14 maggio | Festa della mamma
OSSERVATORIO CENTRO STUDI ERICKSON
LA MATERNITA’ ADOLESCENZIALE:
TRA RISCHI, FRAGILITA’ E OPPORTUNITA’
Nel mondo, ogni anno, circa 16 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni diventano madri. In Italia nel 2015 sono nati 485.780 bambini, di cui l’8,3% da madri sui 40 anni e il 10,3% da madri sotto i 25 anni. Le mamme teen italiane rappresentano l’1,77% della popolazione: la regione che ne ha di più è la Sicilia, con l’1,2%, mentre quella che ne registra di meno è la Lombardia con lo 0,3%. Campania e Puglia segnano lo 0,8%, Calabria e Sardegna lo 0,5%.
Le ricadute per la mamma e il bambino possono essere di diversa entità e meritano quindi particolare attenzione. È per questo che il Centro Studi Erickson, nell’ambito del 2° Convegno Internazionale #Supereroifragili, svoltosi a Rimini il 5 e 6 maggio, ha voluto dare spazio a questo tema presentando i dati della ricerca congiunta tra Università La Sapienza di Roma, la York University di Toronto e l’azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma.
Da questa ricerca emerge come queste giovani madri vivano la maternità come l’acquisizione di uno status adulto ma abbiano anche una grande difficoltà a distinguere se stesse dal proprio bambino e a prendere consapevolezza che è il proprio bambino e non ad esempio un fratello.
Inoltre diventa molto complicato assumersi quelle che sono le responsabilità materne soprattutto vivendo il doppio ruolo di madre e ragazza allo stesso tempo.
Come aiutare e supportare, quindi, le giovani mamme? Lo abbiamo chiesto a Gina Riccio, Dottore di Ricerca in Psicologia Dinamica, Clinica e dello Sviluppo che durante il convegno ha presentato e commentato la ricerca:
“L’aiuto che possiamo dare a queste giovani madri è sicuramente, da una parte, un supporto concreto nel gestire il proprio bambino e nell’assumere il ruolo di madri; dall’altra l’attivazione in ciascuna mamma di un pensiero che possa accompagnarle in una progettualità per il futuro, proprio (come donne e compagne di vita) e del bambino, in una prospettiva di prevenzione di possibili comportamenti a rischio”.
E per quanto riguarda la vita di tutti i giorni, come si concilia la vita di una sedicenne con quella di un neonato?
“È possibile conciliare le due cose, nel momento in cui la giovane mamma si apra ad accogliere la responsabilità di una nuova vita anche nella sua complessità e necessità di aiuto esterno. Allo stesso tempo è importante che accetti la sfida evolutiva che ogni adolescente è chiamato a vivere: una maturità psicologica che nasce da un processo di separazione-individuazione dalla propria famiglia e dal proprio pensiero infantile, raggiungendo gli obiettivi tipici della propria età (es. finire la scuola, dare il via a progetti professionalizzanti e iniziare a lavorare)”.
Il mondo degli adulti come può aiutare le ragazze a prevenire gravidanze precoci?
La prevenzione possiamo principalmente pensarla in due contesti: da una parte la famiglia, a cui ogni adolescente chiede un limite (dato da regole e “no” che aiutano a diventare grandi) e uno sguardo dove poter crescere e sentirsi riconosciuto; dall’altra la scuola, che può fin da subito notare nel suo quotidiano campanelli d’allarme (es. insuccesso scolastico, problemi comportamentali, famiglie assenti e/o che vivono in situazioni di precarietà economica e sociale) che possono favorire gravidanze precoci o relazioni romantiche disfunzionali.
E la famiglia? Come può essere di aiuto?
La famiglia è chiamata a fornire uno sguardo non “giudicante”, ma accogliente, di supporto a cui la giovane madre possa attingere per costruire la sua relazione con il proprio bambino. Spesso le mamme adolescenti richiedono alle proprie mamme una maggior “maternità”: ovvero è come se dicessero “ho bisogno di sentirmi figlia amata, per poter essere madre accogliente”. Ecco quindi lo sforzo che si richiede alle nonne e ai nonni: supportare le proprie figlie nel loro ruolo genitoriale, senza però sostituirsi, compromettendo così sia la propria relazione con la figlia, sia la relazione madre-bambino.
Come cambia il rapporto con gli amici? Quanto diventa strategico?
Il rapporto con i pari per le mamme adolescenti è fondamentale. Però, in un’epoca evolutiva dove il gruppo diviene opportunità di crescita e supporto, molto spesso la maternità può essere fonte di esclusione. Diventare mamme significa anche sentirsi fragili ed escluse: lo sono le mamme quarantenni nei loro contesti lavorativi, dove spesso lottano per essere riconosciute, e lo sono le mamme teen che non sempre ricevono la comprensione dei loro pari. È quindi importante favorire il mantenimento di una rete amicale e sociale, che possa aiutare la giovane madre nel suo processo di identità, dall’adolescenza all’età adulta. Inoltre, le amiche e gli amici possono anche offrire quella fiducia e intimità che soltanto i propri pari riescono a donare.
E infine il rapporto con il bambino, come una mamma teen può fare un buon lavoro?
Sicuramente se una mamma giovane “cresce” supportata da una rete familiare positiva, da un gruppo di pari del quale si sente parte, e da una scuola che la aiuta a guardare al futuro come anche realizzazione di sé, la maternità in età adolescenziale può essere affrontata positivamente. Tutto questo inevitabilmente ha una ricaduta positiva anche sullo sviluppo del neonato e sulla relazione madre-bambino: la spensieratezza di una madre adolescente, senza le sovrastrutture dell’età adulta, può essere un’opportunità per il bambino a vivere le proprie potenzialità e a mettersi in gioco passo dopo passo.
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