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lunedì 7 novembre 2016

Il primo corso in Italia sulla gestione dei traumi di massa

Mass Casualty Incident Management

Il primo corso in Italia sulla gestione dei traumi di massa organizzato dalla World Society of Emergency Surgery in collaborazione con AVIS Bergamo e il Ministero per gli Affari Esteri Israeliano
“Intervenire bene e in tempo può salvare centinaia di vite: la gestione delle emergenze è una questione non solo di competenza, ma di organizzazione”

Si è tenuto in questi giorni, presso il centro didattico dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il  primo corso in Italia, organizzato dalla World Society of Emergency Surgery (WSES) in collaborazione con AVIS Bergamo e il Ministero per gli Affari Esteri Israeliano, sulla gestione dei traumi di massa.
Nel corpo docenti i nomi  dei più importanti  dirigenti dei Trauma Center israeliani  tra cui il  dottor Yoram Kluger (Direttore del Corso e  Chairman of the department of General Surgery at Medical Centre, Israel Clinical Professor of Surgery, Israeli institute of Тechnology, Rappaport School of Medicine Haifa, Israel ), il dottor Guy Caspi  (Director of HazMat, Exercise and Operational Training Department. Operations Division Magen David Adom, Israel),  il dott. Kobi Peleg  (Director, National Center for Trauma & Emergency Medicine Research, The Gertner Institute for Health Policy & Epidemiology; Head, Disaster Medicine Department & The Executive Master Programs for Emergency and Disaster Management School of Public Health, Tel-Aviv University), il dott.  Itamar Ashekenazi , (Member, National Advisory Committee for Preparing Hospitals for Conventional MCI. Emergency & Disaster Management Division  Ministry of Health, Israel) e invece, come discenti, i dirigenti dei principali Trauma Center di Emilia-Romagna (tra cui quello dell’ospedale di Cesena – Ausl Romagna e dell’ospedale di Parma) e  della Lombardia.

Il trauma di massa è una realtà che si è già più volte presentata anche nel contesto italiano ed è necessario che ogni ospedale sia pronto ad affrontare questa eventualità nel migliore dei modi. E’ un evento estremamente variabile ed imprevedibile, che spazia dall’attacco bio-terroristico alle catastrofi naturali come terremoti ed alluvioni, fino ad arrivare a incidenti ferroviari o autostradali. Può qualsiasi fascia della popolazione (bambini, adulti ed anziani) senza distinzione e può peggiorare fortemente le possibilità di comunicazione e di trasporto della regione interessata. La difficoltà di gestione di questi eventi spazia  quindi da questioni logistiche di distribuzione di persona, mezzi e risorse fino a questioni cliniche legate al trattamento contemporaneo di decine o centinaia di pazienti estremamente complessi.
“In  particolare, per quanto riguarda l’Italia, la strage di Bologna del 1980 fu un caso che rivelò chiaramente l’insufficiente coordinamento delle strutture sanitarie territoriali -  spiega il dottor Luca Ansaloni Direttore del Corso e Presidente WSES – ed oggi l’attenzione è inevitabilmente concentrata anche  sulle emergenze legate ad un territorio particolarmente fragile e a rischio idro-geologico. L'11 settembre è stato un brusco risveglio per tutto l'Occidente, e ha fatto capire che è importante preparare piani anche in caso di attacchi terroristici di massa. A tutt’oggi, in mancanza di un piano di coordinamento nazionale che stabilisca delle linee-guida, la gestione dei traumi di massa è delegata ai piani elaborati dalle singole aziende sanitarie e ospedaliere, in base alle proprie risorse e specificità. Emilia Romagna e Lombardia rappresentano, in questo settore,  le regioni che si sono preparate meglio.”
 In Emilia-Romagna i Trauma Centers attualmente operanti sono quattro, Cesena, che copre il territorio della Romagna, Bologna, per l’Emilia Orientale e Parma per l’Emilia Occidentale. Questo dato rappresenta che qui è stata costruita una rete regionale di assistenza al trauma maggiore “di tipo HUB & SPOKE”, in cui esiste un ospedale specializzato verso cui indirizzare i pazienti politraumatizzati, sia direttamente dal luogo in cui si è svolto l’evento traumatico che dopo una sosta presso l’ospedale più vicino per stabilizzare le condizioni cliniche e favorire il trasferimento.
«La moderna gestione delle emergenze di massa prevede che i feriti non siano indirizzati agli ospedali più vicini, ma a quelli più attrezzati per il loro trauma. - continua Catena - Occorrerebbe pertanto un coordinamento regionale ed interregionale di eliambulanze e di gestione delle catastrofi»,.
L’ importanza del corso che si è tenuto a Bergamo si è manifestata pertanto nell’identificazione dei requisiti fondamentali e delle modalità di stesura di un protocollo efficace, che sia in grado di organizzare ogni aspetto della gestione di queste emergenze sanitarie, dal primo soccorso sul luogo dell’evento fino al debriefing al termine dell’evento. La grande esperienza dei centri israeliani nella gestione di questa tipologia di evento ha offerto fondamentali spunti di riflessione mostrando come si possano affrontare efficacemente queste emergenze. Grande spazio è stato inoltre lasciato al confronto tra docenti e partecipanti sulla necessità di protocolli standardizzati e coordinati.
 Il corso è stato organizzato con una sezione introduttiva di didattica frontale, seguita da una parte pratica, in cui i partecipanti hanno affrontato in prima persona le difficoltà gestionali, cliniche e logistiche, del trauma di massa, grazie all’utilizzo di simulazioni estremamente realistiche e dettagliate, con la coordinazione e supervisione costante del corpo docente. Le simulazioni sono state svolte suddividendo i partecipanti in tre gruppi, ognuno costituente il personale di tre diversi ospedali con differenti caratteristiche (Trauma Center di una grande città, Trauma Center di una piccola città, piccolo ospedale di provincia), implicati nella gestione di un evento catastrofico come l’esplosione di un ordigno in uno stadio durante un importante evento sportivo. I partecipanti hanno affrontato la gestione di centinaia di pazienti, imparando l’importanza e la difficoltà di coordinare i tre ospedali e le risorse del territorio, quali centri trasfusionali, trasporti, media ed amministrazioni regionali.
L’incontro si è concluso con un’acquisizione di consapevolezza sulla necessità di formazione e preparazione in caso di traumi di massa. E’ emersa infine la volontà da parte dei Trauma Center coinvolti di proseguire in questa strada con l’obiettivo di implementare i protocolli anche a livello internazionale, tramite il coordinamento dei maggiori esperti di queste emergenze.

 

venerdì 26 settembre 2014

Forlì contro il dolore cronico : domenica 28 settembre

FORLI’ contro il dolore cronico -------------------------------------------------------------------------------- Domenica 28 settembre, al Parco Urbano ‘Franco Agosto' di Forlí, in occasione della quarta edizione della Giornata mondiale “Cento città contro il dolore” verrà allestita una postazione con medici, infermieri e volontari dell'ambulatorio di terapia del dolore dell'ospedale di Forlì per informare su terapie e centri specialistici e raccogliere fondi per la ricerca scientifica. Domenica 28 settembre fa tappa anche a Forlí la quarta edizione della Giornata mondiale “Cento città contro il dolore”, la manifestazione organizzata dalla Fondazione ISAL per informare i cittadini sulle terapie disponibili contro il dolore e sui centri specialistici presenti sul territorio e raccogliere fondi per la ricerca scientifica Promossa sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica, la Giornata prevede iniziative in 100 comuni di tutta Italia e anche in Australia, Belgio, Canada, Colombia, Germania, Giordania, Gran Bretagna, Irlanda, Malta, Olanda, Portogallo e Spagna. A Forlí l’appuntamento è al parco Urbano ‘Franco Agosto’ dove, dalle ore 14.30, i medici e gli infermieri dell’ambulatorio di terapia del dolore dell’Ospedale Morgagni Pierantoni, insieme ai volontari dell’associazione Vittorio Tison presieduta dal Professor Dino Amadori, spiegheranno come e dove sia possibile curare il dolore cronico. L'obiettivo è di permettere a tutti di sapere come comportarsi per controllare il proprio dolore verranno anche regalate copie di “La cassetta del pronto soccorso del dolore”, la guida elaborata dal gruppo di esperti internazionali di Change Pain. A fronte di un piccolo contributo, che sarà utilizzato per finanziare la ricerca scientifica, saranno anche distribuite confezioni di prodotti alimentari abruzzesi messi a disposizione da un pool di aziende solidali: Fontedoro con il suo olio extra vergine d’oliva ottenuto con spremitura a freddo e l’antico pastificio Masciarelli, con la sua pasta recentemente premiata dal Gambero rosso, mentre Alaska Sas e Di Nino Trasporti si sono occupate a titolo gratuito del packaging e della distribuzione. Il dolore cronico è quel dolore che dura più di sei mesi e diventa una vera e propria malattia, che compromette la qualità della vita e le relazioni personali. Una tragedia invisibile e spesso trascurata, che in Italia si stima colpisca 12 milioni di persone, il 20% della popolazione, causando ogni anno la perdita di oltre un miliardo di ore lavorative e la spesa di circa due miliardi di euro per prestazioni e farmaci. “Il 10% delle persone con dolore cronico necessita per tutta la vita di più terapie combinate, mentre il 4%, e sono quasi mezzo milione di italiani, soffre di un dolore cronico per il quale ancora oggi vi sono cure non completamente efficaci – spiega il dr. Emanuele Piraccini, responsabile dell’ambulatorio di terapia del dolore - Con ‘Cento città contro il dolore’ vogliamo contribuire a sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni sul tema del dolore cronico in modo da facilitare il consolidamento sul territorio dei centri che si occupano di terapia del dolore e cure palliative e finanziare anche la ricerca scientifica per trovare una terapia a quei dolori difficilmente trattabili”. La Giornata “Cento città contro il dolore” è affiancata sul web dalla campagna #Zeropain. Centinaia le persone di tutto il mondo che hanno scelto di “metterci la faccia” e di dire il loro “no” al dolore cronico. Per partecipare basta fotografarsi tenendo in mano un foglio con la frase “Io sono contro il dolore” scritta nella propria lingua e pubblicare il selfie su Facebook (taggando la pagina della Fondazione ISAL) oppure su Twitter e Instagram, mettendo sempre l’hashtag #zeropain. “Le persone con dolore cronico non devono chiudersi nella loro sofferenza, ma devono sforzarsi di far sentire la loro voce all’unisono, aldilà delle singole patologie da cui sono afflitte – conclude il Dr. Piraccini – Noi condividiamo la loro battaglia e insieme possiamo trovare una soluzione, perché solo se saremo uniti saremo forti e troveremo ascolto”. Tiziana Rambelli

lunedì 18 agosto 2014

Euronova e Campagna Viva Campioni GP 2014

Kimiya Sato si è laureato campione dell’Auto GP. La collaborazione della task force forlivese, coordinata dal dottor Francesco Landi e composta da medici e infermieri del Dipartimento di Emergenza di Forlì (Rianimazione, Pronto Soccorso, Medicina d’Urgenza, 118, Cardiologia), diretto dal dottor Marcello Galvani, con Daniele Versari di Estados Cafè, viene coronata dal successo del campionato 2014 di Formula 3000 sulle auto del team Euronova, diretto da Vincenzo Sospiri. Kimiya Sato si è laureato campione dell’Auto GP. Il giovane pilota del team Euronova Racing si è assicurato lo scettro con un appuntamento di anticipo, grazie al secondo posto conquistato nella seconda gara del Nürburgring. Secondo nel 2013, sempre con la squadra diretta da Vincenzo Sospiri, il giapponese ha così coronato un cammino che fino ad ora lo aveva visto mettere a segno sei vittorie, sette giri veloci, una pole position ed un totale di dieci podi sulle 12 gare disputate. Con il team Euronova di Forlì la campagna Viva 2014 sfreccerà a 300 all'ora „Dopo la realizzazione a Forlì del video sulla campagna nazionale Viva 2014, la collaborazione della task force forlivese, coordinata dal dottor Francesco Landi e composta da medici e infermieri del Dipartimento di Emergenza di Forlì (Rianimazione, Pronto Soccorso, Medicina d’Urgenza, 118, Cardiologia), diretto dal dottor Marcello Galvani, con Daniele Versari di Estados Cafè, era proseguita con la partecipazione (con il logo di Viva) al campionato 2014 di Formula 3000 sulle auto del team Euronova, diretto da Vincenzo Sospiri. Una bellissima iniziativa di solidarietà quella tra la task forlivese di VIVA, Estados Cafè e il team Euronova, coronata ora anche dal successo del campione 2014 Kimi Sato. Vincenzo Sospiri: Sono molto felice per Kimi e per tutto il team che ha lavorato molto duramente per questo campionato. Questo è un risultato incredibile .... Tiziana Rambelli

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