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mercoledì 5 novembre 2014

Per uno studio francese-britannico, lavorare di notte accelera l'invecchiamento cognitivo

Memoria, attenzione e velocità di reazione pagano la mancanza di sonno regolare.

Lavorare nelle ore notturne non fa bene alla nostra salute, diversi studi hanno dimostrato come porti a diversi tipi di ulcere, malattie cardiache e alcuni tipi di cancro. È quanto sostiene uno studio effettuato da alcuni ricercatori francesi e britannici. Sotto esame, per dieci anni, 3000 lavoratori nel sud della Francia fra i 32 e i 62 anni - ad inizio studio - impiegati nei più diversi settori.

La metà di questo campione ha lavorato per almeno 50 giorni all'anno in orari notturni. Nel decennio la capacità cognitiva (memoria, attenzione, velocità di reazione) è stata misurata a tre riprese (1996, 2001 e 2006) con test neuropsicologici.
I risultati dello studio pubblicato sulla rivista medica "Occupational and Environmental Medicine" hanno dimostrato che coloro che hanno avuto un lavoro a turni, per dieci anni o più, hanno avuto un declino cognitivo - processo di invecchiamento naturale - molto più veloce rispetto agli altri.

Secondo Jean-Claude Marquié, ricercatore presso il CNRS di Tolosa che ha coordinato lo studio, il punteggi più basso equivale a "un invecchiamento cognitivo di 6,5 anni". Il dato non è stato considerato trascurabile. "Sapevamo di effetti a breve termine, ma non si sapeva nulla di quelli a lungo termine", spiega.

Lo studio, che dovrà comunque essere ulteriormente confermato, ha mostrato che l'impatto negativo sulle capacità cognitive persiste per almeno cinque anni dopo la fine del lavoro a turni.
Tra le soluzioni proposte per limitare questi effetti, che sono diversi da individuo a individuo, il ricercatore ha citato un "controllo medico personalizzato" e una migliore organizzazione aziendale per promuovere "orari di lavoro più favorevoli alle ore del sonno".


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Redazione del CorrieredelWeb.it


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