Un gesto per ricordare che ''se alle donne fu risparmiata la barbarie dell'uccisione in queste cave – afferma la vicepresidente dell'ANCI Maria Rosa Pavanello - tocco' invece ad esse lo strazio del ripartire dopo tutto questo. A loro riconoscere i corpi, a loro accudire quel che restava delle famiglia''.
L'auspicio della delegata ANCI alle Pari opportunita' Alessia De Paulis, affinche' ''tutti insieme ci si impegni per costruire una societa' civile, dove le donne non siano piu' vittime'', si affianca al ricordo della presidente della Commissione Pari Opportunita' Simona Lembi, secondo la quale Lembi ''non e' mai troppo ricordare che nella Resistenza furono migliaia le donne che scelsero di parteciparvi attivamente, imbracciando un fucile o nascondendo i partigiani all'interno delle proprie abitazioni mettendo, di conseguenza, in pericolo le proprie famiglie: i numeri parlano chiaro, e raccontano di 35 mila partigiane, 4653 arrestate o torturate, 2750 deportate, 2900 fucilate o cadute in combattimento, 16 Medaglie d'oro, 17 Medaglie d'argento''
Il ruolo delle donne nella Resistenza ''fu fondamentale – secondo il vicepresidente dell'ANCI Giovanni di Giorgi - soprattutto nel supporto alle azioni dei partigiani e nella cura e l'assistenza di familiari, amici e connazionali. I gruppi femminili, sia organizzati che spontanei, garantirono rifugio a dissidenti, perseguitati ed ebrei''.
Il percorso, pero', non puo' dirsi terminato: ''Nel corso della storia – afferma il vicepresidente vicario dell'ANCI Paolo Perrone - la donna si e' sempre contraddistinta per il suo coraggio, di pensiero e di azione. Ed e' grazie a questa indole che, nei secoli, la donna e' riuscita a conquistare la liberta', la dignita' e l'emancipazione che le spettava. Ma ci sono ancora molti passi da compiere. E' necessario continuare a lavorare sui concetti di rispetto e di parita' di genere: la strada e' ancora in salita, ma la voglia di percorrerla c'e' tutta''.
Roma, 9 Marzo 2015
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