La distanza dall'obiettivo della parità ma anche la consapevolezza dei risultati acquisiti nel tempo, la crisi economica, la voglia di sottrarsi ai luoghi comuni e gli impegni sul lavoro sono - sottolinea la Coldiretti - alcune delle motivazioni. Non è un caso che in agricoltura sono 215mila le imprese agricole guidate da donne del 2015 in Italia dove ormai nelle campagne quasi una azienda su tre è rosa con un grande contributo al profondo rinnovamento del settore.
Nel 2015 sono aumentate del 76% le ragazze italiane under 34 anni che hanno scelto di lavorare indipendentemente in agricoltura come imprenditrici agricole, coadiuvanti familiari o socie di cooperative agricole, secondo le elaborazioni Coldiretti relative al terzo trimestre. Sotto il profilo dell'attività professionale a prevale sono le iniziative che fanno leva sulla multifunzionalità rese possibili grazie alla legge di orientamento fortemente voluta dalla Coldiretti (la numero 228 del 18 maggio 2001) che ha rivoluzionato e allargato i confini dell'imprenditorialità agricola.
Ne è la prova - continua la Coldiretti - il protagonismo femminile nelle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, le agritate, gli "agriasili", le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy, gli orti didattici ma anche la presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica e soprattutto nell'agriturismo. Nella loro attività imprenditoriale le donne agricoltrici italiane hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell'ambiente, la tutela della qualità della vita, l'attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità.
"Certo è stato lungo il cammino delle donne agricole italiane: esso si è intrecciato con la crescita politica e sociale della nostra democrazia e con il prorompente protagonismo del "soggetto donna" e dei movimenti femminili e femministi sulla scena nazionale e mondiale" ha affermato Lorella Ansaloni, responsabile di Donne Impresa della Coldiretti. Riconoscere lo status professionale, sociale ed imprenditoriale delle donne delle campagne è stato l'obiettivo di fondo della Coldiretti ha continuato Ansaloni nel precisare che "molte le tappe di questo percorso: il diritto alla pensione ed alla sicurezza sociale, il nuovo diritto di famiglia, la tutela della maternità, le norme sulla parità di trattamento ed infine la legge sulla imprenditoria femminile".
Ma fondamentale - ha precisato Ansaloni - è stato anche il lavoro sugli aspetti della formazione, della partecipazione, del cambiamento di modelli culturali discriminanti, della affermazione di una soggettività forte ed autorevole. Un lavoro reticolare, fatto di piccole occasioni, incontri, discussioni: un mettersi alla prova da parte di tante donne, accompagnato e sostenuto dalla rete delle altre, le colleghe. In tutto questo - ha concluso Ansaloni - il ruolo di associazioni come il movimento femminile della Coldiretti, oggi coordinamento donne impresa, è stato prezioso e fondamentale ed è importante ricordarlo.
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