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martedì 30 ottobre 2012
Implantologia all-on-4, una soluzione moderna per l’edentulia
Arriva Halloween. Attenzione alla liquirizia
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Cav. Andrea Pietrarota
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sociologo della comunicazione, giornalista e consulente di comunicazione integrata
direttore responsabile di AlternativaSostenibile e fondatore del CorrieredelWeb.it
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email: apietrarota@gmail.com e direttore@alternativasostenibile.it
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lunedì 29 ottobre 2012
Lavanda Officinale: Idee regalo novità Omia Laboratoires.
La lavandula officinalis o spica è una delle piante più originali e particolari della nostra flora; è una pianta a portamento eretto che può anche arrivare ad un metro di altezza.
I fiori si formano d’estate portati da delle infiorescenze terminali, di colore azzurro-grigiastro e molto profumati.
Una fitta peluria ricopre tutte le parti verdi della pianta.
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Implantologia a carico immediato, come funziona e quali sono i vantaggi
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Implantologia a carico immediato |
L’implantologia a carico immediato ha diversi vantaggi, tra i quali possiamo indicare, oltre alla possibilità di inserire la protesi dentale in un’unica operazione, anche la minima invasività dell’intervento chirurgico, la riacquisizione immediata delle capacità masticatorie, il risparmio economico dovuto all’unica seduta a cui sottoporsi e infine la conseguente possibilità di tornare alla vita quotidiana senza sentire alcun disagio o difficoltà. L’implantologia a carico immediato usa impianti dentali in titanio con elevate qualità biocompatibili e integrative che rendono quasi nullo il rischio di fenomeni di autodifesa dell’organismo.
Impianti dentali, cosa sono e quali vantaggi
Impianti dentali, perché il sorriso è importante!
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Filler acido ialuronico |
Ringiovanimento viso con tossina botulinica
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Ringiovanimento viso |
Il ringiovanimento viso con tossina botulinica è molto evidente in quanto agisce direttamente sui neurotrasmettitori bloccando la trasmissione degli impulsi nervosi e quindi diminuendo le cosiddette “rughe d’espressione” che sono provate dai muscoli che si contraggono. Dopo un paio di giorni è possibile apprezzarne i risultati di ringiovanimento del viso, i quali continuano a migliorare nell’arco di una settimana , e che possono durare da tre a sei mesi.
Ringiovanimento viso, trattamenti diversi per esigenze diverse
Il ringiovanimento del viso può essere effettuato attraverso diverse tecniche come la tossina botulinica, la biorivitalizzazione, il fotoringiovanimento con luce pulsata, il laser ablativo a CO2 o anche con i filler.
Ognuno di questi metodi di ringiovanimento viso è adatto a diverse esigenze e caratteristiche della cute del paziente. La biorivitalizzazione aumenta lo spessore e la luminosità della pelle, mentre il trattamento con luce pulsata è efficace a combattere i segni dell’invecchiamento già dopo la seconda seduta; la tecnica più efficace è però quella con il laser ablativo a CO2, il cui risultato continua a migliorare a distanza di tempo combattendo efficacemente tutti i segni del tempo (rughe e opacità cutanea).
Depilazione definitiva, tecnica e consigli utili
Depilazione definitiva, il laser può raggiungere ogni parte del corpo
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Depilazione definitiva |
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domenica 28 ottobre 2012
Allarme abusivismo delle professioni sanitarie
Allarme abusivismo delle professioni sanitarie. Falsi infermieri impiegati anche nelle sale operatorie da Nord a Sud della penisola. Un rischio per il cittadino ed un danno calcolato per il Servizio Sanitario Nazionale di svariati milioni di euro.
L'arte di arrangiarsi, si sa, è una caratteristica tipica di noi italiani quasi sempre innocua per la collettività. Ma quella di coloro che per tirare a campare si fregiano di titoli che non posseggono o che fingono di essere professionisti di un determinato settore ed invece non lo sono, può essere anche un pericolo per la società. Specie quando si tratta della salute degli altri.
Non si tratta solo di falsi dentisti o falsi medici, che certamente fanno più notizia quando vengono sorpresi con le mani nella marmellata, ma la classifica speciale dei falsi professionisti vede al primo posto coloro che si spacciano per infermieri.
Basti pensare che nell'arco del biennio 2010-2011 i carabinieri dei Nas su 2.783 segnalazioni all'Autorità giudiziaria per esercizio abusivo delle professioni, quelle relative alla categoria dei falsi 'infermieri', sono state oltre un terzo per un totale di ben 1.023 soggetti denunciati.
Tanti o meglio tantissime, perché la gran parte sono donne che cercano di contribuire al bilancio familiare mettendo però a repentaglio la salute dei pazienti. Si fingono infermieri, pur non possedendo le fondamentali conoscenze mediche necessarie per svolgere mansioni così delicate perché vanno ad incidere sulla vita stessa delle persone sottoposte alle loro cure e che spesso le vede coinvolte anche all'interno delle sale operatorie.
I rischi sono quindi a carico non solo dei singoli cittadini ma anche del servizio sanitario costretto a pagare i danni conseguenti all'impreparazione di questi soggetti.
Si sono registrate nel passato recente indagini che hanno visto alcuni di questi veri e propri truffatori, essere promossi a caposala pur non possedendo alcun titolo, o peggio avendolo "acquistato" sul mercato illegale. Un'inchiesta coordinata dalla procura di Cosenza, aveva denunciato una organizzazione criminale che falsificava i titoli di studio che rivendeva per importi variabili tra gli 8 e i 10mila euro garantendo, fra l'altro, stage truffa per insegnare le informazioni basilari tra cui la misurazione della pressione arteriosa, dei medicamenti e dei prelievi di sangue.
La difficoltà ad individuare con certezza questi "professionisti" tra migliaia d'infermieri regolari e diplomati, impone la massima attenzione nella selezione del personale da parte delle ASL e delle autorità ospedaliere sia pubbliche che private sulle quali vigono stringenti obblighi di controllo a tutela dei pazienti.
Ma non sempre le autorità sanitarie hanno dimostrato particolare intuito nell'individuare i falsi "infermieri" ed i numeri elencati la dicono tutta. Per tali ragioni, Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", invita tutti coloro che abbiano dubbi, ad eseguire controlli consultando l'albo sul sito (http://www.ipasvi.it/chi-siamo/ricerca-albo.htm) del Collegio Professionale IPASVI (acronimo di Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari e Vigilatrici di Infanzia), oppure segnalando il nominativo al Collegio Professionale della propria città o al nucleo dei Carabinieri del Nas.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
Tumori: svolta nella chirurgia del seno
Svolta nella chirurgia del seno. Scienziati australiani sono riusciti a far ricrescere il tessuto del seno in una donna che aveva il cancro.
Una bella conquista in campo medico quella di un equipe di chirurghi australiani dell'Istituto di ricerca O'Brien di Melbourne che secondo quanto è stato comunicato agli organi di stampa di quel paese sono riusciti a far ricrescere il tessuto del seno su una donna che avevano subìto un intervento chirurgico a causa di un cancro. L'esperimento ha coinvolto cinque donne cui era stata asportata la mammella attraverso l'impianto di una camera acrilica a forma di seno.
Gli scienziati hanno, quindi, reindirizzato i vasi sanguigni nello spazio collegato con le cellule di grasso del paziente ed in una di esse si è rigenerato il tessuto sino a riempire la sagoma artificiale.
Secondo quanto è dato apprendere l'esperimento è riuscito su una paziente, la signora Tanya Downs, che aveva solo 36 anni, quando cinque anni fa le venne diagnosticato un cancro al seno e le era stata praticata una mastectomia. Il tessuto del suo seno è stato coltivato con successo dalle proprie cellule di grasso.
La speranza è quella che un giorno il seno si possa autogenerare dopo una mastectomia con la conseguenza che potrebbe diventare un'alternativa alla protesi al silicone.
L'esperimento, per quanto comunicato dal team australiano specializzato nell'ingegneria dei tessuti, verrà presto allargato ad una platea più ampia di pazienti per comprendere compiutamente il processo di rigenerazione del tessuto.
Secondo Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", l'importante scoperta potrebbe essere un meraviglioso passo avanti per tutte le donne che a seguito dell'asportazione del seno subiscono dei veri e propri drammi psichici che vanno a ledere l'essenza stessa della propria femminilità.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
sabato 27 ottobre 2012
Gravidanza, salute e giustizia: risarcita una figlia del farmaco "Distilbène"
Le società farmaceutiche UCB Pharma e Novartis pagheranno un totale di € 213.000 ad una vittima del farmaco.
La Corte d'Appello di Parigi ha condannato venerdì le società farmaceutiche UCB Pharma e Novartis a risarcire una ragazza colpita da cancro perche' la madre aveva assunto del "Distilbène" quando era in gravidanza. Quest'ormone di sintesi, il Dietilstilbestrolo (DES ) è un difenolo con proprietà sintetica estrogenica potente, prescritto a milioni di donne al mondo tra il 1940 e il 1977 mentre tra il 1964 e il 1975 è stato il più raccomandato per prevenire aborti spontanei. Sintetizzato nel Regno Unito nel 1938, è stato commercializzato come farmaco in questo paese sotto il nome di Stilbestrol-Borne, e poi in altri paesi sotto il nome di Stilboestrol Distilbène.
Nel 1971 , negli Stati Uniti , l' FDA mette finalmente fine all'embargo e vieta la prescrizione di questo farmaco nelle donne in gravidanza. Il Distilbène è stato quindi vietato per le donne in gravidanza, nel 1975 in Belgio, nel 1976 nel Canada, nel 1977 in Francia , Germania , Austria e Olanda nel 1978, in Italia nel 1981 e nel 1983 in Ungheria .
Ma il danno orami era fatto, e una generazione di bambini esposti al DES in utero è nata tra il 1940 e il 1980. L'età fertile per questi bambini è in gran parte tra il 1975 e il 2015: problemi genitali e problemi di sterilità causati a questi figli adulti rappresentano un vero e proprio problema di sanità pubblica ,
Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", evidenzia che il Distilbène, che non è mai stato prescritto a donne in gravidanza dal 1983, attualmente continua a essere comandato a pazienti con metastasi del cancro alla prostata in cui ha dimostrato la sua efficacia.
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Pericolo droghe. Un comune antidolorifico, l'ossicodone usato come droga
Dall'Australia e dagli Stati Uniti arriva un'allarme sull'abuso di un farmaco utilizzato come una sorta di droga che starebbe mietendo un numero record di vittime a seguito di overdose.
L'ossicodone è, infatti, un antidolorifico noto anche come "Oxycontin" che viene utilizzato dai pazienti che soffrono di dolori cronici anche se la gran parte delle vittime sono persone di metta età. Il farmaco era utilizzato specificamente pe r i pazienti oncologici, ma diversi anni fa ha cominciato ad essere regolarmente prescritto a chiun que soffriva di dolore cronico e l'uso è aumentato vertiginosamente e quai fuori controllo.
Mentre i tassi di prescrizione di morfina sono crollati, l'ossicodone ha segnato una crescita del 152% in sei anni. La droga è comunemente preparata mediante lo schiacciamento di pasticche la cui polvere v iene iniettata in vena. Intorno alla vendita di questo farmaco si è creato un fiorente mercato nero che è anche un business lucrativo. Basti pensare che da una compressa di 80 grammi di ossicodone può essere venduta in strada per 50 dollari, mentre una scatola intera a di $1.400, mentre fiorisce su internet il mercato illegale transazionale che consente l'acquisto anche di questi tipi di farmaci oppiacei senza alcuna prescrizione medica.
Gli esperti sono convinti che gli utilizzatori non hanno ancora compreso la potenza e la dannosità del farmaco.
Secondo studi, l'ossicodone è una volta e mezzo più forte dell'eroina, riduce la respirazione rendendolo potenzialmente mortale e gli effetti sono più potenti di altri sedativi come l'alcool ed il Valium.
Il farmaco sarebbe, infatti, dietro l'impressionante escalation di overdosi accidentali negli Stati Uniti.
Basti pensare che quando il celebre attore Heath Ledger fu trovato morto in un appartamento di New York, il suo corpo conteneva un cocktail di farmaci tra cui ossicodone, Valium e Xanax.
Non si conoscono le cifre in Italia visto che già nel 2009 il pericolo della diffusione di antidolorifici che vengono utilizzati per finalità diverse da quelle per cui vengono prescritte ai malati cronici è stato oggetto di attenzione anche mediante interrogazioni parlamentari al precedente governo che non ci risulta abbia dato nessuna risposta in tal senso, ma Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", ricorda ancora una volta che in rete risulta ancora semplice acquistare questi farmaci, mentre nei forum i giovani continuano a scambiarsi informazioni con tanto di testimonianze sul cosiddetto " sballo " con tutti i consigli utili per l'acquisto. Ed allora, riteniamo utile che il Ministero della salute avvii un'inchiesta urgente per verificare se l'uso di antidolorifici oppiacei sia sotto controllo prim
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venerdì 26 ottobre 2012
Aloe vera: Linea di prodotti Eco Biologica Omia per proteggere la tua pelle dal freddo.
Favoriscono la rigenerazione cellulare e sono efficaci agenti rigeneranti per tutti i tipi di pelle.
I prodotti della Linea Eco Biologica all’aloe vera sono soprattutto indicati per le pelli secche e sensibili, che con i primi freddi possono soffrire ancora di più.
Corso di pet therapy al Meyer
CORSO DI PET THERAPY
Al Meyer gli interventi assistiti con gli animali come risorsa per il bambino malato in ospedale
Come lavorare con gli animali in ambito sanitario? Quanto gli amici a quattro zampe possono influire sull'efficacia delle terapie tradizionali e sulla guarigione? In quali ambiti il loro aiuto può essere applicato?
Al via il nuovo corso "La pet-therapy come risorsa per il bambino malato in ospedale", formazione teorica-pratica per gli Interventi Assistiti con l'Animale (IAA) in ambito pediatrico organizzato dall'azienda ospedaliera universitaria Meyer. L'ospedale pediatrico fiorentino da dieci anni ha un'attività di pet therapy nei reparti in collaborazione con l'associazione Antropozoa.
Destinatari del corso sono i laureati in medicina e chirurgia, scienze infermieristiche, fisioterapia e riabilitazione psicologia, scienze dell'educazione, scienze sociali. Il corso è accessibile ed è aperto anche agli studenti.
La scheda d'iscrizione può essere richiesta alla segreteria organizzativa o scaricata dal sito internet www.meyer.it, mail caneincorsia@gmail.com. Le iscrizioni sono aperte fino al 10 novembre.
Tre posti sono riservati ai dipendenti del Meyer e dell'ospedale di Careggi.
Il corso, tenuto da esperti nei vari settori di applicazione degli IAA, intende implementare le conoscenze e le competenze degli operatori sanitari sul tema, far acquisire strumenti e sviluppare la capacità di progettare, valutare e promuovere gli interventi assistiti e migliorare la comunicazione con il paziente attraverso l'ausilio di un animale, ma anche acquisire competenze psico-socio-relazionali utili allo svolgimento della pratica clinica quotidiana.
Il percorso formativo prevede 70 ore teorico/pratiche in aula e 10 ore di tirocinio che si svolgeranno con l'Associazione Antropozoa presso il Meyer.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
giovedì 25 ottobre 2012
Elogio della "Chia": l' integratore della natura prezioso nella pratica sportiva o in gravidanza, durante l'allattamento e la crescita dei bambini
Elogio della "Chia": l' integratore della natura prezioso nella pratica sportiva o in gravidanza, durante l'allattamento e la crescita dei bambini. Utilizzati frequentemente i semi di Chia abbassano i livelli di pressione del sangue
Direttamente dalla natura arrivano alcune risposte alla domanda di salute che spesso vengono confortate anche dagli studi della medicina. Esistono, infatti, piante che utilizzate nelle cucine o nelle tradizioni mediche di alcuni paesi anche da migliaia di anni, possono apportare benefici sufficientemente conclamati anche a livello della ricerca scientifica.
Questa volta, Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti, vuol parlare dei benefici ed usi di una pianta, utilizzata come medicina, la "Chia ". La Salvia hispanica, comunemente conosciuta come Chia, è una pianta appartenente alla famiglia della menta (Lamiaceae), nativa del centro-sud del Messico e Guatemala. La tradizione locale, attesta che questa pianta veniva già coltivata in epoca pre-Colombiana dalle civiltà Azteche. Si tramanda che, essa fosse così pregiata da essere versata come tributo dalla popolazione ai regnanti di turno. Le sue proprietà benefiche, sono dunque note da tempo, difatti la parola "Chia" in Azteco assume il significato di "Forza". E' tuttora utilizzata in Messico e Guatemala, sotto forma di semi (a volte macinati), come fonte di nutrimento e in bevande nutrizionali. Il seme è un ingrediente tipico della cucina Azteca e Messicana, in compagnia di mais e fagioli, tanto da essere considerato l'alimento preferito dei guerrieri Aztechi da cui traevano la forza e il coraggio per vincere le loro battaglie.
Ai semi di tale pianta sono sempre state attribuite virtù benefiche e curative in grado di ridurre le infiammazioni, alleviare gli stati generali di dolore e disinfettare le ferite. La chia è un alimento consigliato in situazioni di affaticamento fisico o aumentato fabbisogno energetico (come nella pratica sportiva o in gravidanza, durante l'allattamento e la crescita dei bambini) per le sue notevoli qualità benefiche.
Secondo recenti indagini scientifiche, confermate dalla scienza medica ufficiale, infatti, indicano che i semi di chia, una volta ingeriti, sviluppino nell'intestino una specie di gel in grado di ritardare l'assorbimento delle principali fonti caloriche (zuccheri e grassi), migliorando la risposta glicemica e favorendo il controllo del peso corporeo, dei trigliceridi e colesterolo. Gli studi nascono dall'osservazione empirica sulla bassissima incidenza di tumori nei paesi del Sud America che sostengono che il consumo regolare di semi di chia, sia in grado di ritardare le patologie dell'invecchiamento e persino alcune forme tumorali.
Dal punto di vista nutrizionale questi semi sono un'ottima fonte di fibre, vitamine, antiossidanti e grassi essenziali omega 3.
Le proprietà fondamentali dei Semi di Chia sono:
OMEGA 3
8 volte più Omega 3 rispetto al Salmone!
I semi di Chia sono la più pregiata e ricca fonte naturale di OMEGA3 del regno vegetale, essi sono ricchissimi di grassi OMEGA3 ed OMEGA6 (RAPPORTO 3:1) altamente assimilabili ed hanno un contenuto in olio del 30% (di cui il 64% è costituito da OMEGA3).
Ogni 100g di prodotto continene circa 20g di OMEGA3!!!
Tutte queste caratteristiche rendono i SEMI DI CHIA LA PIU' ECONOMICA FONTE DI OMEGA 3 AL MONDO!!
OTTIMO SOSTITUTO DELL' OLIO DI PESCE:
maggior concentrazione, più economico, nessun odore/sapore sgradevole
VITAMINE E SALI MINERALI
7 volte più Vitamina C rispetto alle Arance
5 volte più Calcio rispetto al Latte
3 volte più Ferro rispetto agli Spinaci
2 volte più Potassio rispetto alle Banane
15 volte più Magnesio rispetto ai Broccoli
I semi di chia hanno un altissimo contenuto di Vitamine e Sali minerali, pertanto costituiscono un OTTIMO INTEGRATORE NATURALE!!
La chia, come tutti i semi, può essere macinata e utilizzata per i prodotti della panificazione (pane, biscotti e torte), per preparare bevande energetiche e fortificanti, o utilizzata come ingrediente di "rinforzo" in alimenti tradizionali come yogurt, latte e derivati, carni e pesce.
Si è inoltre constatato che utilizzati frequentemente i semi di Chia abbassano i livelli di pressione del sangue.
E se la scienza conferma,e l'Unione Europea ha approvato nel 2009 la commercializzazione dei Semi di Chia per scopi umani, non possiamo che elogiarne le proprietà e consigliare di aggiungere i semi di Chia anche nella dieta degli italiani.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
Malattie mentali, le case farmaceutiche hanno abbandonato la ricerca
Nuovi farmaci psichiatrici bassa priorità per le aziende farmaceutiche.
Enorme bisogno insoddisfatto di farmaci migliori per le persone affette da depressione
Le malattie mentali passano in secondo piano per ciò che concerne la ricerca per lo sviluppo di farmaci del settore, anche se la depressione costituisce una delle principali cause di disabilità.
Tale dura e cruda realtà è stata definitivamente resa pubblica sulla rivista specializzata Science Translational Medicine. Alcuni autorevoli autori, infatti, sostengono che la scoperta di farmaci per il trattamento di disturbi psichiatrici come l'autismo, la schizofrenia, il disturbo bipolare e la depressione sono arrivati ad un punto morto.
Il dottor Thomas Insel, direttore del National Institute of Mental Health ha sostenuto che gli antipsicotici e gli antidepressivi pur costituendo negli ultimi decenni tra le fonti più redditizie di alcune industrie farmaceutiche ha anche precisato che ciò non vuol dire che siano sempre efficaci. La ragione del loro exploit è dipesa anche dal fatto che si potevano vendere e potevano essere immessi sul mercato.
Negli ultimi cinque anni, infatti, più di 20 – 30 tipi diversi di antipsicotici antidepressivi sono stati commercializzati con oltre 25 miliardi di dollari d'incassi solo negli Stati Uniti e solo nel.
Questo tipo di farmaci ha sottolineato Steven Hyman della Harvard University di Cambridge in Massachusetts sono spesso derivanti da scoperte fortuite come quella degli effetti del litio nel 1949, che ha consentito la stabilizzazione dello stato d'animo.
La ragione principale per cui le case farmaceutiche non investono più in un settore che presenta un straordinario fabbisogno terapeutico e che costituisce un mercati in espansione sta nella difficoltà a scoprire farmaci innovativi che possano illuminare un percorso molto arduo in un terreno scientifico assai difficile anche perché in cervello non è così accessibile come gli altri organi per essere studiato.
Ciò ha comportato che gli unici progressi stiano avvenendo nel settore della psicoterapia cognitiva e nei trattamenti psichiatrici, ma, nonostante le opportunità di un mercato in crescita, le principali aziende farmaceutiche hanno recentemente annunciato tagli sostanziali o l'interruzione completa dei loro sforzi per scoprire nuovi farmaci che curino i disturbi psichiatrici.
Per esempio, non esistono farmaci che s'indirizzino verso i sintomi principali dell'autismo come i deficit sociali ed i disturbi del linguaggio. Tali deficit spesso rispondono bene ai trattamenti comportamentali intensivi, il che suggerisce che c'è anche un potenziale per un approccio di natura farmacologica.
Gli antidepressivi oggi disponibili sono modestamente efficaci dopo sei settimane di trattamento in studi clinici randomizzati - un tempo lungo per aspettare un disturbo con un elevato carico, ha aggiunto.
Dall'indagine pubblicata sulla rivista americana è emerso che gli psichiatri hanno lamentato il bisogno di nuovi farmaci il cui sviluppo è sostanzialmente stato bloccato dalle case farmaceutiche anche quelle più importanti per la difficoltà del settore e per i notevoli costi che tale tipo di ricerca scientifica chiede.
Per sopperire a tale grave deficit scientifico è intervenuto in America il governo federale che per esempio sta contribuendo a finanziare la ricerca con un investimento di 5 milioni di dollari per creare una rete nazionale per la ricerca e gli interventi sulla depressione.
Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", si augura che anche il Nostro Paese, in barba alle case farmaceutiche, nonostante le difficoltà derivanti dalla crisi, riprenda a finanziare interventi in tale settore delicato della tutela della salute per riaccendere le speranze di milioni di ammalati di malattie connesse alla mente.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
SVOLTA STORICA X CURE ULCERE VENOSE

CAMBIANO RADICALMENTE LE CURE PER LE ULCERE VENOSE
Le novità saranno annunciate in un convegno, sabato 27, a Porretta Terme (Bologna)
(Bologna, 25 ottobre 2012) – Sono circa 2 milioni gli italiani che soffrono di ulcere venose, circa l'1% nell'età adulta, con punte del 2-3% in età più avanzata. Le ulcere cutanee di natura vascolare sono lesioni aperte della cute dovute a disturbi della circolazione del sangue e rappresentano una malattia cronica e recidivante che può gravemente compromettere la qualità di vita di una persona. E con una popolazione "anziana" come quella italiana, la cura di questa patologia si pone tra le prime 5 voci di spesa sanitaria, tanto più che l'assistenza a domicilio in questo campo sta sviluppandosi solo da pochi anni.
Fortunatamente la ricerca sta sviluppando nuove cure per le ulcere venose, tre in particolare: l'utilizzo di sostanze, come i polisaccaridi, capaci di agire sugli enzimi e quindi di inibire l'infiammazione senza ledere i tessuti, come spesso capita con i normali antiinfiammatori; il ricorso a soluzioni contenenti ozono, con proprietà antinfettive e antibatteriche, in grado di garantire una perfetta asetticità della ferita; e infine l'utilizzo dei fattori di crescita cellulari e delle cellule staminali provenienti dalla cute stessa o dal midollo osseo, con l'obiettivo di sostituire un tessuto devitalizzato con un altro tessuto rigenerato.
Delle nuove cure per le ulcere venose si parlerà sabato 27 ottobre in un convegno che vedrà la presenza dei massimi esperti in materia e si terrà a Porretta Terme, Bologna (per informazioni ed iscrizioni: Elisa Olivi tel: 051 325511, mail: elisa.olivi@senaf.it).
"Questa patologia finora non ha trovato terapie risolutive – spiega l'organizzatore del convegno, il prof. Sergio Coccheri, Professore Ordinario di Angiologia all'Università di Bologna – costringendo spesso i pazienti a faticose ed improduttive migrazioni da un ambulatorio all'altro ricevendo cure non sempre uniformi. Ora siamo vicini ad una svolta storica, e il convegno servirà sia ad informare l'opinione pubblica sulle novità in questo campo che ad aggiornare medici chirurgi, fisioterapisti ed infermieri".
Sicurezza stradale: 4000 farmaci possono compromettere la capacità di guida
Sicurezza stradale: 4000 farmaci possono compromettere la capacità di guida. L'UE si attivi per obbligare le società farmaceutiche ad indicare sulle etichette i rischi del farmaco sulla sua compatibilità con la guida
«Può influenzare la reattività, la capacità di guida e la capacità di usare strumenti o macchinari.» Su questa frase, ci si imbatte facilmente nelle avvertenze delle scatole dei farmaci che vengono venduti insieme ad un foglietto illustrativo, anche detto bugiardino, in cui si trovano tutte le informazioni relative al farmaco acquistato; uno spazio è dedicato agli effetti indesiderati che l'assunzione del farmaco può avere sul paziente, condizionando le normali e comuni attività svolte durante la giornata.
Ogni anno nel mondo, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 1.500.000 persone perdono la vita in incidenti stradali, nella maggior parte dei casi dovuti ad errori di comportamento da parte dei guidatori, a eccessiva velocità, colpi di sonno, alcol e sostanze stupefacenti. All'origine di questi episodi di distrazione c'è un'alterazione dello stato psicofisico. Tuttavia, anche l'assunzione di alcuni farmaci può influire sulla corretta conduzione di un veicolo.
Molti farmaci possono infatti interferire negativamente con le funzioni motorie e cerebrali, come accade per i medicinali legati alla cura di ansia e depressione, allergie e orticaria, artrosi, cefalea, emicrania, epilessia, nausea, ipertensione, insonnia e malattie autoimmuni. La lista dei farmaci che possono compromettere la capacità di guida è vastissima (circa 4000) e comprende dunque ansiolitici, antidepressivi e antipsicotici, anticonvulsivanti e antistaminici, anticinetosici, antinfiammatori, antipertensivi, insulina e miorilassanti.
Sonnolenza, vertigini, visione offuscata, confusione, disturbi visivi sono gli effetti che alcuni farmaci possono avere sulla capacità di guida. Ma l'influenza dell'assunzione di medicinali sulla capacità e l'attenzione del guidatore è spesso sottovalutata o poco conosciuta. Il periodo più critico di una terapia è la fase iniziale, quando non è ancora chiaro come reagirà il nostro organismo ai farmaci, se compariranno effetti indesiderati e di che intensità saranno. Nei primi giorni di trattamento sarebbe bene evitare di mettersi al volante. Se non è possibile, usare molta prudenza, cercando di evitare viaggi prolungati senza soste o in condizioni di traffico difficili.
Infatti molti farmaci possono recare disturbo alla concentrazione e alla capacità di prestare attenzione. Come accade per l'alcool, anche molti farmaci, soprattutto quelli che agiscono a livello del Sistema Nervoso Centrale, possono interferire negativamente con le funzioni che sovrintendono alla guida, una delle più comuni, ma più complesse, serie di attività psicomotorie compiute dall'uomo. Considerando che milioni di automobilisti percorrono ogni giorno strade e autostrade, e che presumibilmente fra di essi sono molti quelli che assumono farmaci, ci si rende subito conto delle dimensioni del problema e di quanto sia importante la consapevolezza del rischio che si corre per adottare i comportamenti più idonei a prevenirlo.
Il problema delle interferenze dei farmaci con la capacità di guida è, tuttavia, piuttosto complesso.
Le sostanze che potenzialmente possono compromettere la guida (diminuendo il livello di concentrazione, provocando sonnolenza e vertigini), sono numerose ma in molti casi è difficile stabilire con precisione la portata dell'interferenza e sono possibili solo fondate supposizioni.
Infatti, secondo le statistiche ufficiali, le vittime causate dal consumo di alcool sono quattro volte superiori rispetto a quelle imputabili all'uso di medicamenti. Tuttavia si ritiene che ciò sia dovuto al fatto che risulta decisamente più problematico accertare il consumo di farmaci. Le cifre pubblicate sono sicuramente sottostimate. Gli esperti sottolineano, inoltre, come ai fini della circolazione stradale si rivelino problematici soprattutto sonniferi e tranquillanti, quali ad esempio Valium o Rohypol o similari, che sono regolarmente assunti da circa il 10% della popolazione italiana.
Per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", è necessario che l'UE, che ha competenza in materia, obblighi di inserire nell'etichettatura delle confezioni dei farmaci che causano sonnolenza un pittogramma specifico che richiami l'attenzione sui rischi del medicinale e sulla sua mancata compatibilità con la guida.
È comunque una buona regola evitare qualsiasi farmaco prima di mettersi alla guida che non va mai associato all'alcol o ad altre sostanze psicoattive: se proprio non si può fare a meno, si raccomanda di leggere con attenzione le avvertenze prima di mettersi al volante.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter, e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
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