In Italia le donne rappresentano il 90% della forza d'acquisto e – fortunatamente - promuovono una crescita sostenibile
Roma, 25 Ottobre 2016 – Se la Terra non si estinguerà, sarà (prevalentemente) grazie alle donne che si confermano essere la guida verso il cambiamento di costumi e abitudini.
Unilever, in occasione dei suoi 50 anni di storia tutta italiana, ha commissionato ad Ales Market Research un'indagine per fare il punto su cosa voglia dire oggi sostenibilità per gli italiani, quale significato le si attribuisce rispetto agli ambiti di appartenenza (ambiente, economia, società), quale debba essere il ruolo di aziende e istituzioni nei confronti della sua attuazione e come le persone pensano di poter contribuire.
Dalla ricerca emerge come dato più rilevante quell'80% di donne nella fascia 35-44 anni (e dunque anche tante mamme) che guarda alla difesa dell'ambiente come un valore assoluto per garantire un futuro al nostro pianeta, con particolare riferimento alla lotta all'inquinamento ambientale (76%), allo spreco delle risorse naturali (69%), alla deforestazione e arresto cambiamento climatico (65%), e alla promozione di un'agricoltura sostenibile (60%).
E ancora: per il 72% delle donne intervistate, deve essere garantita l'uguaglianza di trattamento tra uomini e donne al lavoro, per il 68% il rispetto dei diritti dei lavoratori lungo tutta la filiera, per il 50% la promozione della diversità e della libertà dagli stereotipi.
"In occasione di questa tappa importante abbiamo voluto tracciare un percorso che guardi soprattutto al futuro: dal 2010 abbiamo individuato nella sostenibilità la strategia per fare crescere il business dimezzando l'impatto sull'ambiente e incrementando gli sforzi per garantire un equilibrio sociale attraverso la promozione di pratiche sostenibili nell'agricoltura a partire dalla filiera, in azienda attraverso politiche di genere e conciliazione, e sul territorio con la presenza di stabilimenti e la creazione di posti di lavoro. Siamo un'azienda che ha sempre innovato, e non vogliamo certo fermarci adesso in un momento così delicato e in continua trasformazione" – afferma Angelo Trocchia, Presidente e AD di Unilever Italia – "L'esito del sondaggio ci conforta dato che poniamo grandissima attenzione alla valorizzazione dei talenti femminili che, tra l'altro, rappresentano il 50% della nostra forza vendita, percentuale in costante crescita.
Le donne quindi credono alla sostenibilità intesa come stabilità di un (eco) sistema. Non è da poco, se si pensa che ancora il 30% degli italiani non sa cosa voglia dire attuare comportamenti sostenibili: "Il dato è rilevante" – sostiene Paolo De Nardis, Professore Ordinario di Sociologia presso l'Università La Sapienza di Roma – "soprattutto se letto alla luce dei più recenti summit organizzati tra i diversi Stati per fissare obiettivi ambiziosi come i Sustainable Developments Goals promossi dalle Nazioni Unite o le risoluzione approvate durante COP21 a Parigi. La bassa percentuale che emerge dallo studio significa che bisogna educare le persone verso il compimento di azioni concrete da realizzare nella vita quotidiana se vogliamo raggiungere davvero questi importanti obiettivi".
Chi si deve occupare di fare conoscere – e praticare – la sostenibilità?
E qui c'è un'altra sorpresa: i giovani (18-34 anni) riconoscono che le aziende possano esercitare un ruolo attivo soprattutto nei confronti di alimentazione e conseguente benessere (il 43% lo pensa relativamente alla scelta del cibo che deve essere equilibrato e gustoso, il 42% relativamente agli ingredienti che devono essere italiani nei prodotti alimentari) ma pensano che la grande responsabilità appartenga a Governi e ONG per quanto concerne le tematiche ambientali e sociali, in particolare il 70% lo pensa in merito al tema dell'educazione e della salute, il 66% relativamente alla lotta alla deforestazione, il 63% per l'arresto del cambiamento climatico, il 64% nei confronti del rispetto dei diritti dei lavoratori lungo tutta la filiera, il 59% per la promozione della diversità e della libertà dagli stereotipi, il 60% per la promozione dell'uguaglianza tra uomini e donne, sia a casa sia al lavoro.
Potrebbe suonare come un (sottile) atto d'accusa o una sfiducia nei confronti delle aziende stesse: "In realtà no" – osserva Angelo Trocchia, Presidente e AD di Unilever in Italia – "anzi, diventa un'occasione per avere un ruolo determinante nel contribuire a richiamare l'attenzione su come la sostenibilità coinvolga tutti gli eco sistemi e non solo la salute o l'ambiente inteso come ambiente naturale. Su questo punto forse c'è ancora un po' di confusione da parte del consumatore che, infatti, associa il concetto di sostenibilità a "green" (45%). Sostenibilità è anche importanza di una dieta equilibrata, di un welfare aziendale in grado di offrire ambienti di lavoro equi per tutti i generi. Per noi che dal 2010 siamo impegnati con l'Unilever Sustainable Living Plan a operare un modello di business che faccia sì profitto ma attraverso l'etica, questa è una conferma che per il futuro le aziende dovranno avere un ruolo responsabile verso i consumatori, idealmente collaborando con il settore pubblico".
Guardando al concreto, la raccolta differenziata rimane l'azione sostenibile più comune per il 58% degli italiani (risparmiare o riutilizzare l'acqua lo pensa solo il 4%, stessa percentuale per il risparmio energetico) che però si sentono chiamati in causa direttamente: per il 90% del panel di intervistati i consumatori pensano di poter fare la differenza per il futuro del pianeta, anche se solo il 19% pensa di poter contribuire a stimolare l'uguaglianza di trattamento tra uomini e donne attraverso il comportamento di consumo mentre per il 92% degli intervistati il proprio comportamento può incidere nel limitare l'inquinamento ambientale.
Ci sono insomma speranze per il futuro, a condizione che si instauri un patto di fiducia tra consumatori e aziende che possono contribuire, attraverso i loro prodotti e la comunicazione, a educare e orientare verso scelte sostenibili.
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