Speranze dai test sul vaccino per i pazienti con il Parkinson. E' in fase di sperimentazione un vaccino terapeutico che potrebbe essere immesso sul mercato tra 4 o 5 anni. E se la sperimentazione andrà a buon fine, il trattamento terapeutico, non mitigherà solo i sintomi come avviene oggi, ma debellerà alla fonte questa malattia neurodegenerativa.
Infatti per la prima volta un vaccino è testato ad indurre una risposta immunitaria in modo da renderla incapace di causare la malattia. Nelle vittime del morbo di Parkinson, il cervello è danneggiato da una proteina anomala, "l'alfa sinucleina". E il suo accumulo è causa di sintomi come rigidità o tremori.
Oggi, alcuni trattamenti possono ridurre i sintomi, ma non risolvere il problema alla fonte. Con questo vaccino, i ricercatori sperano di affinare l'organismo dei pazienti in modo da renderli incapaci di causare la malattia. Questo stato di immunità che si produce con la vaccinazione fa sì che, quando il soggetto, nel corso della vita, viene a contatto con il microrganismo, le cellule-memoria lo riconoscono e sono in grado di dare un'attivazione più veloce e più potente dell'intero sistema immunitario, tale da impedire lo svilupparsi della malattia. Somministrando il vaccino, il sistema immunitario dell'organismo riconosce come estranee le tossine o i microrganismi anche se inattivati e produce anticorpi specifici e, in particolare, le cellule-memoria (linfociti che "memorizzano" le caratteristiche delle cellule estranee).
In buona sostanza prendendo un piccolo frammento della proteina degenerata che ha scatenato la malattia, il medico iniettandola anche nella persona malata, innescherà una reazione con una risposta immunitaria. Questa produzione di anticorpi offrirà una protezione diffondendosi nel corpo compreso il cervello, attaccando la proteina contro la quale si sono sviluppate.
La forza di questo vaccino è di consentire al sistema immunitario di superare la malattia con gli anticorpi generati.
Per Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti" vale la pena ricordare come questa tecnica nota come immunoterapia è già stata testata con successo in vaccini contro la malattia dell'Alzheimer. La sua sperimentazione procede a passi da lumaca poichè l'introduzione del vaccino può avere, anche se raramente, effetti collaterali, di cui non si conoscono i rimedi. Ma se tutto andrà bene, la speranza di arrivare ad un vaccino preventivo contro il Parkinson non è più così lontana. I risultati della sperimentazione del nuovo preparato sono positivi, ma è necessario attendere ancora quattro o cinque anni per avere ulteriori conferme prima della commercializzazione.
Lecce, 10 giugno 2012
Giovanni D'AGATA
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