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venerdì 6 novembre 2015

Palatoschisi e il labbro leporino.

Quando si è in attesa di un bimbo, iniziamo a fantasticare su di lui dal primo già dalle prime settimane, sognando per lui un futuro sano e fisicamente perfetto, ma a volte può succedere che il bambino nasca con delle malformazioni più o meno gravi, come ad esempio la palatoschisi e il labbro leporino.
 

In realtà cosa sono, nello specifico, la Palatoschisi e il labbro leporino?

La palatoschisi e il labbro leporino sono malformazioni facciali e orali che avvengono molto presto nella gravidanza, mentre il bambino si sta sviluppando, risulta non esserci abbastanza tessuto nella zona della bocca o delle labbra.

Il labbro leporino è una malformazione congenita del neonato, coinvolge la zona sul piano labiale e nasale e talvolta si estende anche alle gengive, definita cheilognatoschisi, o al palato, definita labiopalatoschisi, è un’apertura al centro delle labbra superiori, causata dalla cattiva o assente coesione dei tessuti e della cartilagine sotto la fossa del naso.

La palatoschisi è una divisione o apertura nel tetto della bocca, può coinvolgere il palato duro, cioè la porzione anteriore ossea del tetto della bocca, e/o del palato molle, cioè la porzione posteriore morbido del tetto della bocca.

La palatoschisi e il labbro leporino possono manifestarsi su uno o entrambi i lati della bocca, perché il labbro e il palato si sviluppano separatamente, quindi potrebbe essere possibile avere un labbro leporino senza palatoschisi, una palatoschisi senza labioschisi, o entrambi un labbro leporino e palatoschisi insieme. 


Chi è soggetto a palatoschisi e il labbro leporino? E le loro cause?

Il labbro leporino, con o senza palatoschisi, colpisce circa 700 bambini l’anno, si verificano più spesso nei bambini di origine asiatica, latina, o la discesa dei nativi americani, colpendo maggiormente le ragazze, che sono circa il doppio dei ragazzi.

Nella maggior parte dei casi, la causa del labbro leporino e palatoschisi è sconosciuta, e purtroppo queste condizioni non possono essere evitate, gli scienziati ritengono che siano sono dovute a una combinazione di fattori genetici e ambientali.

Quello che si sa è che si sviluppano nel feto entro il terzo mese di gravidanza, periodo in cui i lati del viso si formano individualmente per poi saldarsi insieme.

Il labbro leporino e la palatoschisi possono verificarsi anche a seguito di esposizione a virus o a sostanze chimiche, da parte della madre che aspetta il bambino in grembo. Purtroppo, le cause di queste malformazioni congenite non sono ancora del tutto chiare e sono molteplici i fattori che potrebbero incidere sull’insorgere delle schisi, primi fra tutti, appunto, quelli ereditari.

Nel 20% dei casi, infatti, è presente una trasmissione ereditaria dovuta alla presenza di casi analoghi in famiglia, nell’80%, invece, potrebbero incidere notevolmente, il fumo, le infezioni, l’uso di alcuni farmaci e l’abuso di alcolici da parte della madre.

Per quanto riguarda la diagnosi delle schisi, questa è possibile grazie alle visite ecografiche a partire dalla dodicesima settimana di gravidanza.

Sarà possibile intervenire con un'operazione di chirurgia plastica da eseguirsi il prima possibile, entro i primi due mesi di vita, con successive revisioni nel corso degli anni. L'intervento di solito è eseguito in anestesia generale, il chirurgo lavora ricostruendo la pelle e i muscoli del labbro, senza dover usare tessuti prelevati da altre parti del corpo.

Nell'intervento di correzione della palatoschisi si praticano delle incisioni lungo i due lati della fessura; i due bordi sono poi avvicinati e fissati con punti di sutura per permettere la cicatrizzazione del palato.

Sarà necessario, dopo l’intervento, fare molta attenzione affinché il bambino non si tocchi o non si sfreghi il labbro, così da evitare l'apertura dei punti di sutura e permettere una rapida cicatrizzazione.

Luigina Mariani

martedì 21 aprile 2015

Successo di partecipazione per la Giornata di prevenzione AOOI a Forlì

Trecentonovantacinque persone si sono sottoposte a screening nell’ospedale forlivese. Quaranta i casi di positività rilevati 

Venerdì 10 aprile si è svolta anche a Forlì, presso gli ambulatori dell’ UO di Otorinolaringoiatria dell’ospedale “Morgagni- Pierantoni”, diretta dal prof. Claudio Vicini, la prima Giornata della Prevenzione AOOI (Associazione Otolaringologi Ospedalieri Italiani) - diagnosi precoce dei tumori del cavo orale e faringeo.


Trecentonovantacinque le persone visitate in una sola giornata, dalle ore 8 alle ore 16, di cui 160 uomini e 235 donne. “Ringrazio il team di collaboratori che ha permesso, a titolo gratuito, la realizzazione dell’iniziativa – commenta il prof.Claudio Vicini – i medici Claudia Zanotti, Chiara Marchi, Andrea De Vito, Sabrina Frassineti, Ermelinda Zaccardo, Elisabetta Firinu, il personale infermieristico degli ambulatori e anche chi ha dato il supporto organizzativo, la dott.ssa Patrizia Bezzi, i signori Giuseppe Linguerri, Roberta Bagnoli e Giorgio Giorgini. 

Tutti hanno contribuito al grande successo di partecipazione che ha avuto l’iniziativa, che ha registrato un numero di adesioni tra i più elevati in ambito italiano. Ringrazio anche chi ha contribuito alla organizzazione della comunicazione dell’iniziativa tramite stampa,web e televisione”. Tra tutte le persone sottoposte a screening durante tale giornata , 355 sono risultate negative e 40 sono risultate positive e verranno pertanto sottoposte ad ulteriori approfondimenti al fine di accertare la natura delle lesioni rilevate.

In Italia si rilevano 12 nuovi casi di tumore del cavo orale all’anno ogni 100 mila abitanti. Sotto accusa fumo, alcol e la cattiva igiene orale. La prevenzione e la diagnosi precoce ottime alleate contro l’emergenza dei tumori della bocca che colpisce maggiormente gli over 50.Fumo, alcol, Papillomavirus e cattiva igiene orale possono provocare l'insorgenza di tumori del cavo orale ed orofaringeo.

“Questa iniziativa – conclude il prof. Vicini – sancisce l’importanza di un buono screening per le patologie maggiori ed emergenti e ribadisce il ruolo della competenza otorinolaringoiatrica nella gestione diagnostica e terapeutica di queste patologie”.

La diagnosi precoce di questo tipo di carcinoma è semplice e non richiede metodi invasivi. Anzi, consentendo una chirurgia conservativa, evita trattamenti demolitivi con conseguenze invalidanti, riduce i costi di terapie e riabilitazione, aumentando fino all'80% la sopravvivenza libera da malattia. Tiziana Rambelli

martedì 17 marzo 2015

Giornata della Prevenzione dei tumori del cavo orale e faringeo (Forlì, 10 aprile)

Venerdì 10 aprile 2015 si svolgerà anche a Forlì, presso gli ambulatori dell’Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Forlì, diretta dal prof. Claudio Vicini, la prima Giornata della Prevenzione AOOI (Associazione Otolaringologi Ospedalieri Italiani) - diagnosi precoce dei tumori del cavo orale e faringeo. Per informazioni, potrete contattare lo 0543/735501 (dal lunedì al venerdì, dalle 10,30 alle 13,30) Fumo, alcol, Papillomavirus e cattiva igiene orale possono provocare l'insorgenza di tumori del cavo orale ed orofaringeo. Prevenirli, tuttavia, è molto più semplice di quanto pensi: la mattina del 10 aprile, dalle 8 alle 16, presentati per uno screening gratuito presso l'ambulatorio dell’Unità operativa di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Forlì (Padiglione Morgagni, piano terra), diretta dal prof. Claudio Vicini. Non occorre la prenotazione. Lo screening è consigliato indistintamente a giovani e adulti. AOOI L'Associazione Otolaringologi Ospedalieri Italiani (AOOI) nasce nel 1947, dall'esigenza di tutelare e promuovere la cultura e la professionalità di questa complessa specialità della medicina. Insieme all'Associazione Universitaria degli Otorinolaringologi (AUORL), costituisce la Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-facciale (SIO e ChCF),a sua volta fondata nel lontano 1891 (http://www.sioechcf.it) LA PREVENZIONE Il carcinoma del cavo orale ed orofaringeo Il cavo orale comprende lingua, gengive, guance, pavimento ovvero la parte inferiore della bocca, palato e labbra. L’orofaringe comprende tonsille, base lingua e palato, Tumefazioni ed escrescenze, lesioni bianche o rossastre e ferite che non si rimarginano spontaneamente possono essere la manifestazione di lesioni pre-tumorali o, peggio, tumorali.Ugualmente l’ingrossamento di una sola tonsilla, specie se accompagnata da dolore all’orecchio dello stesso lato. L'incidenza in Italia è abbastanza alta: dai 4 ai 12 nuovi casi per anno ogni 100.000 abitanti, in base ai fattori di rischio prevalenti nelle varie aree geografiche. I fattori di rischio Il vizio del fumo, l'abuso di alcol, la scarsa igiene orale, l'infezione da Papillomavirus legata ai rapporti sessuali orali, il Lichen ruber planus, i microtraumi cronici della mucosa della bocca dovuti alle protesi dentarie, l'eccessiva esposizione al sole e una dieta povera di frutta e verdura sono i fattori di rischio che possono provocare l'insorgenza di questo tipo di tumori. Come prevenire Per prevenirli, un corretto stile di vita è importante. Se si è soggetti ad almeno un fattore di rischio, le visite otorinolaringoiatriche periodiche sono fortemente raccomandate. Si consiglia, inoltre, di smettere di fumare, evitare gli alcolici, di seguire una dieta ricca di frutta e verdura, di curare l'igiene orale e di utilizzare il preservativo durante i rapporti sessuali. L'importanza della diagnosi precoce La diagnosi precoce di questo tipo di carcinoma è semplice e non richiede metodi invasivi. Anzi, consentendo una chirurgia conservativa, evita trattamenti demolitivi con conseguenze invalidanti, riduce i costi di terapie e riabilitazione, aumenta fino all'80% la sopravvivenza libera da malattia e, in definitiva, migliora la qualità della vita. Tiziana Rambelli

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