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giovedì 20 aprile 2017

Dopo la gravidanza o per gioco, è boom dei prodotti astringenti vaginali.


Il 28% delle donne dai 18 ai 50 anni lo ha utilizzato. 

Il 41% lo vede come gioco di coppia.

LoveLab presenta “Like a Virgin”, un gel innovativo, tutto naturale, cruelty free e Made in Italy.

In 5 anni i prodotti in gel astringenti vaginali sono passati dall'essere utilizzati dal 10% al 28% delle donne dai 18 ai 50 anni e la tendenza è in costante crescita. 

Si tratta di un fenomeno ormai consolidato per una tipologia di prodotto utilizzato, in passato, sopratutto dopo la gravidanza. 

Ma che oggi è visto dal 41% delle utilizzatrici anche come un “gioco di coppia” (Panel di 300 donne, Metodo Cawi, rilevamento gennaio 2017 a cura di LoveLab).


Si tratta di una necessità che ha un effetto positivo sulla sessualità e sul piacere per chi vi si sottopone, ma anche per la propria autostima

E' ormai noto infatti che una muscolatura vaginale tonica rende più facile l'orgasmo. 

Senza dubbio quindi il boom di questi prodotti deriva anche da una accresciuta autoconsapevolezza femminile.

La necessità di respingere le pareti vaginali è sorta sopratutto dopo il periodo della gravidanza e la soluzione, fino a pochi anni fa, consisteva solo nella “ginnastica vaginale”, attraverso i cosiddetti “esercizi Kegel”, lo Yoga e l'utilizzo della “palline vaginali”. 

Oppure, ma era una soluzione drastica e costosa, anche attraverso la chirurgia. 

Negli ultimi anni si sono invece sviluppati alcuni gel con formule innovative che permettono un effetto “astringente” naturale. 

Un vero e proprio trattamento estetico, che aiuta e parecchio: l'81% delle donne che lo hanno utilizzato (non in presenza di infezioni o altre tipologie di problemi medici specifici) affermano di avere migliorato sensibilmente la vita sessuale propria e del proprio partner. 

Ecco anche perché è sempre più utilizzato anche dalle più giovani, che non hanno particolari problemi di perdita di elasticità vaginale e che lo vedono come piacevole gioco di coppia, magari da utilizzare a sorpresa, senza dire niente al partner.

E' il caso di “Like a Virgin”, l'innovativo gel astringente vaginale prodotto dalla LoveLab su formula e fabbricazione tutta italiana: a base di Allume di Potassio, astringente naturale da non confondere con l'Alluminio o con altre sostanze tossiche, svolge anche una funzione di deodorante intimo, eliminando eventuali sgradevoli odori. 

Un prodotto 100% naturale e non testato sugli animali, che può essere acquistato presso concept store, drugstore, profumerie, in molte farmacie e supermercati, oppure online al prezzo di 14,90 euro direttamente qui, con lo sconto del 10% sul primo acquisto:
Alessandro Maola Comunicazione
LoveLab è una azienda di cosmetici per la coppia, italiana non solo per proprietà: sono italiane la ricerca e la produzione, curando sia le formulazioni, tutte naturali e cruelty free, sia il packaging, ispirato ad un estetica retrò di gusto anni '50, con PinUp e descrizioni divertenti.

venerdì 6 novembre 2015

Palatoschisi e il labbro leporino.

Quando si è in attesa di un bimbo, iniziamo a fantasticare su di lui dal primo già dalle prime settimane, sognando per lui un futuro sano e fisicamente perfetto, ma a volte può succedere che il bambino nasca con delle malformazioni più o meno gravi, come ad esempio la palatoschisi e il labbro leporino.
 

In realtà cosa sono, nello specifico, la Palatoschisi e il labbro leporino?

La palatoschisi e il labbro leporino sono malformazioni facciali e orali che avvengono molto presto nella gravidanza, mentre il bambino si sta sviluppando, risulta non esserci abbastanza tessuto nella zona della bocca o delle labbra.

Il labbro leporino è una malformazione congenita del neonato, coinvolge la zona sul piano labiale e nasale e talvolta si estende anche alle gengive, definita cheilognatoschisi, o al palato, definita labiopalatoschisi, è un’apertura al centro delle labbra superiori, causata dalla cattiva o assente coesione dei tessuti e della cartilagine sotto la fossa del naso.

La palatoschisi è una divisione o apertura nel tetto della bocca, può coinvolgere il palato duro, cioè la porzione anteriore ossea del tetto della bocca, e/o del palato molle, cioè la porzione posteriore morbido del tetto della bocca.

La palatoschisi e il labbro leporino possono manifestarsi su uno o entrambi i lati della bocca, perché il labbro e il palato si sviluppano separatamente, quindi potrebbe essere possibile avere un labbro leporino senza palatoschisi, una palatoschisi senza labioschisi, o entrambi un labbro leporino e palatoschisi insieme. 


Chi è soggetto a palatoschisi e il labbro leporino? E le loro cause?

Il labbro leporino, con o senza palatoschisi, colpisce circa 700 bambini l’anno, si verificano più spesso nei bambini di origine asiatica, latina, o la discesa dei nativi americani, colpendo maggiormente le ragazze, che sono circa il doppio dei ragazzi.

Nella maggior parte dei casi, la causa del labbro leporino e palatoschisi è sconosciuta, e purtroppo queste condizioni non possono essere evitate, gli scienziati ritengono che siano sono dovute a una combinazione di fattori genetici e ambientali.

Quello che si sa è che si sviluppano nel feto entro il terzo mese di gravidanza, periodo in cui i lati del viso si formano individualmente per poi saldarsi insieme.

Il labbro leporino e la palatoschisi possono verificarsi anche a seguito di esposizione a virus o a sostanze chimiche, da parte della madre che aspetta il bambino in grembo. Purtroppo, le cause di queste malformazioni congenite non sono ancora del tutto chiare e sono molteplici i fattori che potrebbero incidere sull’insorgere delle schisi, primi fra tutti, appunto, quelli ereditari.

Nel 20% dei casi, infatti, è presente una trasmissione ereditaria dovuta alla presenza di casi analoghi in famiglia, nell’80%, invece, potrebbero incidere notevolmente, il fumo, le infezioni, l’uso di alcuni farmaci e l’abuso di alcolici da parte della madre.

Per quanto riguarda la diagnosi delle schisi, questa è possibile grazie alle visite ecografiche a partire dalla dodicesima settimana di gravidanza.

Sarà possibile intervenire con un'operazione di chirurgia plastica da eseguirsi il prima possibile, entro i primi due mesi di vita, con successive revisioni nel corso degli anni. L'intervento di solito è eseguito in anestesia generale, il chirurgo lavora ricostruendo la pelle e i muscoli del labbro, senza dover usare tessuti prelevati da altre parti del corpo.

Nell'intervento di correzione della palatoschisi si praticano delle incisioni lungo i due lati della fessura; i due bordi sono poi avvicinati e fissati con punti di sutura per permettere la cicatrizzazione del palato.

Sarà necessario, dopo l’intervento, fare molta attenzione affinché il bambino non si tocchi o non si sfreghi il labbro, così da evitare l'apertura dei punti di sutura e permettere una rapida cicatrizzazione.

Luigina Mariani

lunedì 17 gennaio 2011

Alcol : Stop assoluto in gravidanza

Stop assoluto al consumo di alcol in gravidanza

La carenza d'informazione specifica e la pressoché generale assenza di campagne d'informazione sono alla base di una questione sottovalutata da moltissime donne e che oggi Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori nonché fondatore dello "Sportello dei Diritti" porta alla pubblica attenzione affinché gli organi deputati ed in particolare dal Ministero della Salute sino alle Aziende ospedaliere siano sensibilizzate: il fenomeno del consumo di alcol tra le donne in stato di gravidanza.

Gli effetti del consumo di alcol in gravidanza sono ormai noti e sono connessi con certezza scientifica a difetti alla nascita e considerati quali la principale causa prevenibile di ritardo mentale del bambino, nonché ritenuti uno dei maggiori problemi di sanità pubblica nella maggior parte dei Paesi del mondo. Le puerpere che bevono alcol aumentano i fattori di rischio di successivi problemi mentali del nascituro, anche a dosi inferiori ad un bicchiere alla settimana. E persino il consumo di 1-2 bicchieri al giorno, è associato a disturbi dell'attenzione e del comportamento nell'infanzia.

Alcuni studi hanno dimostrato che l'ingestione di alte dosi ripetitive causino nella misura del 6-10% delle probabilità che il feto sviluppi la sindrome feto-alcolica (difetti di crescita, dismorfismi cranio-facciali specifici, ritardo mentale, problemi comportamentali ed altre anomalie maggiori).

Per dosi ripetitive moderate, invece, c'è il rischio di "effetti alcolici", quali moderata disabilità intellettiva, disturbi della crescita ed anomalie del comportamento, per il binge drinking (saltuario consumo di elevate dosi di alcol con finalità di "sballo" o ubriacatura) il bambino può essere soggetto a moderati deficit intellettivi.

La preoccupazione per cui Giovanni D'Agata riporta l'attenzione dei media, nasce dalla lettura di un'interessante e recentissima indagine conoscitiva sviluppata dall'Azienda USSL di Treviso in collaborazione con l'Università di Trieste sul consumo di alcol tra le gestanti e che ha portato a delle conclusioni stupefacenti e che richiederanno una seria riflessione a livello nazionale per poter prendere le relative determinazioni al fine di bloccare un fenomeno che se non appare in crescita, senz'alcun dubbio non è in diminuzione. In particolare lo studio ha potuto appurare che ben due donne su tre bevono alcolici prima della gravidanza e solo circa la metà di queste smette di consumare alcolici con la gravidanza.

Peraltro, dalla statistica emerge che "la sola informazione individuale delle donne non pare essere sufficiente a modificare i consumi d'alcol in gravidanza. Le dinamiche che sottostanno alla mancata diminuzione dei consumi in gravidanza sono presumibilmente complesse, con connotazioni culturali, sociali e psicologiche. Lo studio effettuato conferma che gli interventi di prevenzione basati sulla comunicazione di informazioni non producono cambiamenti significativi, per i quali devono essere impiegati altri strumenti di provata efficacia".

Non resta che avviare nell'immediato, sulla falsariga di quanto ha già fatto l'Azienda USSL di Treviso, campagne di marketing sociale che portino avanti il messaggio che l'astensione totale dal consumo di alcol in gravidanza sia l'unica modalità di prevenzione di effetti negativi sui bambini.

Per queste ragioni, rilanciamo sin d'ora su base nazionale l'iniziativa dallo slogan "mamma beve, bimbo beve".

Lecce, 17 gennaio 2011

Giovanni D'AGATA

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