corpo delle persone che hanno consumato cibo venduto in plastica. Ma negli
ultimi anni si sta tornando alle buone prassi alimentari di una volta come
il riutilizzo dei contenitori in vetro
Una ricerca apparsa sulla rivista Environmental Health Perspectives, ha
rivelato che sono state rinvenute tracce di sostanze chimiche nel corpo
delle persone che hanno consumato cibo venduto in contenitori di plastica.
Altre indagini scientifiche hanno dimostrato che gli ftalati utilizzati per
aumentare la flessibilità, la longevità e la trasparenza della plastica sono
stati rinvenuti negli alimenti a seguito del contatto con attrezzature
alimentari, guanti dei confezionatori, inchiostri di etichette o addirittura
delle plastiche utilizzate dagli agricoltori.
È da tempo che i governi hanno consapevolezza di questo fenomeno. Tuttavia,
la Food and Drug Administration (FDA), l'agenzia federale americana che si
occupa della vigilanza sulla sicurezza di alimenti e farmaci, considera tali
prodotti come "additivi alimentari indiretti" e ne ha approvati più di 3000
dal 1958.
In realtà, negli USA la FDA cui spetta il giudizio sulla nocività o meno dei
prodotti sulla base delle analisi effettuate ha ritenuto che gli effetti del
contatto con le materie plastiche sia assolutamente innocuo e le quantità
non sarebbero suscettibili di causare alcun danno alla salute. Tant'è che se
le quantità trovate corrispondono a cifre molto basse non viene eseguito
alcun test aggiuntivo.
Alla luce di tali osservazioni, Giovanni D'Agata, componente del
Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei
Valori e fondatore dello "Sportello dei
<http://www.sportellodeidiritti.org/> Diritti", pur precisando che non vi
sia prova di possibili effetti collaterali dall'ingestione di prodotti
alimentari contenuti in materiali plastici, fa presente che negli ultimi
anni si sta assistendo al ritorno delle buone prassi alimentari di una
volta, come l'acquisto di alimenti confezionati in materiali riutilizzabili
a partire dal latte nelle bottiglie di vetro e molto altro, che
garantiscono, al contrario la massima sicurezza alimentare specie per i
cittadini più esposti ed in particolare i più piccoli.
Lecce, 22 aprile 2012
Giovanni D'AGATA
Nessun commento:
Posta un commento