Non è un effetto discount ma il risultato del cambio delle abitudini degli italiani a tavola negli ultimi anni, che oggi – per contro – spendono di più per frutta e verdura (dal 12,7% al 18,4% del budget), per cereali e pesce. Lo si afferma all'interno di un'indagine commissionata a GfK Eurisko da TreValli – cooperativa del lattiero-caseario cui conferiscono oltre 1000 produttori - e presentata oggi a Milano al fuori Expo della Regione Marche assieme alla nuova linea di soia Ogm free (Hoplà Idee di soia) dell'azienda marchigiana.
Dal 1995 a oggi sono infatti aumentati gli italiani che si ispirano alla dieta mediterranea (erano il 41%, oggi sono al 62%), che preferiscono i pasti slow (dal 40% al 21%, alla voce 'mangio sempre in fretta') e che sono più attenti all'alimentazione (dal 24% al 13% la quota di chi afferma 'trascuro molto la mia alimentazione). Non solo: in vent'anni crolla il pasto completo a pranzo (dal 68% al 48%) ma soprattutto alla sera (dal 41% al 25%), mentre cresce la colazione (87% contro 70%) e si fa strada il fuoripasto (36%), non contemplato nel 1995.
"Il cibo oggi - ha detto il direttore Pianificazione strategica di TreValli, Federico Camiciottoli – deve essere 'commestibile culturalmente'; il 'buono da pensare' – prima ancora del 'buono da mangiare' – mette insieme una serie di fattori e valori dove il gusto è importante ma non ancora condizione sufficiente per la piena condivisione del prodotto".
Tesi confermata anche da Paolo Salafia, direttore dell'area scenari di GfK Eurisko - per cui: "Oltre agli aspetti restitutivi ed esperienziali, legati al gusto e alla convivialità si è via via imposto il fattore salutare - quindi protettivo del cibo – e, ultimo solo in ordine di tempo, il valore della sostenibilità, del cibo etico, stagionale, della filiera corta".
Dal 2006 a oggi sono 2mln gli Italiani che hanno preso le distanze dalla carne, con il 18,1% che la consuma meno di una volta a settimana, mentre aumentano quelli che si ispirano a modelli vegetariani e vegani. Questi ultimi, in particolare, raccolgono consensi dal 3% degli intervistati, identificando un'Italia vegan-friendly fatta di 1,15mln di persone tra i 18 e 64 anni.
Nella piramide alimentare si assiste così a un consolidamento della dieta mediterranea, con la frutta consumata 5,7 volte a settimana, la verdura 4,8 volte e 4,7 la pasta. Poi carne (3,1), formaggi, salumi. Proprio i salumi sono il prodotto di cui il maggior numero di italiani ha diminuito il consumo nel tempo, seguiti da dolci, snack,bevande gassate, pane, surgelati e carne rossa.
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