Andrea Zanoni (Eurodeputato IdV) plaude all'approvazione di una risoluzione che chiede un registro europeo, più controlli e autorizzazioni più severe dopo lo scandalo delle protesi mammarie francesi. "Più informazione sui rischi connessi alla chirurgia estetica"
"Un registro europeo sulle protesi mammarie, controlli più rigorosi e un sistema di autorizzazione pre-vendita per contrastare le frodi". Sono solo alcune delle novità che Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, sottolinea in merito all'approvazione da parte del Parlamento europeo oggi a Strasburgo, della risoluzione "sulle protesi mammarie al gel di silicone difettose prodotte dalla società francese PIP". "Bisogna prevenire gli incidenti ma anche sensibilizzare di più i cittadini sui rischi connessi alla chirurgia estetica".
Il Parlamento europeo ha votato a larghissima maggioranza una risoluzione congiunta che risponde allo scandalo delle protesi mammarie francesi difettose scoppiato lo scorso dicembre e che ha riguardato oltre 30mila donne. "L'impreparazione europea a gestire una simile emergenza ci ha messi di fronte alla necessità di cambiare l'intera normativa europea di settore – spiega Zanoni – Con il voto di oggi, noi Eurodeputati chiediamo alla Commissione europea una maggiore sorveglianza del mercato, vigilanza e ispezioni, nonché controlli più rigorosi".
"Le autorità nazionali devono sorvegliare di più il mercato e scambiarsi informazioni con gli altri Paesi, e contemporaneamente bisogna imporre ai produttori di dispositivi medici l'obbligo di comunicare immediatamente qualsiasi interdizione, restrizione o azione giudiziaria in atto", aggiunge l'Eurodeputato.
"E poi c'è bisogno di una banca dati europea unica che raccolga le informazioni sui dispositivi presenti sul mercato, la registrazione delle operazioni economiche, le iniziative di vigilanza e sorveglianza del mercato, le indagini cliniche, gli organismi notificati e le certificazioni CE rilasciate", aggiunge Zanoni.
"Tutto questo non può prescindere da una maggiore informazione per le pazienti finali, comprese quelle sui rischi connessi alla chirurgia estetica – conclude Zanoni – Infine bisogna sensibilizzare gli operatori del settore: chi sbaglia paga, specie se c'è di mezzo la salute delle persone".
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