parte. Ma anche il mercato e le imprese devono garantire alle  istituzioni il proprio sostegno, contribuendo ad individuare con i decisori  pubblici le priorità e la direzione da percorrere". "In definitiva – ha concluso Abrignani – tutti devono fare, ciascuno del proprio ruolo, la propria parte. Per  farlo, lancio la proposta di un'associazione del rischio ridotto che si faccia  promotrice di queste istanze".
A  rappresentare le imprese, sollecitate dall'intervento dell'On. Abrignani, è  stato Massimiliano Mancini,  presidente di Anafe – Confindustria.  "Il tema medico scientifico – ha  detto Mancini – è strettamente legato al  tema fiscale. Attendiamo con rispetto il pronunciamento della Corte  Costituzionale. Ma se un prodotto fa meno male deve essere incentivato  anzitutto attraverso una tassazione agevolata, legittima sotto il profilo  costituzionale, sostenibile e coerente con gli interessi delle aziende che  vogliono svilupparsi, fare investimenti e creare occupazione. La filiera  industriale è pronta a fare le sua parte. Abbiamo avviato una nuova stagione di  confronto con le istituzioni, fatto di dialogo e ascolto reciproco, che  auspichiamo ci consenta di raggiungere quei risultati che in passato ci sono  stati preclusi. Il convegno di oggi non è un punto d'arrivo, ma un nuovo inizio".
[1] https://campaignresources.phe.gov.uk/resources/campaigns/6-stoptober/overview  
 
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