Il disturbo ossessivo compulsivo: cosa sono le ossessioni?
Da recenti studi è emerso che un individuo su 50 adolescenti/ adultiè affetto dal disturbo ossessivo compulsivo; ciò dimostra quanto diffusa sia tale patologia. Ma in cosa consiste? Un po’ come suggerisce il nome stesso, il DOC si caratterizza per la presenza di ossessioni e compulsioni. In particolare, le prime rappresentano idee, pensieri, impulsi o immagini che insorgono improvvisamente, in modo irruento, nella mente e vengono percepiti come intrusivi, fastidiosi (dato il disagio che ne deriva) e soprattutto privi di senso. Il soggetto in questione si rende perfettamente conto dell’irrazionalità delle ossessioni, assolutamente ingiustificati, slegati dalla realtà. “Se tocco la porta del bagno del pub, potrei beccarmi il virus Hiv!”: questo è un esempio di pensiero intrusivo.
Cosa sono invece le compulsioni?
Le compulsioni sono il secondo aspetto del disturbo ossessivo compulsivo e consistono in comportamenti o, più precisamente, in rituali. Trattasi di azioni messe in atto in risposta alle precedenti ossessioni e ne rappresentano una sorta di soluzione. Ne consegue una sensazione di sollievo, seppur momentanea. Riprendendo l’esempio di pocanzi, la risposta a quel pensiero sgradevole sulla porta della discoteca, sarebbe stata quella di correre a lavarsi e disinfettarsi le mani, per così placare la preoccupazione della contaminazione.
Compulsioni o no, chiunque soffra di DOC, tende a nascondersi, in quanto è consapevole dell’assurdità dei suoi comportamenti e prova vergogna.
5 milioni di americani soffrono del disturbo ossessivo-compulsivo
Recentemente si è calcolato che circa il 2-3% della popolazione di diversi stati sia affetto da disturbo ossessivo-compulsivo; addirittura negli Stati Uniti d’America pare che ne soffrano cinque milioni di persone. Tuttavia, è anche vero che data la natura personale di questo disordine, nonché la paura di essere giudicati, si tende a parlarne poco. Pertanto la percentuale potrebbe anche essere più alta di quella ufficialmente riferita.
A differenza di altre patologie, il DOCsi manifesta con sintomi e fenomeni differenti e, in base al tipo di ossessioni e compulsioni che si presentano, è possibile individuare più tipologie del disturbo.
Disturbo ossessivo-compulsivo: le tipologie più diffuse
Un noto esempio di disturbo ossessivo-compulsivo è quello da controllo, strettamente legato al timore ricorrente di aver dimenticato qualcosa, di aver commesso un grave errore o danneggiato qualcosa (o qualcuno) involontariamente. Controllare di aver chiuso bene la macchina, l’acqua, il gas, aver contato correttamente i soldi ecc… Sono solo alcuni dei tanti rituali tipici di questo tipo di disturbo. Anche il disturbo ossessivo-compulsivo da contaminazioneè piuttosto diffuso. In questo caso, si osservano ossessioni e compulsioni connesse al rischio di contagi o contaminazioni; chiunque ne soffra è letteralmente tormentato dalla preoccupazione di “infettarsi” mediante il contatto con oggetti o persone potenzialmente pericolose (solventi, sangue, urine, anziani, barboni e così via).
Altra tipologia di disturbo è quello da accumulo, il quale si manifesta attraverso l’irrefrenabile impulso di conservare ed accumulare oggetti inutili, insignificanti (bottiglie vuote, giornali vecchi, penne, tappi), dal momento che “un giorno potrebbero servire”. Concludiamo con il disturbo ossessivo-compulsivo da superstizione eccessiva: in questo caso, la persona colpita da questa tipologia di disturbo è ossessionata dal compimento di certi gesti, dalla visione di certi colori o dal suono di certi rumori, fortemente legati all’esito degli eventi.
Cosa sono le ossessioni pure?
Nonostante il disturbo ossessivo-compulsivo si manifesti in più modi, è importante sapere che questo può presentarsi senza la componente rituale o compulsiva, pertanto solo con pure ossessioni. In altre parole, il soggetto è tormentato da pensieri ossessivi, dall’improbabile contenuto a sfondo religioso, sociale o sessuale. Si pensi ad esempio a chi è terrorizzato dall’idea di diventare omosessuale, pedofilo o a chi ha paura di essere colto da improvvisa aggressività, facendo del male a chi gli sta accanto. Queste ossessioni non vengono seguite da azioni e comportamenti, bensì da un dialogo interiore rassicurante che vuole porsi come un tentativo di soluzione al disagio provocato.
Quali sono le conseguenze del disturbo ossessivo-compulsivo?
Il disturbo ossessivo-compulsivo non ha età. Può presentarsi sia nell’infanzia che in età adulta, nonostante si registri una maggiore incidenza tra i 15 e i 25 anni. In Italia sono poco più di 800.000le persone affette da DOC, da cui è difficile guarire. Anche se con fasi altalenanti, il disturbo tende infatti a cronicizzarsi nel tempo, o ad aggravarsi fino al punto di compromettere il vivere quotidiano sotto più punti di vista. In particolare, sotto il profilo sociale, il DOC implica costi alti e prolungati in termini di assistenza e di capacità di lavoro (si è inevitabilmente meno produttivi); da un punto di vista personale, si osservano conseguenze altrettanto gravi. Dal momento che la malattia colpisce soprattutto in giovane età, essa incide sul corso di studi, la possibilità di lavorare (in molti si dovranno accontentare di mansioni di bassa responsabilità), le normali relazioni e riduce notevolmente le capacità di realizzazione esistenziale, relazioni amicali ed affettive comprese (a tal proposito, si stima che il 50% dei pazienti non è in grado di mantenere un rapporto di coppia).
Come curare il disturbo ossessivo-compulsivo?
Se è vero che è quasi impossibile guarire dal disturbo ossessivo-compulsivo, è anche vero che la terapia farmacologica e la terapia cognitivo-comportamentale risultano essere i trattamenti più efficaci in assoluto. Più precisamente, la seconda terapia suggerita è finalizzata a ridurre la quantità e la frequenza dei sintomi e, soprattutto, a rendere il paziente meno vulnerabile ai temi e alle dinamiche che contribuiscono al mantenimento del disturbo. A differenza di un eventuale cura farmacologica, la suddetta terapia risulta essere piuttosto efficiente in termini di stabilità del cambiamento (si registrano minori tassi di ricadute) e di effetti collaterali (alquanto ridotti).
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